Il ferro. Chimica.
Il ferro. Chimica.
Un oggetto di ferro esposto all'aria
e all'acqua arrugginisce, viene
corroso e si consuma. Tutti,
certamente, abbiamo potuto osservare
questo fenomeno. Eppure esiste in
una città dell'India, a Dheli, una
colonna di ferro che da ben 15
secoli si erge in una piazza, quindi
all'aperto, e ancora oggi è
pressoché intatta; la ruggine non l'ha
quasi per nulla intaccata. Per
molto tempo la cosa aveva naturalmente
fatto pensare ad alcunché di
misterioso; alcuni credettero che gli antichi
tecnici di quel paese fossero in
possesso del segreto per la produzione
del ferro inossidabile (ricordiamoci
che la ruggine è dovuta alla ossidazione
del ferro). Ma, in seguito, la
possibilità di compiere approfondite esperienze
chirì la ragione del fenomeno. A
Dheli piove molto di rado; per di più
l'aria della zona è secchissima e
manca quindi l'umidità, la quale appunto
determina la formazione di ruggine
sul ferro.
La << bomba atomica >> dell'antichità.
Solo con molta approssimazione conosciamo la data della scoperta del
ferro.
Ancora più incerte sono le notizie sul popolo che lo usò per primo
e sulle vie
di diffusione di questo importante metallo. La cosiddetta età del
ferro, che
segue a quella del bronzo, viene fatta risalire intorno al 1200 a. C.
Ma già
fin dal terzo millennio in Mesopotamia e in Egitto si fabbricavano
oggetti in
ferro. Erano però oggetti d'ornamento; quei popoli non avevano
compreso
l'importanza della loro scoperta e non erano riusciti a perfezionare
la tecnica
di estrazione e fusione del metallo. I veri << scopritori >>
del meraviglioso
metallo furono altri popoli che con esso forgiarono armi sotto forma
di coltelli,
spade, lance, daghe. Nessuno allora resisteva più ai loro assalti;
le lance di
duro metallo non si spuntavano contro gli scudi e le corazze del
nemico, ma ne
foravano il tenero bronzo. Essi erano in possesso di una specie di
<< bomba atomica >>
che permetteva di colpire con efficacia qualsiasi nemico. Le prime
vittime di
quella << moderna arma >> furono gli Egiziani, sconfitti
nel 1300 a. C. circa dagli
Ittiti.
Il ferro compone per quasi il 5% la crosta terrestre.
Secondo le più
recenti ricerche, si è trovato che, dopo l'ossigeno (47%), il
silicio
(28%) e l'alluminio
(8%), il ferro occupa quantitativamente il quarto posto nella
composizione della
crosta terrestre, con una percentuale del 5% circa.
Naturalmente ciò
non vuol dire che questo elemento sia presente ovunque in tale
percentuale; vi
sono vaste zone non ferrose e altre dove il metallo è concentrato
con alte
percentuali. Al di sotto della crosta terrestre, negli strati più
interni della
Terra, il ferro si
trova in quantità molto maggiore ma, naturalmente, non è possibile
raggiungerlo. Si
calcola che le riserve mondiali di minerali di ferro, sfruttabili da
un punto di vista
economico, si aggirino intorno ai 200 miliardi di tonnellate.
Il ferro si trova
raramente ed in piccole quantità allo stato naturale sulla
superficie
terrestre; sono
invece abbondantissimi i minerali ferrosi e ferrici.
I più diffusi
sono: l'ematite (ossido di ferro), la siderite (carbonato), la
magnetite
(ossido) e la
limonite (ossido).
Giacimenti di ferro
sono diffusi in Francia (nella regione della Lorena), in Germania
(nelle regioni
della Ruhr e della Slesia), in Inghilterra e negli Stati Uniti.
In Italia, i
maggiori giacimenti di ferro si trovano nell'isola d'Elba.
Il ferro è uno dei
metalli più usati. Ricordiamo inoltre che l'elemento ferro è
essenziale per gli
organismi viventi. Esso è indispensabile ai vegetali perché,
assimilato dalla
pianta, permette la formazione della clorofilla; è pure
indispensabile
per gli animali e
per l'uomo, perché partecipa alla formazione delle molecole
dell'emoglobina
contenuta nei globuli rossi del sangue.
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