Il vento. Meteorologia.




Il vento. Meteorologia.

Il vento è capace di piegare, spezzare, sradicare alberi. Ma non solo, è capace
anche di modificare la forma originale persino delle rocce più dure. Le rocce
erose dal vento possono assumere le forme più strane; giganti addormentati o
buffi << sacchi di patate >>, archi enormi o templi immensi di una divinità
sconosciuta. Come ha potuto un soffio d'aria, sia pure potente, compiere queste
opere straordinarie? Con un lavoro costante; anno dopo anno, per millenni, il
vento ha scagliato contro la roccia granelli minutissimi di polvere, sassolini, scaglie
di granito, sabbia; e questi minuscoli proiettili hanno provocato ognuno una piccola
scalfittura sulle superficie della pietra. A volte, il vento è stato aiutato dalla pioggia,
che scrosciando impetuosa ha << lavato >> la roccia portando via i detriti accumulati;
ma anche nelle zone deserte e aride, il vento è stato capace di modellare le sue strane
architetture. Anzi, si è fatto aiutare proprio dalla siccità: il calore del sole ha screpolato
la pietra, riducendola in finissima sabbia che il vento ha usato come << smeriglio >>
per il suo lavoro di erosione. Neppure le grandi opere dell'uomo sono riuscite a salvarsi
dai suoi scherzi irrispettosi: uno dei monumenti più conosciuti, vistosamente rovinato
dall'azione del vento del deserto, è certo la grande Sfinge d'Egitto, che si è vista portare
via il naso.. (alto parecchi metri).

La nascita del vento.

Questa potente forza dell'aria, che ha spinto le vele di Colombo verso l'America e ha
mosso le pale dei mulini per millenni fino all'invenzione del vapore, dove si forma?
Gli antichi avevano ricamato una bella leggenda con divinità sbuffanti dagli abissi dei
vulcani o dall'alto del cielo. Ma noi sappiamo che la causa fondamentale della formazione
dei venti è la differenza di pressione che si determina fra zone vicine. L'aria calda, infatti,
pesa meno di quella fredda, e l'aria umida meno di quella secca. Perciò se una massa d'aria
viene riscaldata o si carica di umidità, diventa più leggera e va verso l'alto; il posto lasciato
libero viene allora occupato da una quantità corrispondente di aria fredda e secca, più pesante.
Il movimento della massa d'aria più pesante che corre a rimpiazzare quella più leggera è
appunto il vento.

Ciclone e anticiclone.

Quando in una zona dell'atmosfera vi è aria calda o umida, cioè leggera, si ha un'area di
<< bassa >> pressione; quando invece l'aria è fredda o secca, e quindi pesante, si ha un'aria
di << alta >> pressione. Una zona di bassa pressione circondata da zone di alta pressione
forma la cosiddetta << area ciclonica >>. Quando le masse d'aria si incontrano al centro
dell'aria ciclonica, salgono verso l'alto (colonna ascendente); ad una certa quota, col
diminuire della temperatura e della pressione, parte dell'umidità si condensa e cade sotto
forma di pioggia. Se invece una massa d'aria di alta pressione è circondata da masse a bassa
pressione, si parla di << area anticiclonica >>, con tempo asciutto e sereno, per la formazione
di una colonna d'aria << discendente >>, priva di umidità.

Venti costanti.

Ci sono venti che soffiano in continuazione, perché le cause che li producono non cessano mai.
Per esempio, all'Equatore, dove l'aria subisce un notevole riscaldamento, è sempre presente
un'area di bassa pressione, mentre aree di alta pressione si trovano costantemente ai Poli e
quasi all'altezza dei Tropici. È naturale quindi che ci siano venti che soffiano sempre, e
precisamente dalle aree di alta a quelle di bassa pressione.
I venti costanti sono:
primo gli alisei, che vanno dal Tropici all'Equatore;
secondo i venti occidentali, che spirano in zone alte dell'atmosfera;
terzo gli extratropicali, che vanno dai Tropici verso i Poli;
quarto i polari, che dai Poli vanno verso le zone temperate.
In conseguenza di queste correnti costanti si ha perciò un tempo sempre caldo e umido
all'Equatore, scarse piogge e deserti in vicinanza dei Tropici, piogge nelle zone temperato-fredde
(Europa settentrionale), e infine un freddo intenso e secco ai Poli.

Venti periodici.

Vi sono venti che cambiano regolarmente direzione dopo un certo intervallo di tempo.
Ogni sei mesi (cioè stagionalmente) cambiano direzione i << monsoni >> .
Ogni dodici ore, invece, mutano direzione le correnti di aria minori e precisamente: la
brezza di monte (dal monte alla valle, di notte, quando la valle è più tiepida); la brezza
di valle (dalla valle al monte, di giorno, perché la valle impiega più tempo a scaldarsi
e resta più fredda del monte); la brezza di terra durante la notte e la brezza di mare durante
il giorno, per ragioni analoghe.

Venti irregolari.

Uno di questi lo conoscono benissimo i triestini: è la << bora >> che dalla Penisola Balcanica
(più fredda) soffia impetuosamente verso il tiepido Atlantico. Essa raggiunge spesso i
100-110 chilometri all'ora, e in tal caso non impedisce soltanto le comunicazioni marittime,
ma anche quelle terrestri: non è raro infatti vedere una automobile scaraventata in mare
dalle impetuose raffiche di questo vento. Altri venti irregolari sono il << ghibli >>, il secco
e fortissimo vento del deserto; lo << scirocco >>, chi si carica di umidità nel suo viaggio
dalla Siria alle coste mediterranee europee, ed è quindi apportatore di pioggia; ed infine
un vento irregolare, il << fòhn >>, che scende dalle Alpi. Esso parte da zone fredde, ma
sulle vette alpine perde gran parte della sua umidità e quindi arriva più secco e caldo di

quando era partito, provocando a primavera lo scioglimento delle nevi e dei ghiacci.

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