La protesta delle colonie.


La nascita degli Stati Uniti: parte due.

La protesta delle colonie.

Il contrasto da cui ebbe origine la lotta per l'indipendenza nacque in seguito alla decisione della Gran Bretagna di far pagare in misura crescente alle colonie i costi del proprio impero americano che, dopo la guerra dei Sette anni, si estendeva dal Canada alla Florida. L'imposizione alle colonie di una serie di “dazi doganali”( come quello sullo zucchero del 1764) e di una “tassa di bollo” (1765) provocò la reazione dei coloni. Furono organizzate manifestazioni di piazza, soprattutto a opera di associazioni segrete, e fu attuato il “boicottaggio delle merci” provenienti dalla madrepatria. Della protesta si fecero interpreti le assemblee legislative e i numerosi periodici politici delle colonie, che potevano contare su un pubblico abbastanza vasto per l'epoca. Per difendere il buon diritto dei coloni, si faceva appello alla stessa tradizione del parlamentarismo britannico: in particolare al principio secondo cui nessuna tassa poteva essere imposta senza l'approvazione di un'assemblea in cui i diritti dei tassati trovassero adeguata rappresentanza. In base a questo principio (no taxation without representation) il Parlamento, dove i coloni non erano rappresentati, non aveva diritto a imporre tasse ai territori d'oltremare. Gli elementi più radicali giungevano ad affermare che le assemblee legislative, in quanto unica rappresentanza legittima delle colonie, andavano messe sullo stesso piano del Parlamento inglese. Di qui alla rivendicazione dell'indipendenza il passo era breve, e fu compiuto rapidamente.

Le << leggi intollerabili >>.

Un provvedimento del 1773 assegnò alla Compagnia delle Indie “il monopolio della vendita del tè”
nel continente americano, danneggiando gravemente i commercianti locali. Nel dicembre 1773, nel porto di Boston (centro principale dell'agitazione anti-inglese), furono assalite alcune navi della Compagnia, e fu gettato in mare il carico di tè. Il governo inglese rispose con due misure di ritorsione (le cosìddette leggi intollerabili): nel 1774 il porto di Boston fu chiuso, il Massachusetts fu privato delle sue autonomie, in tutte le colonie i giudici americani furono sostituiti da funzionari britannici. Da questo momento in poi, la ribellione divenne aperta e generalizzata.

Il Congresso contestuale.

Nel settembre '74, in un “primo Congresso continentale”, i rappresentanti delle colonie si accordarono per portare avanti le azioni di boicottaggio e per difendere con ogni mezzo le loro autonomie. Nell'aprile 1775 si ebbero i primi scontri armati fra le milizie dei coloni e l'esercito inglese nei pressi di Boston. In maggio, un “secondo Congresso continentale”, decideva la formazione di un esercito comune (Continental Army) e ne affidava il comando a George Washington. La protesta delle colonie sfociava così in una e vera propria guerra.




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