Le piante velenose. Ecologia.
Le piante velenose. Ecologia.
“Dopo
aver bevuto il veleno,Socrate camminò in su e giù per la stanza.
Poi,sentendo che
le
gambe gli si facevano pesanti,si distese sul letto. Poco dopo,l'uomo
che gli aveva
portato
il veleno,gli premette forte un piede con la mano e gli domandò se
sentisse. Socrate
fece
cenno di no. Di lì a poco gli premette le gambe e domandò ancora se
sentisse. E di
nuovo
Socrate rispose di no. L'uomo,salendo via via con la mano,mostrava
come le varie
parti
del corpo andavano facendosi fredde e rigide. Infine disse:”Quando
il freddo sarà
giunto
al cuore,morirà”. Dopo alcuni istanti,Socrate ebbe un sussulto e
spirò”. Questa è
una
riduzione di quanto ci ha lasciato scritto Platone sulla morte di
Socrate. Abbiamo
raccontato
l'episodio perché ci descrive chiaramente in quale modo il veleno
abbia agito
sul
corpo del grande filosofo. L'infuso velenoso che uccise Socrate era
di cicuta:un'erba
che
ha una straordinaria somiglianza con il prezzemolo. All'epoca di
Socrate (IV secolo
avanti
Cristo),la cicuta era considerata il più potente veleno vegetale.
Con il progredire
però
degli studi di botanica,si è potuto scoprire un buon numero di
piante aventi un
potere
venefico superiore a quello della cicuta. Esse,cioè possono
provocare la morte
quasi
istantaneamente e tra i più atroci tormenti. Con tutto ciò,si può
dunque dire che una
buona
parte delle piante velenose può essere di grande utilità all'uomo.
Somministrata in
dosi
minime,la sostanza velenosa che contengono può giovare alla salute
dell'uomo.
Cicuta.
(Conium maculatum)).
Questa pianta che,come abbiamo
detto,assomiglia molto
al prezzemolo,cresce in luoghi
non soleggiati e umidi. La sostanza velenosa contenuta
nella
cicuta è chiamata conicina
o cicutina. L'avvelenamento
da cicutina provoca la
paralisi progressiva:dagli arti
inferiori man mano fino a tutto il tronco. La morte è data da
paralisi respiratoria.
Noce
Vomica. (Strychnos nux
vomica). E' una pianta
cespugliosa che cresce in Australia,
nella Thailandia,in India e
nell'isola di Ceylon. Dai suoi semi si estrae la stricnina,una
sostanza velenosissima. La
stricnina viene usata in medicina per curare la nevrastenia,
aumentare il ritmo
cardiaco,ecc,5 centigrammi di stricnina sono sufficienti per
provocare
la morte. Il decesso avviene per
asfissia,in seguito a paralisi respiratoria.
Còlchico.
(Colchicum autmnale). Questa
pianta è conosciuta sopratutto con il nome di
“freddolina”,perché
fiorisce all'avvicinarsi dell'inverno. Ha fiori violacei a forma di
imbuto.
I
suoi semi contengono una sostanza velenosissima:la colchicina.
In minime dosi,la
colchicina è adatta per la cura
della gotta e dei reumatismi.
Ellèboro.
(Helleborus niger). Questa
pianta,detta anche “rosa
di Natale”,cresce
spontanea
e fiorisce da dicembre a marzo.
Sulle nostre Alpi se ne possono trovare ben 4 specie. Il
rizoma
di queste piante contiene una sostanza assai velenosa chiamata
elleborina.
Lauroceraso.
(Prunus laurocerasus). E'
una pianta originaria dell'Asia,che viene coltivata
in
Europa per formare siepi. Le foglie del lauroceraso contengono
l'acido prussico,uno
dei
più potenti veleni
conosciuti,capace di provocare la morte in pochi istanti. In
medicina,le
foglie di questa pianta vengono
usate per preparare l'acqua coobata (distillata più volte) di
lauroceraso,adatta contro le
tossi nervose e le eccessive eccitazioni.
Stramònio.
(Datura stramonium). Cresce
spontaneamente in luoghi aridi e sassosi.
L'infuso che si può preparare
con le sue foglie è un ottimo sedativo;calma cioè le crisi
nervose,l'insonnia e le
palpitazioni cardiache. Le foglie sono anche indicate contro l'asma.
Lo stramònio è una pianta
velenosa:i preparati medicinali che si ricavano da essa possono
determinare avvelenamenti
mortali se vengono usati in dosi elevate. I sintomi da avvelenamento
da stramonio sono:sete,dilatazione della
pupilla,delirio,convulsioni,cui
segue la morte per asfissia.
Ruta.
(Ruta graveolens). Come
indica il suo nome scientifico,questa pianta ha un odore
graveolente,ossia sgradevole. La
ruta cresce sopratutto nei luoghi aridi e pietrosi. Se è
usato in alte dosi,l'infuso che
se ne può ricavare provocano avvelenamenti mortali.
Viceversa,in dosi che soltanto
un medico può stabilire,l'infuso di ruta è efficacissimo
contro la epilessia e
l'isterismo.
Scòtano.
(Rhus Toxicadendron).
Originaria del Giappone
è,tra le tante piante velenose,una
delle più temute. Infatti,basta
semplicemente toccare le foglie o i rami di questa pianta
per avvertire i sintomi del suo
avvelenamento (vomito,e altri malesseri generali). Ciò è
dovuto
al fatto che lo scòtano emana una sostanza volatile (il
toxicondendrolo)
nociva
all'uomo.
Dulcamàra.
(Solanum dulcamara). E'
una pianta rampicante che cresce spontanea nei
luoghi umidi. Gli avvelenamenti
sono dovuti per lo più alla ingestione dei frutti (che sono
piccole bacche rosse) e talvolta
possono portare a morte per paralisi respiratoria. L'infuso
di dulcamàra,usato invece in
terapia,è efficacissimo contro i catarri polmonari e i dolori
reumatici.
Catapuzia.
(Euphorbia lathyris).
Fiorisce in primavera e
in estate. Il latice biancastro che
si
ricava dalle parti verdi della pianta contiene una sostanza
velenosa:l'acido
euforbico.
In dosi minime (decimi di
milligrammo),il latice è efficace contro malattie delle vie
respiratorie (sopratutto catarri
bronchiali). L'avvelenamento da acido euforbico dà via via
i seguenti
sintomi:vomito,vertigini,crampi,delirio e infine la morte.
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