Il generatore di corrente elettrica.




Il generatore di corrente elettrica.

La bicicletta è un veicolo utile e simpatico finché la si usa di giorno,ma perde generalmente
un po' di simpatia quando,con il buio,è necessario aumentare la forza sui pedali perché
alla fatica normale della propulsione si aggiunge quella necessaria al funzionamento
della cosiddetta “dinamo”. Dall'altra parte è molto pericoloso viaggiare di sera a lumi
spenti:purtroppo la cronaca degli investimenti notturni lo insegna e ribadisce con troppa
frequenza perché si possa pensare di ignorarlo.

Una dinamo che non è una dinamo.

Quello che viene impropriamente chiamato “dinamo” della bicicletta è un congegno troppo
conosciuto,almeno nella sua forma esterna,perché valga la pena di descriverla. Tutti sanno
che,azionando una levetta,si manda la “dinamo” a premere con il rullo sul fianco del
copertone. Il movimento della ruota si comunica perciò al rullo in virtù dell'attrito (si dice
che il moto è trasmesso “per frizione”); inoltre,a causa del piccolo diametro del rullo nei
confronti della ruota che lo muove,esso compie un numero elevato di giri nel tempo che
la ruota impiega a fare un solo giro. Per saperne di più converrà procedere con ordine.
Intanto precisiamo che il generatore di corrente della bicicletta non è,a dispetto della
denominazione che comunemente gli viene affibbiata,una dinamo; è invece un alternatore.
Le dinamo sono anch'esse apparecchi capaci di produrre energia elettrica,ma per molte
ragioni sono assai meno usate degli alternatori. La loro più ampia applicazione si ha nelle
automobili,dove servono per mantenere in stato di carica la batteria di accumulatori,ma
anche per questo compito da un po' di tempo esiste la tendenza a sostituirle con alternatori.

L'invenzione della dinamo.

Nel capitolo dedicato all'elettromagnetismo abbiamo visto come il grande fisico danese
Hans Christian Oersted (1777-1851) scoprì che al passaggio di una corrente elettrica,si
formava un campo magnetico attorno al filo conduttore. Subito dopo il francese André
Marié Ampère (1775-1836) sperimentò che tra i fili conduttori percorsi da corrente si
esercitavano forze di attrazione e di repulsione come tra due calamite,forze che tendevano
a provocare il movimento dei fili stessi. L'inglese Faraday si pose allora questa domanda:
se il passaggio di corrente è causa di forze magnetiche capaci di muovere i fili,non potrà
darsi che,reciprocamente,mettendo in movimento i fili entro un campo magnetico,si
formino in esso delle correnti elettriche? L'esperienza dimostrò la fondatezza di questa
intuizione: nel 1831 l'inglese Micheal Faraday (1791-1867) riuscì a produrre corrente
per via elettrodinamica,cioè con il movimento,dopo che Volta l'aveva prodotta per via
chimica,con la pila,31 anni prima. La scoperta di Faraday aveva applicazione solo in
laboratorio,ma,una volta conosciuto il principio scientifico,molti ricercatori si misero al
lavoro per costruire un generatore elettrodinamico di corrente suscettibile di applicazione
industriale. Il problema non era tanto quello di generare la corrente,quanto quello di
erogarla all'esterno della macchina,prelevandola da un complesso di circuiti in continuo
movimento rotatorio. La prima idea concreta nacque il 10 gennaio 1859 nella mente di
un elettrotecnico italiano Antonio Pacinotti (1841-1912). Nel 1860 egli presentò
all'Esposizione di Vienna un modello funzionante della sua macchina,che risolveva il
problema di prelevare la corrente con quel geniale “anello di Pacinotti” che è ancora oggi
il collettore rotante delle dinamo. L'invenzione del fisico italiano rendeva possibile nello
stesso tempo sia il generatore di corrente,sia il motore elettrico,perché,facendo girare la
dinamo a spese di una qualsiasi energia meccanica,si otteneva elettricità,e inversamente,
inviando elettricità nella dinamo,essa si poneva in rotazione fornendo energia meccanica.
La macchina,per dirla con il termine giusto,era reversibile. La dinamo,come generatore di
corrente elettrica,può ovviamente utilizzare per il suo funzionamento qualsiasi energia,
purché sia trasformata in energia di movimento rotatorio. In realtà la definizione di
generatore di corrente andrebbe modificata perché l'energia non si può generare,così come
non si può distruggere: si può solo trasformare; ma il termine è ormai entrato nella
consuetudine. In pratica le dinamo vengono fatte funzionare con l'energia di motori a
scoppio (come nelle automobili),o con motori elettrici nei cosiddetti gruppi convertitori,
atti a utilizzare corrente alternata dalla rete elettrica normale per fornire la corrente continua
richiesta da particolari utilizzazioni.

