Dante. Storia.


Dante. Storia.

Poeta- Soldato.

È l'11 giugno 1289 a Campaldino: a pochi chilometri da Arezzo ha inizio la
battaglia tra le truppe di Arezzo e quelle di Firenze in guerra per questioni
di traffici commerciali. Tra i volontari a cavallo, che i fiorentini hanno schierato
in prima linea, v'è un giovane di 24 anni: Dante Alighieri. Egli avrebbe potuto
rimanere a casa tranquillo per continuare i suoi studi: vuole invece dimostrare
che per la grandezza di Firenze è anche pronto a sacrificare la vita. Gli aretini
vengono sconfitti e Firenze può riprendere i suoi grandi commerci.
Intanto Dante si è messo in vista: per tutti i fiorentini egli è ormai il poeta-soldato;
ed eccolo iniziare la carriera politica. Il 14 dicembre del 1295 è tra i << Savi >>,
cioè nel gruppo di quei cittadini che devono eleggere i Priori. Sei mesi dopo fa
già parte del << Consiglio dei Cento __, ossia di quell'assemblea che deve decidere
sulle spese e sugli affari più importanti del Comune. I fiorentini, che apprezzano
la sua intelligenza e soprattutto la sua grande onestà, gli affidano ben presto la più
alta carica del Comune: il 15 giugno del 1300, Dante Alighieri è nominato Priore.
Ma proprio l'anno in cui Dante ha in mano il governo del Comune, più sanguinosi
si fanno gli scontri tra i Bianchi e i Neri. Dante è dei Bianchi e potrebbe favorire
la sua parte, ma egli è un uomo retto. Per dare finalmente pace alla città, Dante
decide allora di mandare in esilio i capi dei due partiti.

Condannato all'esilio perpetuo.

Ma purtroppo la pace non viene raggiunta: i Neri, pur di sconfiggere l'altro partito,
chiamano in patria uno straniero: Carlo di Valois (pron. Valùa) fratello di Filippo
il Bello, re di Francia. All'annuncio di tale venuta, i Bianchi inviano a Roma Dante
Alighieri e altri due ambasciatori per chiedere a papa Bonifacio VIII di mettere accordo
tra i fiorentini. Ma nel frattempo Carlo di Valois entra a Firenze: i capi dei Neri
rientrano in città e danno inizio a una serie di violenze contro i Bianchi. La casa di
Dante è la prima a essere derubata. Durante il viaggio di ritorno, il poeta ha notizia
della sentenza che i Neri, ormai padroni di Firenze, hanno pronunciato contro di lui:
accusato di essersi procurato illeciti guadagni e di aver turbato la pace della città, viene
condannato a una multa di 5 000 fiorini, all'esilio per due anni, all'esclusione perpetua
dai pubblici uffici. E poiché Dante non vuole pagare l'ingiusta multa, il 10 marzo 1302
è condannato all'esilio perpetuo e << ad essere morto di fuoco, se mai venisse in forza
del Comune >>. Ecco dunque lo sventurato poeta costretto ad abbandonare la famiglia,
tutte le cose più care e andar peregrinando in qua e là in cerca di persone amiche che lo
ospitino. Nel settembre del 1310 l'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo decide di
venire in Italia per riconciliare i partiti e porre tutte le città italiane sotto la sua autorità.
Gli esuli sperano di ritornare finalmente in patria. Ma la morte improvvisa dell'imperatore
fa crollare ogni speranza. Al poeta non rimane che riprendere il triste pellegrinaggio.
Unico conforto è per lui la poesia: egli si dedica allora interamente alla composizione
della << Commedia >>, la grandiosa opera poetica che medita da anni. Nel 1315, l'animo
degli esuli si apre nuovamente alla speranza: si diffonde la voce che il Podestà di Firenze
voglia concedere un'amnistia generale agli esuli di parte bianca.
Ma quando Dante viene a sapere che per rientrare in patria gli esuli devono riconoscere
pubblicamente i loro errori e le loro colpe, scrive fieramente a un amico: << Non è questa
la via di tornare alla patria!>>.
Nel 1319 egli è a Ravenna, presso il signor Guido Novello da Polenta ed è in questa città
che porta a compimento il suo capolavoro: la << Commedia >>. E Dante si illude ancora:
crede che ora i fiorentini lo vorranno in patria per incoronarlo poeta. Ma nel settembre
del 1321, dopo quasi vent'anni di lontananza dalla patria, il grande esule muore.
Fu sepolto nella Chiesa di San Francesco a Ravenna, e mai questa città volle privarsi

delle sue ceneri.
    

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