L'araldica civica. Araldica.





L'araldica civica. Araldica.

Come già precedentemente è stato fatto presente,i comuni medioevali non appena raggiunta
l'autonomia e l'indipendenza,con l'organizzazione di servizi di interesse collettivo quali i
palazzi per magistrati e i luoghi di adunanza deliberativa,assunsero subito un proprio
stemma di distinzione,come del resto lo adottarono le circoscrizioni territoriali all'interno
delle mura difensive della libera giurisdizione. Pertanto anche i Terzieri,Quartieri,Sestieri,
Gonfaloni o Rioni,le Porte,Contrade o Cappelle si identificarono con rispettive insegne
ed analogamente si comportarono le corporazioni di Arti e Mestieri,gli uffici pubblici,
le strutture socio-politiche e militari,nonché gli enti laici e ecclesiastici,scegliendo proprio
specifici stemmi detti anche “Armi Sociali”. Spesso i loro simboli riproducevano Santi
Patroni,oppure strumenti di lavoro o della professione svolta,o comunque un segno
emblematico ben delineato attinente alla comunità per mezzo del quale si poteva subito
riconoscere una “chiave” di lettura a prima vista. Nasceva così “l'araldica civica” che
individuava,proprio attraverso gli stemmi e le bandiere,più soggetti raggruppati e legati
fra loro da uno scopo comune,differenziandosi pertanto dall'altra araldica di iniziativa che
aveva visto fino allora contraddistinguere solo le famiglie. Da notare che in principio lo
stemma dei comuni poteva essere anche diverso da quello del loro sigillo,ma dal
Quattrocento in poi (quando ormai il sistema araldico si era affermato e consolidato),ogni
città o libero comune lo unificò adottando soltanto un proprio,chiaro ed unico emblema.
Grazie a questi efficaci contrassegni di identificazione ed espressione (abbiamo visto che
l'immagine in quell'epoca aveva un grande valore),di entità sociale e politica ben connotata,
andremo adesso più specificamente ad interessarci nei seguenti capitoli,dell'araldica civica
di Firenze. La nostra popolosa città medioevale,ricca ed in grado di dettare legge sui
mercati internazionali,era una vera potenza economica di primaria importanza. Un centro
urbano vissuto da circa 80.000 persone quando mediamente le città più importanti di allora
non superavano le 25.000 unità. Firenze vantava una struttura sociale particolarmente
evoluta grazie sopratutto alla industria tessile della lana,della seta e del lino,al commercio,
ai suoi grandi banchieri,all'arte e all'artigianato che contribuirono a renderla sempre più
importante. La progressiva affermazione delle forze sociali avvenuta sotto questa forte
spinta della borghesia mercantile,fece sorgere nuovi edifici,magistrature (anche in virtù
della politica estera),ospedali,compagnie laico-religiose e corporazioni d'arte e mestieri.
Pertanto la città ancora oggi,fra tutte le altre italiane,è certamente una delle più ricche di
stemmi,le cui svariatissime ed eleganti forme,sono spesso opera di eccellenti artisti.
Sui palazzi,sulle case,sui conventi specialmente nel vecchio centro della città e nelle vie
d'Oltrarno,queste numerose insegne che vediamo in marmo,pietra serena,pietra forte e in
terracotta invetriata,che sono intimamente connesse alla storia della città,meritano di essere
conosciute e sopratutto conservate perché si tratta di tutelare un importantissimo patrimonio
artistico e storico strettamente intrecciato con l'arte,al costume e agli avvenimenti che,
attraverso i simboli,ci ricordano i fasti dell'antica Firenze. Furono i secoli delle fazioni,
delle lotte fratricide,ma anche quelli di grandi artisti,dei pensatori; i secoli della “Cultura”,
della poesia,della purezza della lingua,dell'architettura,della bellezza dei costumi,del
garrire delle bandiere,degli squilli delle chiarine,del rullare dei tamburi e della nobiltà dei
Gonfaloni. Furono tempi dove cimentarsi nelle giostre,nei tornei e nei giochi aggiungevano
valore e considerazione a coloro che vi partecipavano. Una “chiara e onorevole vittoria”
voleva dire apprezzamento e giudizio favorevole da parte del popolo che seguiva con
eccitazione la gara. Addirittura,secondo un codice d'onore diffusamente consolidato,la
nobiltà e gli uomini d'armi per avere più fiducia e rispetto,si mettevano di buon grado alla
prova di queste competizioni,sempre affollate di “gran calche”,per dimostrare pubblicamente coraggio,abilità,fierezza,forza fisica e quella “cavalleria” di lealtà e nobiltà
di sentimenti che gli conferiva particolare dignità. I protagonisti delle “nobili contese”
erano animati oltre che dallo spirito sportivo e del desiderio di misurarsi con l'antagonista
(al quale cavallerescamente si doveva assoluto rispetto anche quando egli veniva battuto),
sopratutto per dimostrare ambiziosamente il proprio “status” che occupavano nella
comunità,per qualificare ancora meglio i loro ruoli di potere di nobili e di big del momento.
Essi ponevano una cura eccezionale all'abbigliamento indossato per la competizione e
alla bardatura delle cavalcature,per cui l'aspetto risultava sempre sfarzoso e ricco di
figurazioni araldiche che li rendevano subito riconoscibili,conferendo loro ancora più
eleganza,ricchezza e imponenza. Pertanto la lettura e l'esatta interpretazione di tutto il
materiale araldico deve essere considerato il “fondatore della storia”. Erodoto,un “possesso
perenne” per il popolo e la sua cultura,specialmente se quel popolo è quello fiorentino
che sa trovare sempre e ovunque una sublimazione dello spirito di campanile .



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