Altri accenni su Galileo Galilei.


Altri accenni su Galileo Galilei.

Venezia e il cannocchiale.

È a Venezia che Galileo ha presentato il cannocchiale, lo strumento destinato a rivoluzionare tutta l'astronomia e la fisica fornendo le prove visibili dell'universo descritto da Copernico. Nel 1610 Venezia è un centro intellettuale prestigioso le cui magnificenza, raffinatezza e grazia nelle arti del Rinascimento hanno creato un quadro ideale per la vita di artisti e di studiosi. Non è però a Venezia che Galileo ha abitato per la maggior parte del tempo; per lui, Venezia fu un luogo di passaggio, oltre che la città in cui fu accolto trionfalmente dalla Repubblica, al Palazzo Ducale.
Per ricordare questo avvenimento sono stati riuniti qui, sulla terrazza della cattedrale di San Marco, alcuni degli strumenti inventati da Galileo, compreso, naturalmente, un cannocchiale. Il leone alato di San Marco, simbolo della repubblica veneziana, si erge su una colonna di fronte al Palazzo Ducale. Sullo sfondo, dietro il leone e il cannocchiale, si trova la piccola isola occupata dal convento di San Giorgio.

Padova e gli strumenti dello scienziato.

In questo inizio di XVII secolo Padova è, come la sua vicina Venezia, un centro di vita intellettuale.
La sua celebre università è una delle più antiche d'Europa. A Padova si parla e si discute liberamente, senza altre preoccupazioni che il progresso della scienza. In un'epoca in cui l'Inquisizione bracca senza pietà tutti coloro che potrebbero avere propositi “deviazionisti” (si diceva allora “eretici”) un simile luogo di libertà è estremamente apprezzabile. Inserito nel contesto
intellettuale e artistico, Galileo trascorrerà a Padova i diciotto anni più felici e più fecondi della sua vita. Una cattedra di legno che lo scienziato usava potrebbe essere quella su cui Galileo saliva per tenere le sue lezioni all'università. All'epoca non c'era né gesso né lavagna e il professore si comportava come un predicatore. Su un tavolo si trovano riuniti libri e strumenti che ricordano l'attività di Galileo a Padova. Ovviamente il cannocchiale, ma anche il compasso geometrico e militare, un pendolo, una clessidra.

Pisa e le sfere di pietra.

La vita di Galileo si è divisa fra tre città, Pisa, Padova e Firenze, e ciascuna di esse ha tenuto a onorare la sua memoria. Per prima Pisa, la città con cui Galileo è nato, nel 1564, da una famiglia poco agiata della piccola nobiltà. Suo padre, un uomo colto e ottimo musicista, vi esercitava il commercio di tessuti. Inizialmente iscritto alla facoltà di medicina, è a Pisa che Galileo scopre la sua vera vocazione assistendo a una lezione di matematica di un amico di famiglia, Ricci, allievo del famoso Tartaglia, uno dei matematici del Rinascimento che volevano applicare la matematica alla tecnica. È sempre a Pisa che Galileo ha realizzato uno dei suoi più celebri esperimenti, facendo cadere dall'alto della torre, durante il passaggio di un corteo di professori, una grossa sfera di pietra e una più piccola, per mostrare che la più grande non cade più velocemente. Si possono vedere queste sfere in cima alla Torre di Pisa e nella biblioteca, insieme a una lettera di Galileo su questo argomento.

Firenze e la vita di tutti i giorni.

Galileo si stabilisce a Firenze il 1° novembre 1610. Vi trascorrerà gli ultimi trent'anni della sua vita.
Quando il suo amico Sagredo, di ritorno da un viaggio, viene a sapere che sta per lasciare Padova gli scrive queste righe profetiche: “La libertà dove potrete trovarla come a Venezia? Vostra signoria si trova in questo momento nella sua nobile patria, ma avete lasciato un luogo in cui non vi mancava nulla. Ora servite il vostro principe naturale [in effetti Galileo era nato nel Granducato di Toscana], un grande principe pieno di virtù, giovane e di rari meriti. Ma chi sa che cosa possono produrre gli avvenimenti del mondo, aiutati dall'impostura degli uomini pieni di malizia e di invidia?”. Galileo, allora, non sospettava certo che a Firenze avrebbe vissuto una delle più terribili fasi della sua vita: quella del processo che stava per distruggerlo. Si può ancora visitare la sua casa,
sulla collina di Arcetri, a pochi chilometri della città. Il paese è cambiato, naturalmente, ma i frutteti e le vigne dietro la casa non devono essere molto diversi da quelli che Galileo vedeva dalla sua finestra.

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