Michelangelo Buonarroti. Storia.
Michelangelo Buonarroti. Storia.
Michelangelo scultore.
Michelangelo affermava: << La
figura è già dentro nel blocco di marmo,
si tratta di tirarla fuori, di
liberarla, togliendo il soprappiù >>. Sembra un
paradosso, non pare proprio che la
forma umana sia imprigionata nella roccia
e attenda solo di essere liberata in
tutte le sue parti? Non siamo forse portati
a illuderci che dentro al blocco
informe ci sia già un volto, una fisionomia
umana? E non siamo forse curiosi di
conoscere questo volto, dimenticandoci
che esso, in realtà, non esiste?
Michelangelo aveva iniziato questa statua per
collocarla, con numerose altre, sul
mausoleo di papa Giulio II.
Questa tomba monumentale fu un po' la
gioia e il tormento di tutta la vita di
Michelangelo. Doveva essere il suo
capolavoro, e non riuscì mai a realizzarlo.
Fu il papa stesso a commissionargliela
e l'artista, allora trentenne, accettò con
entusiasmo l'invito. Progettò
un'opera grandiosa; in essa voleva << condensare >>
tutte le perfezioni possibili ed
esprimere tutti i concetti più elevati: l'infinito,
l'eterno, la ragione, la coscienza.
Un'impresa grandiosa e complicata, dunque;
benissimo, Michelangelo si sentiva
fatto proprio per questo genere di imprese.
È tormentandosi, arrovellandosi per
risolverle, dedicò ad esse tutta la sua vita.
Fatto approvare il progetto dal Papa,
Michelangelo partì per Carrara, per
scegliere personalmente i marmi più
belli. Pignolo com'era, impiegò in questo
lavoro ben otto mesi. Ma, quando tornò
a Roma, Giulio II aveva deciso di
rimandare l'esecuzione dell'opera. Fu
il primo di tanti rinvii. Le vicende politiche,
la morte del Papa, le esitazioni degli
eredi, i molti impegni dell'artista rimandarono
di anno in anno, di decennio in
decennio l'esecuzione dell'opera. Tuttavia alcune
delle statue previste vennero compiute;
nacque così uno dei capolavori michelangeschi,
il << Mosè >>, al quale
l'artista diede la fisionomia di Papa Giulio II.
Michelangelo pittore.
Lo stesso carattere troviamo anche
nelle figure che animano i suoi dipinti. Perché
Michelangelo fu anche pittore, suo
malgrado. Egli considerava la pittura un'arte
inferiore alla scultura, e accettò
sempre malvolentieri le << ordinazioni >>di pitture.
Salvo, poi, a buttarcisi dentro anima e
corpo, a rimetterci la tranquillità, a tormentarsi,
a rovinarsi la salute e la vista, per
realizzare le pitture più grandiose e complesse che
si siano mai viste. Quel capolavoro <<
grandioso e complesso >> che non poté
realizzare col mausoleo di Giulio II,
lo realizzò dipingendo il soffitto e la parete della
Cappella Sistina in Vaticano.
Naturalmente dipinse con lo stesso occhio e la stessa mano
con cui scolpiva. Prima di tutto
limitò quasi completamente il paesaggio, la natura, gli
oggetti; il protagonista dei suoi
enormi affreschi è uno solo: la figura umana.
Le figure che popolano la volta sono
circa 300; quelle che sulla parete rappresentano il
<< Giudizio Universale >>
sono tante che forse nessuno si è preso la briga di contarle.
Ebbene. Ognuna di esse è un capolavoro
di tecnica e di espressione.
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