La Seconda Guerra Mondiale.

Mauro Goretti & Aramini Parri Lucia

La Seconda Guerra Mondiale.

Il quadro generale.
Al termine della prima guerra mondiale, la situazione internazionale, come stabilita dal trattato di pace del 1919, era, a grandi linee, questa: la Germania, sconfitta, era, e doveva restare, disarmata; era nata la Società delle Nazioni, un organismo internazionale che avrebbe dovuto garantire la pace nel mondo; in Europa le nazioni vittoriose e preminenti, cioè Inghilterra, Francia e Italia, erano alleate tra loro. Nel 1939 quella situazione era però totalmente mutata: la Germania nazista si era armata sino ai denti, e con l'annessione di Austria e Cecoslovacchia portava avanti una politica fortemente aggressiva e destabilizzante; la Società delle Nazioni era impotente a risolvere le controversie tra gli Stati; l'Italia si era allontanata da Francia e Inghilterra, legandosi a potenze totalitarie e militariste, come Germania e Giappone; Germania nazista e Unione Sovietica avevano firmato un patto di intesa. Per questo, quando il 1 settembre 1939 la Germania, senza neppure una dichiarazione di guerra, invase la Polonia, la reazione del mondo fu di grande preoccupazione ma non di stupore: la guerra, tante volte annunziata, era infine scoppiata.

Sei anni di guerra.
La seconda guerra mondiale durò dal settembre 1939 al settembre 1945. Per orientarsi in questo lungo, complicato e sanguinoso periodo, seguiremo i fatti più importanti anno dopo anno. I 6 anni di guerra possono essere divisi, a grandi linee, in 2 fasi: una prima fase (settembre 1939 -ottobre 1942), nella quale vi fu una netta prevalenza della Germania e dei suoi alleati, Italia e Giappone;
una seconda fase (novembre 1942 – settembre 1945), in cui invece l'andamento della guerra mutò, sino alla vittoria finale di Inghilterra, Francia e Stati Uniti, con i loro alleati.
1939: la disfatta della Polonia, la << non belligeranza >> dell'Italia.
Il 1 settembre, la Germania attaccò la Polonia; il 3, Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania; il 5, Stati Uniti e Giappone proclamarono la propria neutralità. La Germania attaccò la Polonia con forze soverchianti, conquistandola in sole 3 settimane. L'occupazione tedesca fu subito estremamente brutale: per gli ebrei polacchi iniziava un lungo calvario che li portò prima alla discriminazione, poi all'esproprio dei beni, infine alla ghettizzazione, alla deportazione e allo sterminio. La Polonia, secondo le intese segrete del patto tra Hitler e Stalin, venne divisa: una parte alla Germania, una parte all'Unione Sovietica. L'Italia dichiarava la << non belligeranza >>, una formula che voleva dire che, pur restando fedele alleata della Germania, non entrava ancora in guerra. Di fatto, quella reticenza nascondeva una verità molto scomoda, e cioè che l'Italia era del tutto impreparata alla guerra: quasi tutte le armi leggere (fucili e mitragliatrici) e l'artiglieria erano ancora quelle della prima guerra mondiale; non esistevano carri armati pesanti; le truppe non avevano sufficienti mezzi motorizzati di trasporto e si continuavano a usare cavalli e muli; l'aviazione era di qualità inferiore rispetto a quella di Inghilterra e Francia; la marina aveva navi moderne e ben armate, ma mancava di portaerei; poche e di qualità scadente le scorte di viveri, come pure munizioni, divise benzina e gomma. Alla fine di novembre l'Unione Sovietica attaccava la Finlandia e dopo 3 mesi la conquistava. Lo scopo di questa azione, come dell'occupazione di parte della Polonia, era la creazione di una sorta di << cintura di sicurezza >> lungo i propri confini.
La Germania aveva concentrato gran parte delle sue forze sul fronte orientale polacco; sull'altro fronte, verso la Francia, non si era ancora combattuto; pareva che, nel corso del 1939, la guerra tra Germania da una parte, Francia e Inghilterra dall'altra, non fosse mai neppure stata dichiarata. 

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