La storia dell'Antico Egitto.


La storia dell'Antico Egitto.

La regione nord-orientale dell'Africa,bagnata dal corso
inferiore del Nilo,proprio dal Nilo assume caratteristiche
geografiche unitarie,mentre il deserto che la delimita a
est e a ovest ne favorisce l'isolamento e la difesa.
I fattori geografici dunque,come per la Mesopotamia,
ebbero molta importanza nella storia dell'antico Egitto,
anche se per sé insufficienti a spiegare una civiltà così
sviluppata e protrattasi così a lungo nel tempo.
Pertanto l'Egitto è sì,come diceva Erodoto,”un dono
del Nilo”,ma tale dono si realizzò pienamente dopo
millenni di fatiche e di lotte per piegare la realtà
geografica,trasformarla e sfruttarne i dati positivi.
Gli abitanti della valle del Nilo,quivi accampatosi
in età preistoriche perché attirati dalla fertilità del
suolo,lottarono coraggiosamente contro le periodiche
inondazioni,benefiche perché appunto fertilizzanti,
ma distruttrici dei loro insediamenti,scavarono
argini,canali,costruirono serbatoi,soprelevarono
le abitazioni,seppero distribuire la piena delle acque
e sfruttarne l'azione fecondatrice. Civiltà agricola
quindi quella egizia,ma con particolari esigenze
organizzative riguardo all'opera di canalizzazione
e di sfruttamento irriguo delle acque del Nilo.
Non è azzardato supporre che tali esigenze
organizzative siano state la spinta verso un
graduale passaggio dal frazionamento politico
a un'unità dopo la consueta trasformazione della
cultura seminomade in quella della pastorizia e
quindi in quella dei coltivatori sedentari. Quest'ultima
sembra potersi stabilire già in età remotissima,
agli inizi del Neolitico,forse nel VI millennio
a. C. Sembra tuttavia che le V millennio gli
agricoltori avessero raggiunto un livello tecnico
e sociale tale da poter iniziare una coltivazione
sistematica della fertile fascia dei campi vicino al
fiume. Ma da quali genti era formata la popolazione
egizia? E' veramente possibile parlare di una
fusione di elementi africani e asiatici (semitici) come
hanno prospettato alcuni studiosi? Certamente il
popolo egizio presenta lungo il corso millenario
della sua storia caratteri abbastanza omogenei e
permanenti,ma distinguere i gruppi originari con
perentorietà si è rivelato compito assai difficile.
Attualmente gli studiosi,più che parlare di popoli
camito-semitici,ritengono di dover affrontare la
questione sotto il profilo linguistico. L'antico
egiziano si configura per i numerosi elementi comuni
nella fonetica,nella morfologia e nel lessico assai affine
al cuscitico,al libico-berbero,al semitico e pertanto può
essere definito lingua camitico-semitica.
Resta pertanto a livello di ipotesi l'origine comune delle
popolazioni parlanti tali lingue. Durante l'età paleolitica,
sino al VII,VI millennio a. C.,la regione del Nilo conobbe
un clima umido e caldo e una lussureggiante vegetazione
subtropicale;le zone attualmente desertiche erano boschive
e collinose,assai adatte alla caccia. Il Nilo,dapprima a
regime torrentizio,impiegò millenni a scavarsi il suo letto
e la vallata costellata di lagune e paludi malsane fu a
lungo completamente inospitale. Le testimonianze
dell'età paleolitica scarseggiano,malgrado alcuni
ritrovamenti lungo le terrazze che delimitano la valle
del Nilo;si tratta di depositi litici spesso non stratificati
e soltanto della fase mesolitica,corrisponde anche a
un mutamento del clima fattosi più asciutto,di cui
abbiamo più abbondanti reperti a Helwan,Kom Ombo
e nell'oasi di Laqeita. Divenuto inabitabile l'altopiano
del Sahara,tranne che in poche oasi,le popolazioni si
stanziarono nella valle del Nilo che era andata
lentamente assumendo l'aspetto attuale. L'età
neolitica,caratterizzata su un'economia basata
sull'allevamento e sull'agricoltura,è più ampiamente
documentata a Merimda,Beni Salama e nella zona
del Faiyum da tombe già provviste di abbondante
corredo funebre,oggetti ornamentali e amuleti.
Al Neolitico risalgono anche ceramiche lavorate,
lance tagliate in forma di foglie d'alloro (quest'ultime
nella zona del Delta),asce levigate e frecce lavorate
con eleganza e precisione. L'età eneolitica è
caratterizzata dalla presenza simultanea del metallo
e della pietra e ci offre abbondanti testimonianze
nell'Alto Egitto,un po' più scarse nella zona del
Delta. Si usa dividere l'eneolitico egiziano in tre
grandi fasi,dette di Badari,di Naqada I e di Naqada
II . La civiltà badariana,fondata su un'economia
agricola e pastorale,è testimoniata sino alla Nubia
ed è caratterizzata da utensili di pietra,d'osso,di
conchiglia e di rame e da ceramiche a bordo nero.
Le necropoli erano situate a qualche distanza dai
villaggi;nei corredi funebri sono stati rintracciati
vasi,tavolozze e statuine femminili in avorio o in
argilla. Il periodo di Naqada I è ricco di influenze
nubiane,ma la ceramica dipinta attesta pure contatti
con l'Asia. Alcune raffigurazioni di cane a lunghe
orecchie testimonierebbero il culto di Seth;appaiono
i sarcofaghi e in molte tombe nell'Alto Egitto i
morti sono sepolti con la testa a oriente come
nell'epoca faraonica. Il Naqada II rivela sempre
più l'uso del rame a cui si aggiunge quello di
argento e sembrerebbe testimoniare una spinta di
gruppi al nord per la colonizzazione del Delta.
Si parla anche di invasioni di genti asiatiche
nella valle del Nilo per gli elementi iconografici
di origine mesopotamica su oggetti egizi di questo
periodo. Un nuovo tipo di ceramica decorata fa
la sua comparsa,accanto agli smalti blu o verdi
che ebbero poi così ampio sviluppo nell'arte
decorativa egizia.
 

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