L'innesto. Botanica.
L'innesto. Botanica.
Accade
qualche volta di mangiare un frutto particolarmente squisito: una
pesca molto
profumata,una
pera molto sugosa o una mela dalla polpa dolce e fragrante; ci piace
così
tanto
che ne vorremmo avere di nuovo alla nostra tavola il prossimo anno.
Ma,con tante
varietà
di frutta che oggi esistono in commercio,sappiamo
che,difficilmente,riusciremo a
trovare
ancora nelle prossime stagioni,presso il nostro fruttivendolo,proprio
quella
“varietà”.
Ci viene allora istintivamente il desiderio di conservarne i semi: ci
pare naturale
che
una volta seminati avremo quel tipo di pianta che ci assicurerà il
perenne “rifornimento” del frutto desiderato. Per fortuna
soltanto difficilmente riusciremo a
mettere
in atto il nostro proposito. Questo ci evita un'amara delusione: la
nuova pianta ci
darebbe
frutti abbondanti sì,ma ben diversi da quello da cui avevamo tolto
il seme; essi
saranno
talora piccoli con la polpa legnosa e asprigna. Se si trattava ad
esempio,di un
seme
di vite,ecco che raccoglieremo dei grappoli radi con acini un po'
piccoli e un po'
grossi
e diversi di colore fra loro; ci troveremo di fronte,insomma,ad una
pinta “rinselvatichita”: essa,cioè,è della stessa specie della
pianta madre,ma non conserva i
caratteri
della “varietà”; quei caratteri,ottenuti artificialmente dai
frutticoltori con lunghi
lavori
di selezione e di miglioramento,che rendono tanto pregiato il frutto
della pianta
madre.
Ci si domanderà: com'è possibile,allora,riprodurre delle piante
identiche ad una
determinata
pianta madre? Questo importantissimo e complicato problema è stato
risolto
con la pratica dell'innesto.
Che cosa è l'innesto.
L'innesto
consiste nel congiungere un rametto,o anche una sola gemma,di una
pianta con
un'altra
pianta,in modo da formare un unico nuovo organismo. Abbiamo detto che
le piante
nate
da un seme non conservano,in generale,i caratteri della pianta madre;
queste piante,
però,sono
robuste,sane e longeve. Al contrario un rametto della pianta madre
conserva
tutte
le qualità di quest'ultima,ma se viene fatto riprodurre per gemma
(cioè interrandolo
in
modo che metta radici) ci darà una pianta gracile,che invecchierà
rapidamente e sarà
facile
alle malattie. La cosa migliore è dunque quella di “inserire”
un rametto tagliato da
una
pianta di varietà pregiata in una robusta pianticella
rinselvatichita,nata da seme. In
questo
modo si otterrà una nuova pianta,che avrà le qualità desiderate di
entrambe.
Un po' di anatomia del fusto.
Perché un innesto possa
riuscire è necessario,naturalmente,che si tratti di piante della
stessa
specie o,almeno,della stessa
famiglia. Ma è,inoltre,necessario che vengano messe a contatto
le
parti interne del fusto di entrambe le piante,chiamate “cambio”.
Tra la corteccia e il
legno
si trova uno strato,il “cambio”,che
costituisce la zona “generatrice”,cioè
quella che
produce
nuove cellule viventi. E' questa la parte capace di compiere la
“saldatura” tra le
2 piante. L'innesto va eseguito
in stagioni diverse,a seconda del metodo impiegato e della
specie da innestare.
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