La legione.
L'esercito romano. Storia.
La legione.
L'esercito romano era suddiviso in
legioni. Nei primi anni della Monarchia,
esso era formato da una sola legione
che comprendeva 3 000 fanti e 300 cavalieri.
Poi, quando lo Stato romano s'ingrandì,
si portò a due il numero delle legioni,
schierando in ciascuna di esse 4 200
soldati. Al tempo delle guerre contro i Sanniti
(circa 300 a. C.), le legioni furono
portate a quattro. Il numero dei soldati di una
legione non fu mai fisso ed era
condizionato alla importanza della guerra.
Durante la seconda guerra punica, la
legione contava ancora 4 200 soldati, ma al
tempo di Cesare ne comprese anche 6
000. Durante l'impero, le legioni, di 5 000 o
6 000 soldati ciascuna, furono portate
fino a 33. A ciascuna legione di fanti veniva
aggiunto un contingente di cavalleria:
dapprima di 300 e in seguito di 900 e anche
più cavalieri. Quando l'esercito
divenne molto numeroso, si vide la necessità di
dividere ciascuna legione in tanti
gruppi, che potessero combattere all'occorrenza
separatamente. E così ogni legione
venne ripartita in 10 <<coorti >>, comprendenti
dai 500 ai 600 uomini ciascuna; ogni <<
coorte >> fu divisa in 3 << manipoli >>, di
circa 200 uomini, e, a sua volta, ogni
manipolo fu diviso in due << centurie >> che,
come dice il nome stesso, venivano a
essere costituite di un numero di soldati press'a
poco uguale a 100. Durante la
battaglia, la legione veniva schierata su 3 linee, secondo
un ordine tradizionale. Nella prima
linea si trovano gli << astati >>, nella seconda i
<< principi >> e
nell'ultima i << triari >>. Gli << astati >>,
detti così perché usavano
in combattimento lunghe aste, erano i
soldati più giovani. I << principi >> (dal latino
<< principes >> = i primi),
così chiamati perché anticamente stavano in prima fila,
erano soldati di età più matura. I
<< triari >> (dal latino >> tres >> = tre),
cioè soldati
di terza fila, erano tutti <<
veterani >>, cioè con lunga esperienza militare. Questi
soldati
formavano la legione regolare. A essa
venivano aggiunti 1 200 soldati, i << velìti >>
(dal latino << veloces >> =
veloci), che portavano armi leggere per essere liberi nei
movimenti. Avevano il compito di
aprire il combattimento e, durante la battaglia,
accorrevano dovunque fosse necessario
intervenire.
Il combattimento.
La battaglia era ingaggiata dai velìti,
che provocavano il nemico lanciando pietre e
giavellotti. Quando entravano in
azione i velìti, i tre ordini di legionari non si muovevano
ancora. Gli astati e i principi
stavano in piedi; i triari, invece, appoggiando un ginocchio
a terra, si coprivano con lo scudo. I
primi a sostenere il combattimento erano gli astati: se
non riuscivano a respingere il nemico
lasciavano il posto ai principi. Se anche questi non
riuscivano ad avere la meglio si
facevano avanti i triari che tenevano a bada il nemico,
mentre principi e astati si
riordinavano per riportarsi nuovamente in linea. Quando il
nemico batteva in ritirata, i velìti e
i cavalieri lo inseguivano. Insomma, la legione era
organizzata in modo da poter fare un
grande numero di accorte manovre in breve tempo.
Le armi dei legionari.
Vediamo ora quali erano le armi che i
legionari romani usavano durante il combattimento.
Il gladius: era una spada a doppio
taglio, lunga mezzo metro e piuttosto larga. I soldati
la portavano sul fianco destro perché,
nel toglierla dal fodero, non impedisse il braccio
sinistro che portava lo scudo.
Il pilum: era invece un'asta di legno
molto sottile e leggera, della lunghezza di circa un
metro e mezzo, che poteva lanciata a
distanza di 20 o 25 metri.
L'arco, la fionda e il giavellotto:
venivano usati dai velìti, quelli che oggi chiameremo
la fanteria leggera.
La spada e la lancia erano invece le
armi usate dai cavalieri.
In combattimento i soldati erano
difesi:
dall'elmo, di pelle, rafforzato in
metallo;
dalla corazza, dapprima di cuoio e in
seguito fatta con lastre di rame o di ferro, disposte
come le squame dei pesci;
dallo scudo, alto 1,40 m e largo 90 cm
fatto di legno e ricoperto di cuoio; una piastra
di metallo, nel centro, aveva la
funzione di deviare le aste nemiche;
dagli schinieri (dal germanico <<
skina >>, stinco), che erano solitamente di bronzo
e difendevano le gambe e gli stinchi.
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