Il termometro. Fisica.
Il termometro. Fisica.
L'inventore del termometro fu
Galileo; lo scienziato italiano scoprì un metodo
ingegnoso per misurare le variazioni
della temperatura: sfruttare la proprietà
che hanno i corpi di dilatarsi con
l'aumentare della temperatura.
Galileo costruì un termometro ad
aria che però era molto impreciso e quindi
poco utile. Lo strumento venne
perfezionato e modificato via via da altri
scienziati. Torricelli costruì,
nel 1650, un termometro ad acqua.
Nel 1665 lo scienziato olandese
Huygens propose i cosiddetti punti fissi
(temperatura del ghiaccio e
dell'acqua bollente). Nel 1714 il tedesco Daniel
Fahrenheit (pron. Farenait) costruì
il primo termometro a mercurio.
La parola << termometro >>
deriva dal greco e significa << misura del calore >>;
ma, più precisamente, il termometro
indica la temperatura. Ecco come è fatto
e quali sono i più importanti tipi
di termometro.
Il termometro a mercurio.
Il termometro a mercurio è quello più
usato e conosciuto: è formato da un sottile
cannello di vetro che termina in un
rigonfiamento, detto bulbo. Il bulbo e parte
del cannello sono riempiti di mercurio,
mentre la parte rimanente è completamente
priva d'aria per non ostacolare la
dilatazione del mercurio. Quando il termometro
viene a contatto con un corpo caldo il
mercurio si scalda e si dilata, salendo nel
cannello tanto più quanto più alta è
la temperatura del corpo; se viene a contatto
con un corpo freddo il mercurio si
raffredda, si contrae e quindi scende lungo
il cannello. Poiché la dilatazione
del mercurio è proporzionale alla temperatura,
si può misurare la temperatura di un
corpo deducendola dalla dilatazione del mercurio.
È stato scelto proprio il mercurio
perché è la sostanza più adatta. Esso infatti ha queste
caratteristiche: è ben visibile in un
tubo di vetro; si dilata sensibilmente e più
regolarmente degli altri liquidi; si
mantiene liquido (e quindi può essere utilizzato)
entro un intervallo notevole di
temperatura; conduce bene il calore e quindi avverte
(e segna) rapidamente ogni variare di
temperatura.
Il termometro clinico.
Tutti abbiamo avuto a che fare con il
<< termometro clinico >>, quello con cui si
misura la febbre. Questo termometro è
costruito con un particolare accorgimento:
vicino al bulbo si trova una specie di
strozzatura in cui il foro del cannello si
restringe notevolmente. Quando il
mercurio si dilata viene spinto attraverso la
strozzatura; se la temperatura
diminuisce, il mercurio si contrae; ma la parte che si
trova nel cannello non riesce a
ripassare nel bulbo sottostante a causa della scarsa
coesione del metallo liquido; il
mercurio cioè si interrompe proprio in quel tratto
del termometro. La temperatura può
così restare documentata anche quando il
termometro viene messo in ambiente più
freddo. Per riportare indietro il mercurio,
si deve scuotere il termometro
prendendolo dall'estremità opposta al bulbo.
Questo tipo di termometro è chiamato
termometro << a massima >> perché indica
in qualsiasi momento la temperatura più
alta raggiunta. Esistono anche termometri
<< a minima >>; essi
contengono dell'alcool che durante la contrazione trascina un
minuscolo indice, mentre dilatandosi lo
lascia dietro di sé (e in tal modo indica la
temperatura minima raggiunta). Vi sono
inoltre termometri a massima-minima che,
come dice il loro nome, indicano le due
temperature estreme.
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