Cenni storici di Firenze, (parte due).

Mauro Goretti

Cenni storici di Firenze, (parte due).

Dal 1298 Firenze è in quegli anni un indiscusso polo di riferimento della vita culturale che trova
alcune tra le sue più illustri espressioni nell'opera del Boccaccio, del Petrarca, e soprattutto di Dante. La diffusione nell'Italia del tempo dei lavori che essi scrissero utilizzando l'idioma fiorentino in luogo della lingua latina, allora correttamente usata negli atti ufficiali e nelle opere
letterarie, fece sì che il linguaggio fiorentino si imponesse a livello nazionale. Per questo e a buon
diritto Dante viene detto il padre della lingua italiana. La già notata espansione economica della
città vide concentrarsi la ricchezza e il potere in un ristretto numero di famiglie, dando luogo ad una
forma di oligarchia. Tra queste famiglie prevalse la famiglia dei Medici, ai destini della quale fu
strettamente legata la storia fiorentina dei secoli successivi. I Medici assunsero il controllo economico e politico della città con Cosimo il Vecchio, nella prima metà del quindicesimo secolo.
A Cosimo si deve la conquista di posizioni di notevole solidità con la diffusione di attività commerciali e soprattutto finanziarie in tutta Europa. Cosimo ebbe un ruolo rilevantissimo anche
per lo sviluppo dell'arte e della cultura, che egli favorì in ogni modo dimostrando non comuni doti
di sensibilità e di intuizione. A Cosimo si deve l'iniziativa di portare a Firenze il Concilio del 1439.
Questo Concilio, l'ultimo che vide unite le chiese d'oriente e d'occidente, fu occasione di incontro
di differenti culture, ed in particolare di riscoperta del patrimonio della civiltà classica.
I caratteri dominanti dell'età classica rifluiscono nell'opera dei maggiori artisti del tempo, da Masaccio a Donatello, da Beato Angelico a Filippo Lippi. A quest'epoca risalgono il David in
bronzo di Donatello, la Cupola del Duomo del Brunelleschi, gli affreschi del convento di San
Marco del Beato Angelico. A Cosimo succede il figlio primogenito Piero, e a questo Lorenzo,
detto il Magnifico. L'appellativo pare adeguato alle eccezionali qualità dell'uomo: fine ed astuto
politico, geniale e fervido letterato, raccolse attorno a sé i migliori ingegni del tempo.
Alla corte di Lorenzo vissero letterati e filosofi quali Agnolo Poliziano e Pico della Mirandola
e artisti quali Botticelli e Michelangelo. È questo uno dei periodi più felici della storia della città
di Firenze. Periodo nel quale la malinconia ispirata dalla fugacità della vita induce ad una ricerca
quasi esasperata di sensazioni edonistiche più immediate e come tali più facilmente percepibili.
Lorenzo muore nel 1492. A lui succede il figlio primogenito Piero. Due anni più tardi l'invasione
di Carlo VIII, re di Francia, e l'instaurazione a Firenze di una nuova repubblica portò all'esilio
della famiglia dei Medici. Sono gli anni del Savonarola, un predicatore domenicano che raggiunse
grande popolarità combattendo la corruzione e la mondanità e cercando di riportare i fiorentini ai
valori morali travolti dall'umanesimo paganeggiante. Dalla famiglia dei Medici discendono due dei
primi illuminati Pontefici dell'epoca: Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico e ClementeVII,
figlio di Giuliano, il fratello di Lorenzo che fu ucciso nel 1478 nella congiura dei Pazzi.
A Clemente VII si deve l'alleanza con l'imperatore di Spagna Carlo V, alleanza che portò, dopo
alterne vicende, al definitivo ritorno dei Medici a Firenze: è del 1530 il vittorioso assedio da parte
delle truppe di Carlo V che si conclude con la caduta della repubblica. Tra coloro che si schierano
contro le truppe imperiali in difesa della repubblica fiorentina si trova Michelangelo, che si era messo a disposizione della Repubblica in qualità di ingegnere. Nonostante questo Michelangelo
potrà restare a Firenze, per terminare le sculture nella nuova Sagrestia di San Lorenzo alle quali
stava lavorando, per espressa volontà del Pontefice Clemente VII.
Quando nel 1534 muore Clemente VII Michelangelo fugge da Firenze, per andare a Roma, dove
visse fino alla morte nel 1564. Il governo di Firenze era stato affidato, nel 1530, ad Alessandro, al
