L'Artide. Geografia ambientale.
L'Artide. Geografia ambientale.
Immaginiamo
due Paesi posti sui versanti opposti di una valle profonda e
impervia.
Nessuna
strada unisce i due abitati. In linea d'aria soltanto poche centinaia
di metri li
separano,eppure
essi rimangono isolati uno dall'altro e sconosciuti,come se fossero
lontanissimi.
Per “avvicinarli” basta che vengano costruiti una strada e un
ponte.
L'uomo
in questo modo vince la barriera naturale e rende praticamente vicini
i due Paesi.
La
stessa cosa,in ben più vaste proporzioni,succede con le terre
dell'Artico. Attorno ad un
unico
mare,il Glaciale Artico,si affacciano i 3 continenti dell'emisfero
settentrionale:
Europa,Asia
e America. La tremenda barriera dei ghiacci “allontana” l'uno
dall'altro
questi
paesi. Ora,però,l'uomo ha creato i mezzi adatti per superare
l'ostacolo naturale.
L'uomo
ha creato i potenti aeroplani a reazione che in poche ore sorvolano
l'Artico e i
primi
sommergibili atomici che scivolano sotto la coltre ghiacciata.
Una terra ricca di laghi e paludi.
La
parte centrale della calotta polare artica è costituita dal Mar
Glaciale Artico o Mediterraneo boreale; esso ha un estensione di
circa 14 milioni di kmq. Buona parte di
questo
mare è perennemente ghiacciata; il ghiaccio,dopo lo sgelo estivo,si
presenta
spezzettato:
è il cosiddetto pack o
banchisa. A causa dei
venti e della rotazione terrestre la
banchisa
ruota lentamente attorno al Polo; questo movimento si chiama deriva.
A Sud della
banchisa
si innalzano delle isole e le coste continentali su cui ha inizio la
tundra,una distesa
sterminata
e squallida,priva completamente di vegetazione. Il suolo della tundra
è
perennemente
e profondamente gelato (permafrost). Soltanto
ad ogni estate,per alcuni
centimetri,lo
strato superiore sgela. Allora la tundra si ricopre di un'infinità
di piccoli
laghi
e paludi. Questo aspetto è contrastante con l'aridità che
caratterizza questa zona,nella
quale
le precipitazioni sono molto molto scarse. Se non vi fosse il
permafrost la tundra
diverrebbe
il più esteso deserto del mondo. Il confine meridionale della tundra
è segnato
dalla
linea limite del permafrost. E' lì che finisce l'Artide e iniziano
le foreste.
Risveglio durante la lunga giornata estiva.
Per
circa 2 mesi il sole,se pur debolmente,splende costantemente sulla
tundra. Subito dopo
lo
sciogliersi dei ghiacci e della coltre abbondante di neve,il desolato
terreno si ammanta
di
muschi e licheni,poi,improvvisamente,verso il mese di giugno,il
paesaggio si trasfigura
e
si abbellisce: appaiono fiori dai vivaci colori; dal sud arrivano
molto numerosi gli
animali,specialmente
uccelli: falaropi,zigoli delle nevi,pivieri; ronzanti insetti
riempiono
l'aria.
Alcuni animali propri dell'Artico escono dalle tane e vagabondano in
cerca di cibo:
l'orso
polare,il bue muschiato,la lepre,la volpe. Dalle foreste boreali
giungono in lunghe
colonne
i caribù o renne artiche. Ma l'autunno è subito vicino; già agli
inizi di luglio il
colore
verde del terreno si fa dorato,cade la prima coltre di neve. Gli
uccelli migratori
partono;
i caribù si affrettano,pur con piedi e gambe feriti per il lungo
cammino,e
raggiungono
così la loro dimora invernale,la foresta. La tundra
ripiomba,quindi,un'altra
volta
nel lungo sonno invernale.
Le calotte polari.
Le
calotte polari sono le parti della sfera terrestre che si trovano
comprese fra latitudine
90°
(cioè il Polo) e la latitudine 66°33'; una è posta a nord
dell'equatore (calotta artica) e
l'altra
a sud (calotta antartica). I due paralleli che si trovano alla
latitudine 66°33' nord e
66°33'
sud vengono chiamati rispettivamente Circolo Polare Artico
e Circolo Polare
Antartico.
La scelta di questa latitudine
non è stata fatta a caso. Essa ci mostra la posizione
della
Terra durante il solstizio d'estate. Possiamo quindi dire che la
regione polare nordica
viene
illuminata fino ad una certa latitudine,quella appunto di 66°33'. La
calotta antartica
risulta
invece essere buia. Durante il solstizio invernale il fenomeno si
ripete con effetto
opposto
però; c'è luce su tutta la calotta antartica,e notte su quella
artica.
Fa più freddo al Polo Nord o al Polo Sud?
Anzitutto
è importante dire che le temperature più fredde non si trovano ai
poli,bensì in
alcune
zone delle calotte polari particolarmente esposte a venti o a
tempeste. Le
temperature
medie più fredde,ed anche assolute,si registrano al Polo Sud. La
ragione
principale
è che l'Antartide è costituita da altissime catene montuose,e il
freddo dell'estrema
latitudine
si somma con quello delle altitudini. La più bassa temperatura
riscontrata sulla
Terra
è stata misurata nell'Antartide – 87,5°C. La più bassa
temperatura registrata al nord
è
di -81°C misurata a Verkhojansk,nella tundra siberiana,a 2400 km dal
polo. In estate,
a
causa della costante presenza del sole,la temperatura in alcune zone
della tundra può
raggiungere
i 10°C. In alcuni giorni arriva addirittura ai 16°C e ai 21°C.
A chi appartengono le terre artiche.
L'appartenenza
delle terre artiche si basa sulla teoria dei settori. Essa stabilisce
che ogni
stato
settentrionale (che si affaccia al Mar Glaciale) ha diritto di
proprietà su tutte le terre
scoperte
o meno,che si trovano entro i meridioni che limitano lo stato stesso.
Esiste una
sola
eccezione nei riguardi della Groenlandia che appartiene alla
Danimarca. I territori
dell'Artide
appartengono a 5 paesi: al Canada (per il 37%),all'Unione Sovietica
(per il 28%),
alla
Danimarca (per il 28%),agli Stati Uniti (per il 6%),e alla Norvegia
(per 1%).
Perché le regioni polari sono fredde?
La
ragione principale è che i raggi del sole vi giungono estremamente
inclinati. In queste
regioni
si verifica inoltre un altro fenomeno: la durata delle notti e dei
giorni,a seconda
della
latitudine,si prolunga per un periodo che oltrepassa le 24 ore:
a
90°C (al Polo) 6 mesi
a
80°C 134 giorni
a
70°C 64 giorni
a
66°C33' 1 giorno
Gli
abitanti che si trovano aldilà del Circolo Polare Artico sono circa
1 milione. Il limite
degli
insediamenti umani permanenti si aggira sui 72° di latitudine nord.
In Europa le
località
estreme del popolamento sono le Isole Svalbard dove esistono
importanti giacimenti
di
carbone sfruttati da minatori norvegesi e russi: tale popolamento è
però a carattere
stagionale.
I giacimenti di carbone fossile in quelle terre dimostrano questo
fatto al più
straordinario:
un tempo le terre antiche erano ricoperte da una lussureggiante
foresta
tropicale.
Veramente il volto della Terra è in perpetuo mutamento.
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