Omero. Storia.



Omero. Storia.

C'è una questione che da duemila anni a questa parte ha interessato un
grandissimo numero di letterati, critici, filologi, archeologi storici.
La questione è questa: Il poeta Omero, al quale vengono attribuiti i due
grandi poemi << Iliade >> e << Odissea >> è veramente esistito?
Per rispondere a questo interrogativo sono stati scritti centinaia di volumi,
ma una risposta sicura non è ancora stata data. Alcuni obbiettavano che
al tempo in cui sarebbe esistito questo poeta (presumibilmente verso il IX
secolo avanti Cristo) la scrittura non era ancora di uso comune e che perciò
è impossibile che una sola persona abbia composte le due lunghissime opere.
Secondo costoro i due poemi risultano dall'unione di molte leggende popolari,
composte da decine di autori diversi; solo molto più tardi, verso il VI secolo,
questi racconti sparsi sarebbero stati raccolti per iscritto e ordinati a formare
i due poemi. Altri supposero che i due poemi fossero stati originati da due
brevi racconti, molto antichi; questi racconti vennero poi tramandati oralmente
per generazioni; ed ogni volta, chi li ripeteva, li arricchiva di qualche nuovo
episodio o di qualche particolare; così si formano i due lunghi poemi che oggi
leggiamo. Altri ancora pensano che i due poemi siano opera di due autori
diversi. Sono tutte ipotesi fatte dagli studiosi per colmare un vuoto lasciato
dalla storia. Ma quale sarà la verità? Fortunati gli antichi, i quali non avevano
dubbi sull'esistenza di Omero e giunsero persino a ritrarre il suo volto nel marmo.
Che Omero sia realmente esistito è, del resto, anche il parere della critica più
moderna. Si ammette, però, di non sapere nulla di lui con sicurezza, neppure il
nome. Alcuni scrittori antichi, invece, giunsero persino, raccogliendo delle notizie
non si sa come, a costruire una vita del misterioso autore. Converrà che ci atteniamo
anche noi a questo fantasioso racconto che ha il pregio di darci dell'uomo Omero
un'immagine simpatica e commovente.

Una vita semplice e grande.

Le città dell'Egeo che si contendono l'onore di aver dato i natali ad Omero sono
per lo meno una decina: Smirne, Rodi, Chio, Colofone, Argo, Itaca, Pilo, Atene.
Il padre si sarebbe chiamato Meone, ma il piccolo sarebbe rimasto prestissimo
orfano di entrambi i genitori. Non solo orfano, ma estremamente povero: questa
della povertà è, fra tante notizie discordanti e incerte, l'unica sulla quale tutti i
biografi sono concordi. Ma è appunto questa povertà, durata per tutta la vita, che
conferisce alla figura del poeta un carattere di austera nobiltà.
Apprese le lettere e la musica alla scuola di un certo Femio, nel suo paese natale.
E quando Femio morì, egli prese il suo posto di maestro. Ma un poeta che seppe
descrivere tanti luoghi diversi non poté certo essere vissuto sempre nel medesimo
luogo. Si narra infatti che un mercante, di nome Mente, lo prese con sé come
compagno di viaggio nelle sue peregrinazioni attraverso il Mediterraneo: pare
che così Omero sia stato in Egitto, in Libia, in Spagna, in Italia. Soggiornò anche
a lungo nell'isola di Itaca, dove, certo, raccolse molte notizie sulla vita di Ulisse,
l'avventuroso re di quell'isola. Fu ad Itaca che Omero ebbe i primi sintomi di una
grave malattia agli occhi che, in seguito, lo rese cieco per sempre.
Non per questo egli cessò di viaggiare; infine sostò a Chio, dove trovò un ricco
protettore. Qui il poeta riaprì una scuola e poté completare la stesura dell'Iliade,
già da tempo iniziata. Più tardi compose il secondo poema: l'Odissea.
Ma non volle sostare troppo a lungo a Chio: forse gli piaceva viaggiare per
arricchire la propria immaginazione e trovare sempre nuovi ascoltatori ai quali far
udire i meravigliosi racconti che la sua fantasia aveva saputo creare.
Così il vecchio poeta si pose di nuovo in viaggio sul mare, finché nell'isoletta

di Io non fu fermato dalla morte.

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