Il ciliegio. Botanica.




Il ciliegio. Botanica.

Ogni anno la fioritura dei ciliegi annunzia il ritorno della primavera e il loro frutto
inaugura trionfalmente la bella stagione. Con il suo rosso smagliante,sia che trabocchi
dai canestri dei fruttivendoli sia che occhieggi sull'albero o compaia sulla nostra mensa,
la ciliegia ci dà sempre letizia: ci fa pensare che comincia l'estate,la stagione sempre tanto
attesa. Il ciliegio appartiene al genere Prunus e alla famiglia delle Rosacee. Suoi prossimi
parenti,cioè della stessa famiglia,sono il susino,il pero,il mandorlo,l'albicocco,il pesco,
il nespolo,la fragola,il lampone e il rovo. Il ciliegio,rispetto al clima,ha pochissime
esigenze: esso cresce in qualsiasi zona,dalla Sicilia alle Alpi. E' una delle piante da frutta
più resistenti al freddo; infatti la temperatura diventa mortale per il ciliegio solo quando
raggiunge l'eccezionale limite di -30°C. Inoltre esso si adatta alla maggior parte dei
terreni; teme soltanto il terreno troppo umido.

Le specie più diffuse.

Prunus avium,chiamato ciliegio di montagna o ciliegio agreste. Cresce spontaneamente ai
margini dei boschi d'Europa centrale e dell'Italia e raggiunge la considerevole altezza di
20-25 m; il frutto è piccolo e amarognolo nelle varietà spontanee,molto dolce in quelle
coltivate. Prunus mahaleb,chiamato ciliegio di Santa Lucia o anche magaleppo. E' un
arbusto cespuglioso che,allo stato selvatico,dà un frutto molto acidulo; serve ottimamente
come soggetto per l'innesto con varietà più pregiate. Prunus cerasus,chiamato visciolo o
amaresco. Raggiunge l'altezza di 6-9 m ; il frutto ha polpa molto sugosa,di sapore acidulo,
spesso amarognolo; è chiamato comunemente amarena. Questa pianta è originaria dell'Asia
Minore. Venne portata in Italia da Lucullo,generale romano famoso per la sfarzosità dei
suoi banchetti,che la scoprì a Cerasonte,città dell'Asia Minore,e la trapiantò nei suoi
giardini circa 65 anni prima di Cristo.

Il frutto.

Le diverse specie di ciliegio producono molte varietà di frutti: ciliegie tenere o dure,dolci
o amarognole,piccole o grosse; ve ne sono per tutti i gusti. Le principali varietà di ciliegie
sono: dolci tenerine,dette anche “acquaiole”; sono dolci e la loro polpa è molle; ad esse
appartengono: Nera grande,Nera precoce,precoce di Maggio o Maggese,Bella di Padova,
Nera di Piemonte; dolci duracine,dette anche “duroni o graffioni”; sono dolci e la loro
polpa è dura,croccante; vi appartengono: Regina del mercato,Duroni di Cesena,Napoleone,
Durona di Tarcento,Durona della Marca; acide,dette anche “amarene o marasche”; sono
sugose e acidule; vi appartengono: Marenona di Verona,Marasca lodigiana,Imperiale,
Marasca tedesca,Marasca di Ostheim.


Fiori e foglie.

Su un ramo di ciliegio,alcune gemme,che hanno ancora le squame protettive (perule),esse
danno vita alle foglie. Nel ciliegio,al ritorno della nuova stagione primaverile,le foglie
appaiono,di solito,dopo che i fiori sono sbocciati. I fiori del ciliegio spuntano sempre a
mazzetti di 3-4 da un'unica gemma. Questa particolare disposizione (chiamata infiorescenza) costituisce un forte richiamo visivo per gli insetti che trasportano il polline.
La foglia,appena uscita dalla gemma,è piegata lungo la nervatura principale e le 2 metà
rimangono per qualche tempo incollate l'una all'altra a causa di una specie di sostanza
resinosa: si ha l'impressione di una foglia con un unico lembo. Così la pianta protegge le
foglie,ancora sottili e delicate,dal calore solare. Spesso all'attaccatura del picciolo con la
foglia si notano due piccoli rigonfiamenti rossicci: sono ghiandole che producono del
nettare. Il loro compito è quello di attirare fin lassù le formiche che liberano l'albero da
insetti dannosi. Il fiore del ciliegio ha 5 sepali e 5 petali. Il numero degli stami è
abbondante e varia da fiore a fiore. Essi sono attaccati ai sepali e cadono insieme a questi
dopo che il fiore è stato fecondato e si è già spogliato dei petali bianchi. Il pistillo,di colore
verde,finisce alla base con l'ovario. Questo è attaccato all'estremità dal peduncolo: è un
ovario libero. Esso contiene 2 ovuli; quando avrà ricevuto il polline si ingrosserà e diverrà
una gustosa ciliegia.

La produzione di ciliegie in Italia.

La produzione totale italiana di ciliegie è stata nel 1971 di 2.240.000 quintali. La regione a
più alta produttività è la Campania,seguita a distanza da Veneto e Emilia-Romagna.

Qualcosa in più.

“Se tu mangi ciliegie,esse ti procureranno dei grandi vantaggi: tutto il sangue del tuo corpo
diventerà migliore”. Così dice una ricetta antichissima. Ecco,infatti,che cosa troviamo nelle
ciliegie: vitamine,vitamina A,vitamina B1,vitamina C; elementi minerali, cloro (Cl),
sodio (Na),fosforo,calcio (Ca),zolfo (S),potassio (K),magnesio (Mg),ferro (Fe); sostanze
organiche,sostanze azotate (proteine,ad esempio le albumine),sostanze grasse,zuccheri
(levulosio),amidi; calorie,100 g di ciliegie danno circa 70 calorie. Da un ciliegio,si
possono ricavare,in media,dai 15 ai 60 kg di frutti. I ciliegi a frutto dolce sono i più
longevi: possono produrre frutti per circa 50 anni. I ciliegi a frutto acido hanno invece 30
anni circa di produttività. Le ciliegie devono essere colte quando sono completamente
mature; staccate dall'albero,esse,contrariamente a ciò che avviene per la maggior parte
degli altri frutti,cessano la propria maturazione. La ciliegia non può essere conservata a
lungo perché dopo 4 o 5 giorni dalla raccolta non è più mangiabile. Il legno di ciliegio è
chiaro-rossastro,spesso con venature brune. Il suo peso specifico è 0,66. E' consistente e
adatto per lavorazioni di tornio e,in particolare,per la fabbricazione di seggiole di uso
comune.

Classificazione.

Divisione: Spermatofite
Sottodivisione: Angiosperme
Classe: Dicotiledoni
Ordine: Rosali
Famiglia: Rosacee
Genere: Prunus
Specie: avium,mahaleb,cerasus
Regno: Vegetale


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