quale venne data in moglie Margherita, figlia di Carlo V di Spagna. Si consolida il sottile disegno di Clemente VII, che tendeva a garantire la necessaria stabilità politica alla nuova dinastia
dei Medici attraverso un sistema di alleanze, che vide tra l'altro il matrimonio di Caterina dei Medici
con il re di Francia Enrico II. Ad Alessandro ucciso dal cugino Lorenzino nel 1537, succede Cosimo, un discendente del ramo cadetto della famiglia. Cosimo seppe mantenere un delicato sistema di equilibrio nei rapporti con la Francia e la Spagna, mettendo in pratica i fini insegnamenti
politici del Machiavelli. A Cosimo si deve anche l'espansione dell'area di influenza della famiglia,
con la conquista di Siena e la costituzione del Granducato di Toscana nel 1569. Inizia con Cosimo un periodo di nuovo splendore per la vita della città di Firenze e per la famiglia dei Medici.
A Cosimo succede il figlio Francesco I, che muore pochi anni dopo nella villa di Poggio a Caiano,
una delle più belle tra le numerose ville che i Medici fecero costruire sulle colline nei dintorni di
Firenze. Firenze si arricchisce di nuovi monumenti architettonici tra i quali il Forte di Belvedere,
opera di Bernardo Buontalenti, e gli Uffizi, del Vasari, che vanno ad aggiungersi ai prestigiosi
palazzi che alcuni anni prima erano stati fatti costruire dalle più potenti famiglie fiorentine: Pitti,
Rucellai, Strozzi. Con i successori di Francesco I i Medici non avranno più la potenza economica
e soprattutto politica di un tempo. Vivissimi rimarranno tuttavia gli interessi culturali ed artistici,
che determinarono il consolidarsi del patrimonio con l'acquisto di opere d'arte e la costituzione della
galleria degli Uffizi. A Firenze nasce anche una nuova forma di espressione musicale, che tanta
fortuna ebbe nei secoli successivi: il melodramma. Vive a Firenze sotto la protezione di Cosimo II
e Ferdinando II dei Medici, Galileo Galilei, al quale si deve una profonda innovazione nella metodologia della scienza, con l'affermazione dell'empirismo quale strumento insostituibile di conoscenza della verità. La fortuna dei Medici tramonta definitivamente con gli ultimi due Granduchi, Cosimo II e Giangastone. Con la morte della sorella di Giangastone, Anna Maria
Ludovica,nel 1743 la dinastia dei Medici si estingue. Il Granducato di Toscana passa sotto i Lorena, Principi Austriaci. Questi seppero farsi amare dai fiorentini, anche per il rispetto che
ebbero del patrimonio ereditato dai Medici. Le collezioni d'arte vennero ulteriormente arricchite.
Con una breve interruzione, corrispondente alla dominazione napoleonica, i Lorena governarono
Firenze fino al 1859, anno in cui l'allora Granduca di Toscana Leopoldo II abbandonò pacificamente Firenze al suo destino italiano. Nel 1860 si costituisce il Regno d'Italia del quale
Firenze fu capitale dal 1865 al 1871. A Firenze prende vita nella seconda metà dell'800 la scuola
pittorica dei macchiaioli, affine nello stile all'impressionismo francese, e che troverà la sua più
alta espressione nel livornese Giovanni Fattori. L'identità artistica e culturale di Firenze, così profondamente radicata nella sua popolazione e nei suoi monumenti si conserva praticamente intatta
fino ai nostri giorni, nonostante la drammatica esperienza vissuta a seguito della seconda guerra mondiale. Attualmente la città conta circa 400.000 abitanti.
Il suo tessuto economico e produttivo è tuttora marcatamente caratterizzato da quelle stesse attività
che ne determinano la fortuna nel periodo del Comune: il commercio e l'artigianato, che insieme con il turismo rappresentano le principali fonti di ricchezza. Firenze continua ad essere un punto di
riferimento culturale, con manifestazioni come il Maggio Musicale Fiorentino, la Mostra dell'Artigianato. Le sue origini storiche rivivono in alcune espressioni folcloristiche di grande
successo come il gioco del Calcio in Costume, lo Scoppio del Carro. In alcune realizzazioni
architettoniche relativamente recenti, come lo stadio comunale e la nuova Chiesa dell'autostrada,
si intravede ancora il segno di quella tradizione artistica e culturale, che ha fatto e fa di Firenze
una delle città più belle e più famose del mondo.

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