Carlo XII di Svezia. Storia.




Carlo XII di Svezia. Storia.

A 7 anni sapeva domare un cavallo. Era in grado di cavalcare per ore senza stancarsi;amava
gli esercizi fisici più violenti;adorava le armi e viveva spesso con i suoi rudi soldati sopportando
con disinvoltura le fatiche e gli esercizi più pericolosi. Per i libri aveva scarsa simpatia,a meno
che non fossero trattati militari. Un giorno però gli dissero che il re di Danimarca e quello di
Polonia sapevano il latino e lui,pur provando avversione per quella lingua,la imparò. Tale era
il primogenito del re di Svezia,il principe Carlo. Quando aveva 11 anni gli morì la madre e
a 15 anni rimase orfano anche del padre. Secondo la legge svedese egli doveva cingere la
corona reale a 18 anni;nel frattempo avrebbe dovuto regnare come reggente la nonna.
Il principe però fece in modo che il Parlamento anticipasse la dichiarazione di maggiorità e
a 15 anni,il 24 dicembre 1697,venne incoronato. Nel momento in cui l'arcivescovo stava per
imporgli la corona,Carlo XII glie la strappò di mano e si incoronò da se stesso. Era un esempio
della sua volontà tenace e risoluta.

La sua vita.

I primi mesi di governo del nuovo re furono una delusione per tutti,tranne che per gli Stati
stranieri e specialmente quelli che rivendicavano qualche fetta del loro territorio al forte Stato
svedese. Gli ambasciatori informavano scrupolosamente i loro governi che il nuovo re di Svezia
era di ingegno mediocre,che non si curava affatto dello Stato e perdeva i suoi giorni in battute
di caccia,giochi e divertimenti. Gli Svedesi lo giudicarono nello stesso modo. Intanto i 3 potenti
sovrani di Danimarca,Polonia e Russia si alleavano con il proposito di distruggere quel forte
organismo politico e territoriale che i predecessori di Carlo XII avevano realizzato. A loro
sembrava una cosa facilissima. Ma si sbagliavano di grosso. Un giorno il Consiglio stava
proponendo negoziati per evitare il pericolo incombente. Carlo XII era presente e,come al
solito,rimaneva estraneo alle discussioni,con le lunghe gambe alzate sul tavolo e con l'aria
annoiata. All'improvviso il re si alzò e disse:”Signori,mi sono proposto di non fare mai una
guerra ingiusta,ma di non terminarne una legittima prima della sconfitta dei miei nemici;la
decisione è presa:attaccherò il primo che si mostrerà”. Il primo che si mostrò fu l'esercito danese,
che invase le terre del ducato svedese di Holstein. Carlo XII rinunciò di colpo ai suoi divertimenti:
l'otto maggio 1700 partì da Stoccolma,che non doveva mai più rivedere,a capo di una flotta
composta di 43 vascelli. Questi giunsero davanti a Copeghen;il re fece assediare la città per terra
e sbarcò con le sue truppe che sconvolsero le difese nemiche. Carlo XII mandò allora a dire
al re di Danimarca che gli faceva guerra solo per costringerlo a rendere giustizia:rendesse subito
il ducato strappato al duca di Holstein o egli avrebbe messo a ferro e fuoco la capitale. Il re
Danese fu contento di cavarsela con così poco e di avere a che fare con un re che si piccava
sopratutto di far trionfare la giustizia. Carlo XII era però anche un guerriero molto realista e
preparato. Egli possedeva uno dei più forti eserciti d'Europa,ricco di armi e composto da soldati
di valore. Egli stesso era un abile stratega,sempre primo a dare l'esempio gettandosi fra le
mischie e nei pericoli. Dopo la Danimarca fu la volta della Polonia,che provò la forza del
giovane condottiero quando questi assediò la città di Riga e la fece cadere. Venne poi il momento
di incontrare il nemico maggiore,lo zar Pietro di Russia. Carlo XII si scontrò presso Narva
con l'esercito moscovita dieci volte più numeroso,e lo sconfisse. Nel 1707 Carlo XII pensò
di dare il colpo di grazia al suo mortale nemico,e iniziò la sua avanzata nel territorio russo.
I soldati russi però non si facevano attaccare;riuscivano sempre a sfuggire,così che Carlo XII
si trovò ben presto nell'interno dell'immenso territorio russo,proprio mentre cominciava uno
dei più tristi inverni ricordati in quel paese. Metà delle truppe svedesi perì di stenti e di freddo.
Carlo XII resisteva,dava l'esempio ai suoi soldati,dormendo sulla terra,coprendosi di stracci come
loro,mangiando lo stesso rancio. I soldati lo adoravano proprio perché condivideva la loro vita.
L'attacco decisivo venne finalmente a Poltava,l'otto luglio 1709:12.000 svedesi contro 40.000
russi. L'esercito svedese si batté con furore,come gli aveva insegnato il suo re. Carlo fu
ferito 2 volte e ogni volta si fece portare dai soldati in prima linea. Egli guidava la marcia,
portato su una barella alla testa della fanteria:non si notava tuttavia alcun segno di abbattimento
sul suo volto. Ma fu tutto inutile. La battaglia si volse in disastro. Era la prima volta che l'esercito
svedese veniva sconfitto dopo anni di guerre. Il re riuscì a sfuggire alla cattura e riparò in Moldavia.
Lo zar Pietro riuscì a conquistare una fascia costiera sul golfo di Finlandia.

La fine.

Nel 1718 Carlo XII attaccò la Norvegia,che contava di conquistare in pochi mesi. Ma proprio
all'inizio della guerra,una sera,mentre stava visitando una trincea,una palla di un cannone nemico
lo colpì al capo uccidendolo sul colpo. Così moriva,a 36 anni,colui che il grande scrittore francese
Voltaiere definì “l'uomo più straordinario che forse sia mai esistito sulla Terra”. Fu duro verso
gli altri come verso se stesso:un re che ancora oggi la Svezia onora come uno dei sovrani ben

meriti del paese.
  

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