La guerra di troia. Storia.
La guerra di troia. Storia.
Una lunga guerra.
I racconti del poeta greco sono divisi
in due poemi: << L'Iliade >> e << L'Odissea >>.
Nell'Iliade si raccontano le vicende di
una lunga guerra combattuta fra le città della
Grecia e una città asiatica, che
sorgeva presso l'attuale stretto dei Dardanelli: Troia.
Questa città era chiamata anche Ilio,
e da questo secondo nome deriva il titolo del
libro di Omero. Ecco come andarono le
cose, secondo la leggenda greca.
Priamo, il vecchio re di Troia, aveva
un figlio di nome Paride. Questo giovane principe
si era recato a Sparta, ospite di
Menelao, re di quella città. Ed ecco che un giorno Paride
commise una grave colpa: rapì Elena,
la sposa di Menelao e con lei fece ritorno a Troia.
Indignato, Menelao chiese aiuto agli
altri re della Grecia perché lo aiutassero a liberare
Elena. I principi e i re della Grecia
non esitarono ad accorrere in suo aiuto.
Erano tutti guerrieri forti e
coraggiosi: si chiamavano Achille, Agamennone, Ulisse,
Diomede, Aiace... Armarono ciascuno un
esercito e, assieme a Menelao, salparono alla
volta di Troia. Agamennone fu eletto
capo della spedizione.
Ed ecco la flotta greca ancorata sulle
spiagge di Ilio. I soldati avevano innalzato le loro
tende multicolori; al centro di ogni
gruppo si trovava la tenda, più grande e più ricca, di
un re. Aveva inizio l'assedio a Troia,
che sorgeva non molto lontano dalla costa.
Ma i greci non si aspettavano, da parte
dei Troiani, una resistenza così valorosa.
Trascorsero ben dieci anni e ancora
l'esercito greco non era riuscito a penetrare nella città
nemica. Essa era cinta da alte mura ed
era impossibile prenderla con un assalto. D'altra
parte i Troiani compivano spesso
pericolose sortite, riuscirono qualche volta a penetrare fin
nel campo dei Greci e, quasi, a
incendiarne le navi. Ettore, figlio di Priamo, ed Enea erano
i loro più forti guerrieri. Nella
campagna fra la città e il mare si susseguivano le battaglie.
Narra Omero che gli dei dell'Olimpo
seguivano con interesse l'andamento della guerra; e
talvolta scendevano sul campo di
battaglia a parteggiare per l'uno o per l'altro.
Giunone, la sposa di Giove, Minerva, la
dea della sapienza, e Nettuno, il dio del mare,
parteggiavano per l'esercito greco;
Marte, il dio della guerra, Venere, la dea della bellezza,
e Apollo, il dio del sole, erano
sostenitori dei Troiani. Nell'ultimo anno di guerra avvenne
un drammatico episodio: Achille, il più
forte eroe greco, ed Ettore, il più forte dei Troiani,
si sfidarono sotto le mura della città.
Scagliò per primo la lancia Achille, ma fallì il colpo;
Ettore invece colpì con la sua lo
scudo del nemico, ma non riuscì a trapassarlo.
Mentre si chinò per impugnare la
spada, Achille lo colpì alla gola con la lancia, che la dea
Minerva gli aveva riportato. Achille
portò al suo campo il corpo del nemico ucciso; ma
all'indomani Priamo in persona si recò,
con molti doni, nel campo nemico e implorò ad
Achille la restituzione del corpo del
figlio. E Achille, impietosito, acconsentì.
Così, nel decimo anno di guerra, Troia
perse colui che era il suo più valoroso difensore.
Ma questo non significava la vittoria
dei Greci, tanto più che poco tempo dopo anche Achille
veniva ucciso, con una freccia
avvelenata, da Paride.
L'astuzia di Ulisse.
Il modo di porre fine alla guerra fu
escogitato da Ulisse, il più astuto dei Greci. Seguendo il
suo consiglio, l'esercito greco finse
di rinunciare all'assedio e di imbarcarsi per ritornare in
patria; invece la flotta greca si
fermò, nascosta dietro un'isola poco lontana dalla costa.
Sulla spiaggia i Greci lasciarono
soltanto un enorme cavallo di legno: all'interno di esso si
erano nascosti Ulisse con alcuni dei
suoi compagni! I Troiani, come videro la spiaggia
deserta, uscirono esultanti dalla
città: credettero che la guerra fosse davvero finita.
Trovarono sulla spiaggia l'enorme
cavallo e, esortati da un greco che fingeva di aver tradito
i compagni, decisero di portarlo in
città. Per poter fare ciò dovettero aprire un passaggio
nelle mura, perché le porte erano
strette. Per tutta la giornata festeggiarono con vino e con
danze la conclusione della guerra.
Stanchi al fine si addormentarono tutti profondamente.
Ma appena la città si fu addormentata,
ecco aprirsi il ventre del cavallo: i Greci uscirono
e subito accorsero alle mura. Uccisero
le sentinelle e spalancarono le porte della città.
Fecero segnali alla flotta e questa
accorse. Tutto l'esercito greco si riversò dentro le mura
di Troia, finalmente conquistata. La
strage fu orrenda. Quasi tutti gli uomini vennero
uccisi; le donne, imprigionate, furono
portate in Grecia come schiave. Venne ucciso anche
il vecchio re Priamo. Troia venne
incendiata e distrutta. Menelao poté liberare la sposa.
Carichi di un ricchissimo bottino, i re
della Grecia si imbarcarono sulle loro navi e fecero
ritorno dopo dieci anni, alla loro
patria. Così si concluse la guerra di Troia.
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