La musica oggi. Compositori musicali.





La musica oggi. Compositori musicali.

Un poco di storia.

Per poter comprendere e giustificare tale fenomeno,unico nella storia della musica,e di cui noi
siamo spettatori,occorre fare qualche passo indietro e prestare attenzione,sia pure di sfuggita,
agli eventi che l'hanno anticipato e gli hanno preparato il terreno. Già verso la fine del secolo
scorso e negli anni che precedettero lo scoppio della Prima Guerra Mondiale la musica,così
com'era stata concepita sino ad allora,vale a dire come ricerca di belle melodie,di armonie
gradevoli e suggestive,di espressioni appassionate,di drammaticità o di poesia,cominciava a dare
segni di stanchezza. C'erano già nell'aria,sia pure confusi ma chiaramente premonitori,i segni
di qualcosa che stava fatalmente mutando e i primi a cogliere tali segni furono gli artisti. In
Francia nasceva l'Impressionismo,corrente musicale che prendeva il suo nome dall'omonima
corrente pittorica. Claude Debussy (1862-1918),il suo esponente più illustre e significativo,
si impone con una musica tutta ombre e sottintesi,in cui non sono più riconoscibili gli schemi
melodici e la simmetria delle forme,care agli autori classici e romantici. La musica di Debussy,
nel momento in cui nacque,interpretava sottilmente questo stato di attesa per qualcosa di ignoto
di là da venire,insieme all'amore per il passato,anche quello remoto,rievocato attraverso l'impiego
elegante e originale degli antichi modi greci e gregoriani. Debussy morì nel marzo del 1918 mentre
la “Berth”,il mostruoso cannone tedesco da 420,sparava su Parigi gli ultimi colpi di una guerra
irrimediabilmente perduta. Pochi mesi dopo,infatti,l'immane tragedia mondiale che l'umanità
aveva pagato con tanti milioni di morti cessava. I superstiti si rendevano conto che il vecchio mondo,con le sue tradizioni e i suoi valori consacrati da secoli di storia,era stato spazzato via
come da una tremenda bufera.

Dall'Espressionismo alla Dodecafonia.

Altri musicisti intanto avevano operato,anche se per vie diverse da quella seguita da Debussy,una
profonda trasformazione nella tecnica e nella sensibilità musicale. Pur conservando alla musica la
sua carica espressiva,avevano abbandonato le forme melodiche e armoniche dei Romantici
dell'Ottocento ed erano passati a un linguaggio più aspro,drammatico,e realistico insieme,pieno di
dissonanze,incurante delle regole e delle forme tradizionali. Essi ponevano la loro arte al servizio
dell'espressione umana,elementare,incontrollata,assolutamente libera da obblighi di forma. Anche
per questa ragione tale corrente prese il nome di Espressionismo. La musica di questi innovatori,
definita anche “atonale” perché,a dispetto della tradizione,non tiene in nessun conto la tonalità e
le sue regole,presenta,rispetto al passato,uno stacco stilistico anche più netto di quello degli
Impressionisti. Ma è nel primo dopoguerra che si ha la grande rivoluzione della musica moderna.
Proprio per opera di uno dei più eminenti maestri dell'Espressionismo nasce la Dodecafonia,nuova
tecnica per comporre assolutamente inedita e del tutto indipendente dalle leggi che per secoli
avevano governato l'arte dei suoni. La Dodecafonia,di cui Arnold Schònberg (1874-1951),viennese,
è il padre,è una vera e propria operazione chirurgica sul corpo antico della musica,un taglio netto
del passato e di tutte le regole armoniche,a cominciare dalla scala di 7 note che,intonata sui banchi
delle scuole elementari,era stata da sempre l'abc del linguaggio musicale. Dal tavolo operatorio
sorge un sistema nuovo,basato non più sulla scala,ma su serie arbitrarie di 12 suoni diversi (da cui
il termine “dodecafonia”). Il sistema è allettante e sembra aprire nuove inesplorate possibilità.
Due musicisti di autentico valore si affiancano a Schònberg:Alban Berg (1885-1935),che lascia
due poderosi esempi di melodramma espressionista scritti nel nuovo stile,e Anton Webern
(1883-1945) autore di musica da concerto e da camera che perfeziona e porta alle estreme
conseguenze la tecnica dodecafonica. Nasce una vera e propria scuola,alla quale accorrono allievi
da ogni parte del mondo,desiderosi di apprendere la nuova tecnica,cullando la segreta speranza
che basti una “lingua” diversa per riuscire a dire cose nuove e originali.

Strawinsky,ricercatore solitario.

Nel frattempo,un'altra corrente si era formata,capeggiata da un grande musicista russo,Igor
Strawinsky (1882-1971),trasferitosi in Europa all'inizio della Prima Guerra Mondiale. Era il
Neo Classicismo,autentico rifiuto di ogni tendenza rivoluzionaria,ritorno spavaldo al principio
della “musica per la musica” e non per la “espressione” o la “impressione”. Pur tenendo conto
della nuova sensibilità musicale dell'ascoltatore moderno,il Neo Classicismo si rifà in tutto e per
tutto alle forme classiche. Accanto a Strawinsky brillano nomi come Darius Milhaud (1892-1974),
fondatore e generoso animatore del “Gruppo dei Sei”;poi Arthur Honegger (1892-1955);Francis
Poulenc (1899-1963);Paul Hindemith (1895-1963) e,infine,l'italiano Alfredo Casella (1883-1947).

Ma la figura del grande maestro russo rimane per il momento unica,inimitabile e inimitata.
  

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