Nicolò Copernico. Astronomia.
Nicolò Copernico. Astronomia.
Era una bella giornata di maggio del
1543. Nicolò Copernico stava morendo.
Quel cielo che lui aveva tanto
osservato, studiato e amato era quel giorno
azzurro e limpido. Uno dei più
grandi astronomi dell'umanità, colui che aveva
svelato all'uomo che la Terra non è
ferma ma gira ininterrottamente, stava
lasciando la vita. Nella camera
entrò uno dei suoi amici, si avvicinò al letto
del morente e gli mostrò un volume:
era la sua opera, il frutto di tutta una vita
di studi e di lavoro. Finalmente,
prima di morire, il grande scienziato vedeva
coronata la sua fatica.
La Terra gira.
Fin dall'antichità tutti gli
scienziati avevano pensato che la Terra fosse immobile al
centro dell'Universo e che intorno le
girassero il Sole, i pianeti e tutte le altre stelle.
Questa teoria era ormai antica di
tredici secoli. Era stata autorevolmente enunciata
agli uomini dall'astronomo greco
Tolomeo e fino allora l'avevano ritenuta vera.
Ma all'inizio del secolo XVI, quando
tutti gli studi scientifici ebbero una sbalorditiva
rinascita, un uomo straordinario aveva
affermato che la teoria di Tolomeo era sbagliata.
Quest'uomo era Nicolò Copernico,
l'iniziatore dell'astronomia moderna.
Le sue scoperte diedero la possibilità
di conoscere come veramente è formato l'Universo.
Scandalizzando tutti gli scienziati
dell'epoca, Copernico annunciò che la Terra su cui
l'uomo vive non si trovava al centro
dell'Universo, ma ruotava negli spazi attorno al
Sole che, invece, era immobile. Era
una scoperta rivoluzionaria, di importanza straordinaria.
Dalla medicina all'astronomia.
Nicolò Copernico (Nikolaus Koppernik)
nacque nel 1473 a Thorn, una città polacca
in territorio prussiano. Per molto
tempo Tedeschi e Polacchi si contesero la cittadinanza
di questo grande. Comunque, quando
Copernico nacque, il territorio di Thorn era polacco,
così come polacchi erano suo padre e
sua madre. Il giovane Copernico iniziò gli studi a
Cracovia e li proseguì poi in
Germania. Successivamente venne in Italia, e proprio qui,
presso le Università di Bologna,
Padova e Ferrara, approfondì i suoi studi sui libri dei più
antichi scienziati e filosofi. A
Ferrara egli si laureò in diritto canonico, ma le matematiche,
l'astronomia, il disegno, la filosofia
e la medicina furono le materie a cui lo scienziato si
dedicò con maggiore passione. Nel
1497, per seguire la volontà del padre, Copernico
divenne canonico di Frauenburg, in
Prussia. Esercitò il suo ufficio religioso con trasporto
e devozione, pur continuando a dedicare
il tempo libero alle ricerche astronomiche e agli
studi scientifici.
Un uomo modesto.
Nicolò Copernico viveva una vita
solitaria e serena. Era un uomo alto e magro, dagli occhi
vivi e schietti, semplice e generoso.
Rimaneva intere notti ad osservare le stelle; per lunghe
ore restava immobile, con lo sguardo
fisso al cielo. Abbiamo visto che nelle università italiane
Copernico si era erudito anche in
medicina. Ciò gli permise di esercitare anche la professione
di medico, che fu per lui un'altra
missione. Curava i malati più bisognosi, sacrificando intere
giornate al loro capezzale.
Somministrava cure e medicine negli ospizi della sua città, senza
mai accettare alcun compenso. Nicolò
Copernico, dunque, fu nello stesso tempo sacerdote,
medico, giurista e astronomo. Tra le
opere da lui portate a termine ricordiamo il rifacimento
del calendario, che fino a quei tempi
era rimasto quello ideato dai Romani.
Per le sue ricerche astronomiche, il
grande scienziato adoperava strumenti rudimentali, da
lui stesso inventati e costruiti; si
narra, ad esempio, che seguisse e calcolasse lo spostamento
della Luna e delle stelle attraverso un
foro praticato in una porta. Nonostante questi
sistemi empirici, che oggi farebbero
sorridere, Copernico riuscì a scoprire una delle
più importanti verità scientifiche.
La grande scoperta.
Per quarant'anni egli meditò la sua
grande teoria, e soltanto dopo un lungo periodo di
studi, di prove e di riprove, si decise
a scrivere e pubblicare il suo lavoro.
La teoria di Copernico fu accolta dagli
scienziati dell'epoca con diffidenza e ostilità:
lo presero per matto, per un
visionario. Eppure le prove che l'astronomo presentava
erano evidentissime. Lentamente, ma
decisamente, la sua teoria si impose e rese ridicole
le opposizioni degli ottusi e degli
invidiosi. Ma a quei tempi ci vollero anni non solo
perché la teoria fosse accettata, ma
anche semplicemente perché venisse conosciuta.
Tra le personalità più famose che
contrastarono le scoperte di Copernico c'era anche
Martin Lutero. L'opera di Copernico
servì di base agli studi di altri due grandi scienziati
di cui abbiamo già parlato: Galileo
Galilei e Isacco Newton.
La morte.
Temendo la burrasca che la sua scoperta
avrebbe potuti provocare nel mondo, Copernico
decise di pubblicarla in un volume sul
finire della propria vita. Sul letto di morte, poche
ore prima di spirare, egli riceveva la
prima copia del libro, sulla cui copertina era scritto
<< De Revolutionibus orbium
coelestium >> (I movimenti de corpi celesti).
Quel libro avrebbe mutato le teorie e
le concezioni fino allora ritenute valide.
Copernico guardò il volume, sorrise e
chiuse gli occhi per sempre. Era il 24 maggio 1543.
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