Come è fatto il generatore elettrodinamico.

Le prime centrali elettriche del mondo,che furono installate a New York nel 1882 e a
Milano nel 1883,erogavano corrente continua perché i generatori installati erano delle
dinamo. Attualmente tutte le centrali funzionanti nel mondo producono invece corrente
alternata,qualunque sia l'energia che trasformano,perché i generatori installati sono
alternatori. Un generatore elettrodinamico,dinamo o alternatore che sia,si compone in due
parti fondamentali: un induttore,ossia un elettromagnete che produce il campo magnetico,
e un indotto costituito essenzialmente da un anello di ferro sul quale sono avvolti a
spirale dei circuiti elettrici. Se smontiamo il generatore della bicicletta (che trasforma
l'energia muscolare del ciclista in energia elettrica) notiamo subito che l'induttore è una
semplice calamita,o meglio un insieme di due calamite con i poli disposti a croce,rotante
nell'interno dell'indotto. Come in ogni altro alternatore,infatti,si preferisce far ruotare il
campo magnetico mantenendo fermi i circuiti nei quali nasce,anzi si induce la corrente.
L'effetto è assolutamente identico a quello che si ottiene facendo girare i circuiti in un
campo magnetico fermo,ma il prelievo di energia è assai più facile a farsi da circuiti fermi
piuttosto che rotanti. E' superfluo aggiungere che negli alternatori delle centrali elettriche
l'induttore rotante non è una normale calamita,ma un potente elettromagnete,capace di
provocare campi magnetici molto più intensi. Pur basandosi sullo stesso principio
scientifico,dinamo e alternatore differiscono in alcune particolarità costruttive. Nella dinamo
sta fermo il magnete induttore e ruota di conseguenza l'indotto,ossia l'anello di ferro che,
girando,mantiene in movimento i circuiti nel campo magnetico. Per poter prelevare la
corrente,ognuno dei circuiti avvolti sull'anello,le estremità saldate a 2 lamine contrapposte
su un tamburo solidale con l'indotto e sporgente fuori di esso. L'insieme delle lamine,
isolate elettricamente l'una dall'altra,prende il nome di collettore perché raccoglie la
corrente che si forma nei circuiti durante la rotazione dell'indotto. Due spazzole,che in
realtà sono 2 strisce metalliche o 2 prismi di carbone appoggiati a leggera pressione sul
collettore,vengono successivamente in contatto,durante la rotazione dell'indotto,con tutte
le lamine del collettore prelevando la corrente che si forma in quel momento nel circuito
corrispondente.




Dinamo e alternatore.

La corrente erogata dalla dinamo fluisce sempre nello stesso senso perché le spazzole,
essendo fisse,prelevano energia sempre nella stessa posizione;per questo si chiama corrente
continua. L'alternatore eroga invece tutte le variazioni di corrente che si manifestano nei
circuiti indotti,per cui si hanno ai morsetti (collegati con la rete esterna di utilizzazione)
delle continue variazioni di polarità (positiva e negativa) e quindi di senso della corrente.
Nelle reti europee,la corrente alternata è dovunque a 50 periodi al secondo (o 50 herz):ciò
significa che in ogni secondo essa inverte 100 volte il senso nei conduttori,spostandosi
in questo tempo per 50 volte verso un estremo,per altre 50 verso l'altro. La convenienza
a usare corrente alternata consiste nella possibilità che offre,a differenza di quella continua,
di effettuarne il trasporto a grandi e grandissime distanze con una dissipazione minima e
con grande risparmio di metallo conduttore. Essa,inoltre,si presta al funzionamento di
motori elettrici assai semplici e pratici,quali vengono usati nelle industrie per azionare le
macchine. Quando sia proprio indispensabile ricorrere a corrente continua,la si ottiene
da quella alternata mediante raddrizzatori,o con i gruppi convertitori formati da un motore

elettrico a corrente alternata il quale fa girare una dinamo che eroga corrente continua.

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