Le radiazioni atomiche e nucleari. Fisica.
Mi scuso con i miei lettori per l'immagine cruda ma reale.
Le radiazioni atomiche e nucleari. Fisica.
Radiazioni nucleari.
In un primo tempo si parlò di <<
raggi Becquerel >> , poi, studiandoli meglio,
si vide che erano costituiti da un
miscuglio di << raggi >> di vario genere.
Facendo passare un fascetto di tali
raggi attraverso lo spazio magnetizzato da
una calamita permanente, si vide che si
scomponeva in tre altri fascetti, con
caratteristiche diverse; si
individuarono così:
raggi alfa, costituiti
da nuclei di un elemento leggero: elio;
raggi beta, costituiti
da elettroni: gli stessi che causano la corrente elettrica
quando circolano
in un conduttore;
raggi gamma, simili
ai raggi X, cioè non costituiti da materia, ma da onde
elettromagnetiche,
come i raggi luminosi, essi però sono molto più energici
dei raggi x , e
possono attraversare anche i metalli.
Oggi sappiamo che
queste radiazioni possono contenere moltissime << particelle
>>:
esse sono prodotte
dal fatto che gli atomi, normalmente << stabili >> nelle
varie
sostanze, possono
talvolta esplodere, proprio come microscopiche bombe, e proiettare
tutto attorno i
frammenti del proprio nucleo, come tante piccolissime schegge, dotate
di grandissima
velocità ed energia. Per questo motivo si dovrebbe parlare
correttamente
di <<
radiazioni nucleari >>, anche se impropriamente si chiamano
talvolta << radiazioni
atomiche >>.
Ma vediamo ora come si possono produrre e utilizzare.
Sorgenti di radiazioni nucleari.
Fortunatamente la maggior parte degli
atomi non ha nessuna tendenza ad esplodere: è stabile.
Soltanto poche sostanze presentano il
fenomeno della << radioattività >>, cioè della tendenza
alla disintegrazione spontanea, ed
altre ancora possono essere indotte a disintegrarsi con
adatti metodi. Ad esempio, è
possibile produrre raggi alfa con elementi radioattivi naturali
(polonio ecc..), mentre le radiazioni
beta e gamma, di uso più generale, sono prodotte con
elementi resi artificialmente
radioattivi ponendoli all'interno di speciali macchine atomiche
(reattori nucleari). Si possono anche
produrre raggi gamma bombardando adatti materiali
con elettroni accelerati a grandissima
velocità per mezzo di altre macchine dette << acceleratrici
>>.
Utilizzazione delle radiazioni nucleari.
Questi raggi hanno una fondamentale
importanza per la ricerca, perché permettono agli
scienziati di compiere esperienze che
li portano a studiare meglio la proprietà della materia,
ed anche ad approfondire molti altri
settori di studio: inoltre cominciano ad avere varie
applicazioni industriali e mediche.
Per esempio si sfruttano le forti capacità di penetrazione
dei raggi gamma per fare delle
radiografie a blocchi di metallo: tubi saldati, pezzi di
macchinario, turbine ecc.. Se un pezzo
ha dei difetti interni, non visibili ad occhio, essi
vengono resi visibili sulla lastra che
i raggi colpiscono dopo averlo attraversato: cavità non
desiderate e fessure danno luogo ad un
maggior passaggio di raggi, cosicché sulla lastra ne
compare l'immagine, più scura.
L'utilizzazione più diffusa in medicina è invece la cura del
cancro: si sfruttano in questo caso le
pericolose capacità delle radiazioni di distruggere i tessuti
che vengono loro esposti per
utilizzarle come << bisturi >> estremamente precisi,
dirigendole
accuratamente nella zona dove si sono
accumulate le cellule cancerose da distruggere.
Si ottiene così lo scopo voluto senza
effettuare un vero e proprio intervento chirurgico,
cioè senza ferita.
Pericolosi per l'uomo e protezione.
Le radiazioni nucleari sono tutte assai
nocive poiché, come abbiamo già detto, distruggono
le cellule che attraversano, oppure ne
modificano il comportamento dando origine a disturbi
di vario genere, tra cui, assai
pericoloso il cancro.
L'uomo può essere assoggettato alle
radiazioni in due modi: per causa di un incidente o di
una esplosione nucleare, in quel caso
gli effetti dipendono dalla quantità di radiazioni
assorbite e si rivelano con vistosi
danni immediati (ustioni); oppure per effetto di una
esposizione moderata ma continua, per
esempio dovuta ad un lavoro continuativo in zone
<< calde >>, cioè
contaminate, per la vicinanza a reattori o macchine acceleratrici.
In questo secondo caso i danni sono più
difficili da mettere in evidenza, e più pericolosi
perché quando diventano visibili sono
già irrimediabili.
Siccome questo è il pericolo che
corono migliaia e migliaia di tecnici, misure particolari
sono state messe in opera per
controllare la quantità di radiazione assorbita da ciascuno
e per << schermare >> il
meglio possibile le sorgenti di radiazioni.
Queste infatti, per quanto potenti, si
possono bloccare con adatti sistemi che impediscono
loro di colpire i tecnici: spesse
pareti di cemento e blocchi di piombo schermano le radiazioni
<< dirette >>, mentre
sistemi di chiusura ermetica impediscono la dispersione di polveri
radioattive, che potrebbero essere
ingerite o inalate, e fissarsi nell'organismo dove
continuerebbero ad emettere le loro
pericolose radiazioni.
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