La lucciola,produttrice di luce fredda.
La lucciola,produttrice di luce fredda.
Tutti
conosciamo la lucciola,l'insetto che nelle sere estive vola nel buio
con la sua luce giallo-verde.
Se
catturiamo una lucciola e la osserviamo,ci accorgiamo che la luce
proviene dal suo addome,che
risplende
come se fosse trasparente e se avesse nell'interno una minuscola
lampadina. Se tocchiamo
quel
piccolo addome,noteremo una cosa importante: è freddo. La
lucciola,cioè,produce luce
fredda.
Con il termine di lucciola si indicano parecchi generi di coleotteri
(Luciola,Lampyris) i
quali
hanno tutti,nell'insetto adulto,gli ultimi segmenti dell'addome
luminescenti. La “Luciola
italica”
diffusa in Italia,ha il corpo lungo da 6 a 8 mm,bruno scuro,con il
corsaletto e le zampe
giallo-marroni.
Possiede un primo paio di ali,le alitre,imbevute di chitina,dure e
opache,che
servono
come astuccio per le vere ali. In altri generi,per esempio nella
“lampiride”,le femmine
non
hanno le ali e vi sono specie in cui solo le femmine hanno l'addome
luminescente. Come
quasi
tutti gli insetti,anche le varie specie di lucciole si riproducono
per mezzo di uova da cui
nascono
le larve che vivono sottoterra o nelle cavità dei tronchi. Le larve
delle lucciole sono
carnivore;
si nutrono di insetti e di chioccioline: le mordono con le mandibole
e le anestetizzano,
iniettando
loro un liquido velenoso; quando l'animale è paralizzato,la larva la
divora
tranquillamente
anche in più riprese; esso perciò costituisce per la larva una
comoda riserva di
cibo.
Anche le lucciole adulte aggrediscono gli insetti più piccoli e li
divorano servendosi del
loro
apparato boccale masticatore.
Come nel faro d'automobile.
La
assiluciferina è una sostanza luminescente,ossia è capace di
emettere luce. Ma non basta:
avete
presente il procedimento usato,per esempio,nei fari delle automobili
per aumentare
l'intensità
della luce emessa dalla lampadina? Si applica dietro la lampadina
stessa una coppa di
metallo
lucidissima,che riflette i raggi luminosi e fa assumere al fascio di
luce la direzione
voluta.
Nella lucciola avviene la stessa cosa: proprio sotto lo strato
generatore di luce ve n'è
un
altro riflettente,formato da cellule impregnate di urea e di altre
sostanze chimiche,di color
giallo
(xantine). Questo strato funziona proprio come lo specchio concavo
usato nei fari: aumenta
e
riflette interamente verso l'esterno la luce propria degli organi
fotogeni. Così la lucciola,nel
buio,può
far risplendere il suo addome di una bella luce giallo-verde.
La bioluminescenza.
Naturalmente,l'aspetto
più interessante della lucciola,autentica meraviglia della natura,è
la
“bioluminescenza”:
si indica con questo termine (dal greco bios,vita) la produzione di
luminescenza
da
parte di esseri viventi: insetti,miriapodi,pesci. Nella lucciola la
produzione di luce avviene,
anche
se sembra strano,in seguito alla respirazione: è cioè un fenomeno
respiratorio. Gli insetti
respirano
per mezzo di sottilissimi tubi,le trachee, che si aprono direttamente
all'esterno
sull'addome
e sul torace: dobbiamo tener presente che gli insetti non posseggono
un liquido
come
il sangue dei vertebrati,che trasporti in tutto il corpo l'ossigeno
atmosferico: esso quindi
deve
arrivare direttamente ai tessuti attraverso il fittissimo intreccio
delle trachee. Anche la
lucciola,naturalmente,ha
nell'addome e nel torace la aperture delle trachee,che si chiamano
“stigmi”,con
tutte le loro diramazioni interne; però,all'estremità ventrale
dell'addome,la parte
esterna
del suo corpo è fatta in modo speciale: è formata da uno strato di
cellule fittamente
percorso
da una rete di tracheole (e quindi molto ossigenato): fra le cellule
si trovano dei
corpuscoli,gli
organi fotogeni (cioè generatori di luce) impregnati di una sostanza
grassa,la
“luciferina”.
Quando l'ossigeno,attraverso la trachea e le tracheole,giunge
nell'organo fotogeno,
si
combina con la luciferina e naturalmente la ossida: questa reazione
chimica è accelerata da
un'altra
sostanza organica,la “luciferasi”,che funziona da catalizzatore
(ricordiamo che il
catalizzatore
è una sostanza capace di accelerare una trasformazione chimica). La
luciferina
ossidata
diviene allora “ossiluciferina”,secondo questa reazione. In
conclusione: la bioluminescenza
della
lucciola è una continua trasformazione in energia luminosa
dell'energia chimica prodotta
da
un'ossidazione. La luce emessa è assolutamente “fredda”,perciò
nulla dell'energia impiegata
va
disperso come calore: il rendimento di una luce di questo tipo è
molto alto. Noi vediamo così
che
un modestissimo insetto riesce a realizzare il meccanismo perfetto:
quello che trasforma
in
effetto utile tutta l'energia che gli è fornita. L'uomo,in questo
campo,è ancora molto indietro:
la
forma più progredita di illuminazione artificiale,quella con lampade
fluorescenti,da soltanto
un
rendimento del 60%. Risultati superiori sono stati raggiunti
solamente in laboratorio e non
hanno
ancora potuto avere un'applicazione pratica. Per questo,alcune
preferiscono servirsi di ciò
che
la natura offre loro di già pronto: gli indigeni dell'America
centrale e delle Antille,infatti,
usano
catturare delle enormi lucciole (pirofori e cucujos) dalla luce
splendente e le rinchiudono
in
gabbiette,riuscendo ad ottenere così delle economiche e curiose
lampade.
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