Com'è fatta un'automobile.
Com'è fatta un'automobile.
All'esame
per il conseguimento della patente di guida si tende ad accertare la
conoscenza
di
norme di circolazione e un minimo di perizia nell'uso
dell'automobile,mentre ci si
accontenta
di una conoscenza molto superficiale e generica di com'è fatta
l'automobile e
di
come funziona. Questo veicolo è divenuto troppo importante nella
vita moderna perché
si
possa continuare a servirsene senza conoscerlo nelle sue parti
essenziali.
L'automobile in sintesi.
Tutti
sappiamo che l'automobile è un veicolo concepito essenzialmente per
il trasporto
delle
persone,mosso da un motore a scoppio funzionante generalmente a
benzina. Una
volta
si ripartiva il complesso “automobile” in 2 parti ben distinte:
l'autotelaio e la
carrozzeria.
Ciò equivaleva a una divisione
dei compiti,perché la carrozzeria si limitava a
riparare
i passeggeri e gli organi meccanici dalle intemperie,mentre
l'autotelaio sopportava
il
peso dell'intero complesso e assorbiva le deformazioni causate dalle
irregolarità del
fondo
stradale. L'autotelaio era un'ossatura in travi d'acciaio sostenuta
dalle ruote,sulla
quale
poggiavano il motore e la carrozzeria. Fra le ruote e l'autotelaio
venivano interposte
le
sospensioni,organi
elastici con lo scopo di attenuare la trasmissione degli urti dovuti
al
terreno.
La carrozzeria portante.
Attualmente
non esiste più un autotelaio,perché la carrozzeria viene costruita
in modo da
risultare
“portante”. Ciò
significa che la carrozzeria non ha più la sola funzione di riparo
per
i passeggeri e per gli organi meccanici,ma ha acquistato anche la
responsabilità di
sopportare
i pesi e tutti gli altri sforzi che gravano sul complesso. Non si
pensi che è cosa
da
poco: l'automobile è soggetta a sollecitazioni di flessione
che
si aggravano per inerzia
tutte le volte che le ruote
trovano un avvallamento del terreno; ma poiché non corre su
un
piano perfettamente liscio è anche soggetta a continui sforzi di
torsione. La
struttura
portante cui è dato il nome di
“carrozzeria” è costruita con lamiere d'acciaio dolce
stampate alla pressa e saldate
poi elettricamente. I vuoti della struttura,dovuti agli spazi
per le porte e i finestrini,la
indeboliscano nelle sue capacità di resistenza e richiedono
perciò opportuni rinforzi di
spessore. La tendenza moderna è di costruire la carrozzeria
“a
struttura differenziata”,ossia
con un abitacolo rinforzato per offrire una certa sicurezza
ai passeggeri,mentre le altre
parti devono potersi schiacciare con relativa facilità in caso
di urto,allo scopo di assorbire
l'energia di impatto.
Il “tutto dietro”.
Il
problema di trasmettere il moto dell'albero motore alle ruote
richiede soluzioni diverse a
seconda
della posizione motore-ruote motrici. Lo schema classico prevede il
motore
anteriore
e
le ruote motrici
posteriori,ma
c'è stato un periodo di grande favore per il
cosiddetto
“tutto dietro”
(motori a trazione posteriori). L'abbandono del sistema classico
in
favore del “tutto
dietro”,che
divenne generale nelle utilitarie europee degli inizi degli
anni '50,aveva lo scopo di
migliorare l'abilità dell'automobile eliminando il lungo albero
di trasmissione fra il motore e
le ruote motrici. Altri vantaggi erano questi: si riducevano
le vibrazioni,si garantiva una
migliore aderenza alle ruote motrici sulle quali veniva a
gravare il peso del motore,si
ripartiva meglio l'azione frenante fra le ruote anteriori
(avantreno)
e
posteriori (retrotreno)
spostando i maggiori pesi all'indietro,si riducevano le
possibilità di guasti.
All'opposto,si lamentava un più lungo percorso per i tiranti e le
leve
dei comandi,una maggiore
sensibilità del veicolo al vento laterale,nuove difficoltà del
raffreddamento del motore non
più direttamente investito dall'aria della corsa.
