Marcello Malpighi. Scienza.
Marcello Malpighi. Scienza.
Tutti
siamo convinti che il nostro corpo è un'opera meravigliosa. Dunque
è assolutamente inutile ai medici dedicarsi allo studio della
conformazione degli organi interni. Ugualmente inutile è lo studio
dell'anatomia e delle funzioni vitali degli animali e dei vegetali.
Così dichiarava, nel 1689, un medico ritenuto fra i più famosi del
tempo; secondo costui, per conoscere la struttura degli organi
interni del nostro corpo, bastava leggere quel che stava scritto
negli antichi testi, e andavano condannati quei “maniaci” che,
volendo invece vedere con i propri occhi, o peggio ancora con lenti
per ingrandire, sezionavano ad uno ad uno anche i più piccoli organi
dei corpi degli esseri viventi. Contro gente di tale mentalità,
chiusa nelle proprie convinzioni, dovette lottare, per tutta la vita,
Marcello Malpighi, il grande medico italiano, fondatore dell'anatomia
microscopica, precursore dei moderni studi di istologia e di
embriologia (istologia: studio dei tessuti viventi, dal greco
“istòs”, tessuto, e “logos”, studio; embriologia: studio
dello sviluppo degli embrioni, da “èmbrion”, embrione).
Fino
alla comparsa di questo grande, gli studiosi di anatomia si erano
limitati a distinguere le varie parti del corpo umano e a osservare
la forma dei principali organi interni: nei loro trattati, poi, ne
descrivevano l'aspetto il colore, la consistenza. Sembrava che di
più non si potesse fare. Nei primi anni del Seicento, però,
Galileo diede alla scienza un nuovo importantissimo strumento di
indagine: il microscopio; senza questo strumento tutti i successivi
progressi nel campo della biologia, dell'anatomia microscopica, della
chimica, della batteriologia e di molte altre branche della scienza
sarebbero stati impossibili. Malpighi fu il primo a pensare di porre
sotto l'obbiettivo di un microscopio un frammento di sostanza
vivente. Egli poté così dimostrare che ogni organo vivente è
formato dall'unione di diversi “tessuti” e che ogni tessuto è
formato dall'associazione di un gran numero di elementi invisibili ad
occhio nudo, di forme diverse, le cellule, che egli chiamò
“otriculi”o “sacculi”. Quasi un secolo prima, un altro
grande medico italiano, l'aretino Andrea Cesalpino, aveva immaginato
la necessità di esilissimi canali, quelli che noi oggi chiamiamo
capillari, che congiungessero le arterie con le vene, ma non riuscì
a provarne l'esistenza. Fu Malpighi ad annunciare, nel 1660, di aver
effettivamente constatato la presenza di canali capillari in
una membrana del corpo di una rana. “Sterminai quasi tutta la
razza delle rane”, esclamò egli stesso, dopo le infinite
esperienze che lo avevano portato a questa scoperta. Proseguendo
nelle sue immagini microscopiche, Malpighi dimostrò che i polmoni
sono un ammasso di vescicole, ciascuno attorniata da una sottilissima
rete di vasi sanguigni. Il nome di “alveoli”, con cui egli
designo queste vescicole, è quello tutt'ora in uso; egli chiarì
anche in quale rapporto gli alveoli sono con i bronchi e come il
sangue venga a contatto con l'aria attraverso una sottilissima
membrana, senza mescolarvisi direttamente come fino ad allora si
credeva comunemente. Si pensi che, a quel tempo, qualcuno riteneva
ancora che nei polmoni finissero le bevande! In seguito, Malpighi si
dedicò all'osservazione del sangue e notò in esso i “corpuscoli
rossi”; studiò la struttura dell'epidermide e vi individuo lo
strato germinativo, che ora porta il suo nome (“strato di
Malpighi”); studiò i tessuti della lingua e stabilì che le
papille sono gli organi del gusto; esaminò i tessuti del fegato,
della milza, dei reni, individuando anche in questi organi corpuscoli
diversi, che si designano appunto con il suo nome (“piramidi di
Malpighi”, nei reni). Anche i denti, le ossa, il cervello furono
oggetto delle sue attente e perspicaci indagini microscopiche. Da
vero biologo, il Malpighi si occupò anche di zoologia e botanica:
osservò e descrisse in due preziosi trattati, “De formazione pulli
in ovo” e “De ovo incubato”, lo sviluppo dell'embrione
nell'uovo fino alla formazione del pulcino; esaminò l'anatomia del
baco da seta e fece ricerche microscopiche sulla struttura delle
piante. Tutto quanto osservava egli andava scrupolosamente
annotando: nella Biblioteca Universitarie di Bologna ci sono ancora
sedici suoi volumi manoscritti. In un museo di Londra si conservano
invece i microscopi dei quali Marcello Malpighi si servì nella sua
opera di ricercatore: la rudimentalità di quegli apparecchi,
confrontata con la mole e la profondità del lavoro svolto da lui, da
la misura dell'acutezza di ingegno e delle capacità intuitive di
questo grande scienziato italiano.
Brevi cenni di vita.
Marcello
Malpighi nacque a Crevalcore nel bolognese, nel 1628. A 21 anni
decise di dedicarsi agli studi di medicina; chiese di entrare in una
accademia nella quale si studiavano le questioni di anatomia e si
praticavano sezioni di animali e di cadaveri umani. Ciò gli attirò
le ire dei professori che lo esaminarono, contrari a questo genere di
ricerche; per alcuni anni essi riuscirono ad ostacolargli il
conseguimento della laurea. Divenuto, a 28 anni, insegnante
universitario, trascorse la sua vita, interamente dedicata alle
ricerche, fra Pisa, Messina e Bologna, costretto spesso a questi
trasferimenti dall'ostilità degli studiosi seguaci delle vecchie
scuole. Finalmente gli fu elargita, a riconoscimento dei suoi
meriti, la nomina a Socio della Società Reale di Londra. Quasi al
termine della sua vita fu chiamato a Roma come medico personale del
Papa. Proprio là morì il 30 novembre 1694.
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