La tutela del risparmio.
Mauro Goretti. |
La tutela del
risparmio.
Mettere in mano ad
estranei i risparmi di una vita. Affidare a terzi il proprio futuro
pensionistico. Depositare tutto il proprio stipendio in una struttura
bancaria. Esplicitata in questi termini, probabilmente, ognuna di
queste azioni è in grado di intimorire e preoccupare anche il
risparmiatore più spregiudicato. In realtà, si tratta di attività
che ciascuno di noi svolge quotidianamente, senza attribuirvi molto
peso, nel momento in cui apre un conto corrente, invia i contributi
previdenziali, accetta i consigli della banca di fiducia circa gli
investimenti più convenienti. La relativa tranquillità con cui si
possono svolgere queste attività quotidiane è dovuta esclusivamente
alla certezza del diritto, che protegge i clienti di banche e società
finanziarie da qualsiasi malversazione o frode, nonché dai danni che
possono derivare da asimmetrie informative e mancanza di trasparenza
da parte degli operatori del settore. La tutela dei risparmiatori
assume varie connotazioni. Anzitutto, i clienti degli istituti
finanziari hanno diritto a ricevere un avviso sulle principali norme
in materia di trasparenza e trattamento dei dati, nonché il foglio
informativo di ogni prodotto o servizio proposto dalla banca. Prima
di firmare un qualsiasi contratto, i risparmiatori devono ottenere
una copia del testo completo e una sintesi che ne riporti gli
elementi essenziali; questi ultimi devono essere espressi con
chiarezza e devono essere inclusi nel frontespizio del documento
finale. Le clausole vessatorie che includano condizioni più
sfavorevoli di quelle pattuite inizialmente o – nel caso di
prestiti e finanziamenti – tassi di interesse usurai, sono da
considerarsi nulle a norma di legge. Nei contratti di durata, la
variazione delle condizioni in senso sfavorevole al cliente deve
essere divulgata prontamente dall’istituto finanziario, che deve
anche provvedere ad inviare comunicazioni periodiche circa
l’andamento del rapporto. La tutela del risparmiatore assume anche
una dimensione economica: i depositi bancari sono garantiti dal
rischio di fallimento della banca grazie a un apposito Fondo
interbancario, fino a un importo massimo di 103mila euro per
nominativo (il totale ammonta quindi a circa 206mila euro in caso di
conto cointestato).
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