Il “tutto avanti”.
I
vantaggi che si ottenevano con la disposizione del motore posteriore
si sarebbero potuti
raggiungere
quasi tutti mantenendo il motore davanti,se fosse stato possibile
rendere
motrici
le ruote anteriori. Si sarebbero inoltre superati tutti gli
svantaggi,ma si incontrava
un
preciso ostacolo: la difficoltà tecnologica di costruire un sistema
di giunti solido e
sicuro
per le ruote anteriori che sarebbero diventate direttrici
e
motrici nello
stesso tempo.
La casa automobilistica
Lancia,che aveva già dato un decisivo apporto al progresso
automobilistico adottando per
prima la carrozzeria portante su vetture di serie,affrontò
con
il modello “Flavia” il problema del “tutto
avanti” e
ne dimostrò la possibilità di
soluzione.
A questo punto il motore posteriore cedette il posto alla trazione
anteriore in
tutta la produzione europea di
automobili utilitarie. Il nuovo schema propulsivo si estese
anzi a modelli di classe
superiore,come già aveva fatto la Lancia.
I freni.
Quando
si schiaccia il pedale del freno,si mandano certe superfici speciali
(dette “ferodi”
dal
nome della marca più conosciuta) a premere all'interno
di
un tamburo o all'esterno
di un disco metallico,secondo i
tipi di freno. Una soluzione molto adottata vede
attualmente
i freni a disco
sulle
ruote anteriori,a
tamburo su
quelle posteriori. Questo
perché durante la frenata il
peso del veicolo tende a spostarsi per inerzia sulle ruote
anteriori,alleggerendo quelle
posteriori. Pertanto,la massima azione frenante (quale si può
avere per i freni a disco),meno
soggetti a perdere efficacia per il surriscaldamento delle
superfici frenanti,si può
ottenere sull'asse più caricato: quello anteriore. Il codice
italiano
prescrive l'esistenza di 3
freni: principale,di soccorso,di stazionamento. Normalmente il
freno di soccorso (o di
emergenza) è anche freno di stazionamento,da azionare a macchina
ferma
su strada in pendenza. Funziona con una leva (detta del freno
a mano),che
agisce
tramite
tiranti metallici sui freni posteriori. Il freno principale è invece
del tipo oleodinamico (impropriamente detto idraulico).
Nei veicoli moderni si tende a separare i
circuiti oleodinamici anteriori
da quelli posteriori,così che un eventuale guasto con perdita
d'olio e di pressione non possa
mai rendere inutilizzabile l'intero impianto.
Altri organi.
Si
sono diffusi negli ultimi anni i cambi
automatici,o
che comunque non richiedono
particolari
manovre all'infuori di quella dell'acceleratore. Le
sospensioni,che
hanno lo
scopo di assorbire i sobbalzi
delle ruote,sono state perfezionate in vista sopratutto del
miglioramento della tenuta di
strada. Consistono di organi elastici (molle elicoidali,balestre,
barre di torsione,dispositivi
oleopneumatici) e di organi smorzatori delle oscillazioni
(ammortizzatori). Quanto alle
ruote,sono adottati pneumatici del tipo radiale a larga base
di appoggio,che migliorano il
“confort” e la tenuta di strada.
Dispositivi anti-inquinamento.
L'automobile
emette ossido di carbonio per imperfetta combustione,oltre a gas
tossici
dovuti
al piombo (Pb) contenuto nelle benzine ad alto numero di ottano,senza
contare le
esalazioni
di vapori del lubrificante. Si tenta di ridurre questi effetti
inquinanti,che tuttavia
non
è possibile eliminare nell'uso automobilistico del motore a scoppio.
Si fanno studi per
mettere
a punto delle automobili elettriche,adatte a circolare nei grossi
centri abitati. In
questo
modo il problema dell'inquinamento atmosferico non verrebbe
risolto,ma solamente
spostato
alle centrali termoelettriche che si dovrebbero costruire per fornire
l'energia
alimentatrice...
.
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