Virgilio. Storia.

Virgilio. Storia.

IL POETA VIRGILIO, in una poesia dedicata a un amico aveva detto
che la nascita di un fanciullo avrebbe portato al mondo una nuova epoca
di pace e di serenità. Pochi anni dopo nacque Gesù. Si credette allora, e
per diversi secoli, che questa poesia fosse << profetica >> e, nel Medioevo,
Virgilio fu considerato un mago. Forse a questa fama contribuì anche il
nome di sua madre, che si chiamava Magìa. Oggi nessuno considera più
Virgilio un mago. È rimasta invece la sua fama di grandissimo poeta.

La sua vita.

Publio Virgilio Marone nacque il 15 ottobre dell'anno 70 a. C. ad Andes,
piccolo villaggio nei pressi di Mantova, forse l'odierna Pietole.
Il padre era agricoltore e in campagna Virgilio visse fino a 12 anni. La
natura fu la sua prima maestra ed ebbe grandissima importanza nella sua
opera di poeta. A 13 anni cominciò la sua carriera di scolaro a Cremona,
a 16 fu a Milano e l'anno seguente a Roma, dove frequentò la scuola di
eloquenza e divenne avvocato; ma questa professione era poco adatta al
suo carattere. A causa delle sue delicate condizioni di salute non prese
parte alla vita pubblica, né come cittadino né come soldato. Eppure la
guerra gli procurò egualmente grossi dispiaceri. Per ricompensare i
soldati più fedeli di Ottaviano e di Antonio, dopo la guerra contro gli
uccisori di Cesare, vennero confiscati e assegnati a loro alcuni territori di
Cremona e Mantova, fra cui anche il podere di Virgilio. Solo l'intervento
di un amico gli salvò la casa. Ma la pace durò appena un anno ed egli venne
definitivamente scacciato. Tornò a Roma e qui ebbe inizio la sua fortuna.
La capitale dell'Impero attraversava un periodo di pace e prosperità.
Dopo le lotte scatenate dall'uccisione di Cesare, l'imperatore Ottaviano
aveva potuto chiudere, in segno di pace, il tempio di Giano (che restava aperto
solo in tempo di guerra). Lo sviluppo del commercio portò a Roma nuove
ricchezze. Gli studi e le arti prosperavano; anche l'architettura ebbe un grande
sviluppo. Alla corte di Ottaviano conquistò grande importanza un cavaliere
romano, amico dello stesso imperatore, Mecenate. Egli divenne protettore di
poeti e artisti; col suo favore e quello di Ottaviano, Virgilio poté condurre una
vita tranquilla divenendo poeta di corte.

La morte a Brindisi.

Durante un lungo viaggio in Oriente, Virgilio si ammalò: la malattia si aggravò
durante il ritorno. Il poeta giunse a Brindisi allo stremo delle forze. Aveva con sé
il manoscritto del suo poema eroico, l'Eneide, che doveva ancora terminare di
rivedere, correggere e limare. Piuttosto che far conoscere una sua opera, secondo
lui non perfetta, ordinò che venisse bruciata. Ma l'imperatore Ottaviano ne proibì
la distruzione. Si trattava infatti di una grandissima opera.
Il 22 settembre dell'anno 19 avanti Cristo, il poeta Virgilio morì.
Egli venne sepolto nei pressi della città di Napoli, su una strada che ora è coperta
da un mare profondo.



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