La scienza degli Egizi. Storia.
Mauro Goretti - Programmatore - |
La scienza degli Egizi. Storia.
Il
più grande e più antico scienziato che l'Egitto abbia avuto fu un
dio: il dio Thoth. Questa
divinità
sarebbe vissuta circa 18.000 anni prima di Cristo e durante i suoi
3000 anni di regno
sulla
Terra avrebbe scritto la bellezza di 36.000 volumi di scienza. Come
si vede si tratta di
cifre
piuttosto fantasiose,ma questo è ciò che gli antichi sacerdoti
egiziani raccontavano al loro
popolo.
I veri scienziati,in realtà,erano loro,ma essi preferivano far
credere all'intero popolo che
tutto
il sapere fosse di origine divina; essi ne erano soltanto i
depositari “esclusivi”; perciò
nessuno,se
non apparteneva alla loro casta,era autorizzato ad accostarsi alle
scienza.
Un compito di aritmetica.
“Dividere
10 misure di orzo fra 10 uomini in modo che ciascuno ottenga 1/8 più
del suo vicino”.
“Ad
un numero x vengono aggiunti i 2/3,1/2 e 1/7 di esso. Il risultato è
37. Qual'è il numero?”.
“Calcolare
il numero di mattoni di una data misura,occorrenti per costruire una
rampa avente
le
seguenti dimensioni”. Questi sono i problemi che avreste dovuto
risolvere se foste stati degli
scolari
egiziani. Avreste trovato qualche difficoltà nella scrittura dei
numeri; infatti gli antichi
Egizi
non conoscevano l'uso delle 9 cifre e dello 0. Il metodo di scrittura
dei numeri era tale che
per
scrivere,per esempio,9999 dovevano tracciare 36 cifre. Il più antico
trattato di matematica
lasciatoci
dagli Egizi risale al 2000-1700 avanti Cristo ed è detto “Papiro
di Ahmes”; in esso però
si
trovano riferimenti ad altri testi più antichi di circa 500 anni.
Ebbene,in questo papiro sono
spiegate
equazioni algebriche di primo grado. All'occorrenza,per risolvere i
problemi,i maestri
egiziani
vi avrebbero insegnato a far uso delle proporzioni. Anche le frazioni
erano note,ma solo
con
il numeratore 1 (eccetto 2/3 e ¾ ) . Perciò per indicare,per
esempio,5/8 scrivevano:1/2 + 1/8 .
Il più antico orologio.
Il
più antico orologio di cui si abbia conoscenza,fu trovato nella
tomba di un sovrano egizio,
Thutmosis
III,ed ora si conserva al Museo di Berlino. All'alba l'orologio
veniva rivolto verso
il
Sole; l'ombra della traversa giungeva fino alla sesta intaccatura:
era la sesta ora prima di
mezzogiorno;
poi,con il passare delle ore e levandosi progressivamente il
Sole,l'ombra si
ritirava,finché,a
mezzo dì,era diventata brevissima. A mezzogiorno l'orologio veniva
rivolto
dalla
parte opposta; man mano che il Sole si abbassava l'ombra si andava
allungando;le
intaccature
indicavano così le ore pomeridiane; al tramonto l'ombra aveva
raggiunto un'altra
volta
l'ultima intaccatura.
Gli inventori della geometria.
Gli
Egizi sono famosi per essere stati i primi esperti cultori della
geometria. Il nome di questa
scienza
deriva dalle parole greche “ghè” e “metron”,che significano
rispettivamente “terra” e
“misura”:
ossia “misurazione della terra”. Tale etimologia ci spiega i
motivi eminentemente
pratici
che diedero origine a questa scienza. Gli Egizi si trovavano molto
spesso nella necessità
di
disegnare le forme e misurare le dimensioni dei loro terreni perché
il Nilo inondando
periodicamente
le campagne,cancellava i confini preesistenti che,poi,dovevano essere
tracciati
di
nuovo. Anche la costruzione delle grandi tombe e dei templi di
perfetta forma geometrica
dovette
richiedere agli architetti lo studio delle forme e il calcolo delle
loro dimensioni. Al Museo
Egizio
di Torino si conserva la pianta della tomba di Ramses IV,disegnata
dagli architetti egiziani
in
perfetta scala 1:28. Gli Egizi,insomma,furono “costretti” a
sviluppare i primi principi della
geometria.
E ci riuscirono egregiamente. Impararono a calcolare l'area di tutte
le figure piane,
compreso
il circolo. Riuscirono anche a calcolare il rapporto fra il diametro
e la circonferenza
fino
all'approssimazione di 3,16; un risultato abbastanza vicino a quello
nostro (3,14).
La medicina.
In
un rotolo di papiro lungo 4,5 m,e risalente al 1600 avanti Cristo,noi
troviamo questo passo:
“Vi
sono vasi congiunti al cuore in ogni parte del corpo: sia che il
medico poggi le dita sulla
testa,sulle
braccia,sulle gambe,ovunque trova il cuore,perché i suoi vasi
conducono in tutte le
membra”.
Gli Egizi,dunque,avevano un concetto abbastanza chiaro delle funzione
del cuore.
Nello
stesso papiro sono descritti una cinquantina di casi di lesioni alle
ossa,da quelle della
colonna
vertebrale a quelle della scatola cranica. Per ogni caso sono
descritti i sintomi,viene
data
la diagnosi ed è prescritta la cura. I medicamenti erano sopratutto
di origine vegetale,cioè
estratti
da erbe,semi,radici. Si usavano i suffomigi,i purganti,il clistere.
Ma non si escludeva la
magia.
Anzi,era propria ad essa che si ricorreva nei casi più disperati.
Ascoltiamo questo
scongiuro,indirizzato
agli spiriti che avevano provocato un semplice
raffreddore:”Allontanati,
raffreddore,tu
che spezzi le ossa,rompi il cranio e fai ammalare le sette aperture
del capo! Vattene
per
terra,puzzi,puzzi,puzzi!”.
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