L'allergia. Medicina.
Mauro Goretti - Programmatore - |
L'allergia. Medicina.
Verso
la metà del XIX secolo, a Manchester, in Inghilterra, viveva un
certo Charles Harrison Blackley, di professione medico; egli soffriva
di una strana malattia, cioè di un violentissimo raffreddore che
sopraggiungeva, regolarmente, ad ogni estate e se ne andava con il
venire dell'autunno. Ma una volta, nel 1859 il famoso raffreddore
gli venne, all'improvviso, fuori della stagione consueta. La cosa
andò così. I suoi bambini avevano posto un vaso di erba in fiore
in una stanza in cui si entrava di rado. Qualche giorno dopo vi
entrò proprio il dottore; forse per curiosità andò a frugare in
quell'erba e, muovendola, sollevò una piccola nube di pulviscolo,
certamente polline dei minuscoli fiori. Immediatamente, il dottor
Blackley avvertì nel naso i sintomi ben noti del suo raffreddore
estivo: una violentissima irritazione alle mucose seguita da una
abbondantissima produzione di muco; più tardi gli sarebbero venuti
un senso di peso al capo e gli occhi gonfi e lacrimosi. Il dottor
Blackley uscì da quella stanza, mentre dal suo naso esplodevano
rumorosissime scariche di irrefrenabili starnuti; ma nel suo cervello
era già nata l'idea che quel polline fosse la causa del malanno.
Era come un poliziotto che avesse finalmente scoperta la pista giusta
per identificare il colpevole da quel giorni il dottor Blackley fu un
collezionista di pollini e di raffreddori; sperimentò su se stesso e
su altre dozzine di pollini diversi; costatò che anche la pelle è
sensibile a determinati estratti di polline; calcolò la quantità di
polline sufficiente nell'aria per provocare i sintomi della malattia;
giunse persino a lanciare degli aquiloni muniti di lastrine di vetro
per catturare il polline e controllare quanto ce ne fosse nei diversi
strati dell'aria. Per venticinque anni insomma, non cessò di
studiare la causa di questa malattia tanto comune: il raffreddore da
fieno. Con questi studi il dottor Blackley compì per primo una
ricerca scientifica sull'allergia.
Che cos'è l'allergia.
Per
spiegarla facciamo un esempio. Pensiamo a ciò che avviene quando si
pratica una vaccinazione: nell'organismo si innocula una piccola dose
di determinati microbi patogeni, opportunatamente indeboliti, o di
tossine (veleni prodotti soprattutto dai germi) inattive. A questa
leggerissima infezione il nostro organismo “reagisce” e, per
difendersi, produce particolari sostanze dette “anticorpi”,
capaci di arrestare l'infezione. Chiamiamo, questa, la “prima
reazione”. Dopo di che, se il nostro organismo viene aggredito dal
medesimo microbo, si ha una reazione diversa perché esso, questa
volta, è già munito degli anticorpi, che annullano immediatamente
l'azione nociva del microbo stesso. Questa seconda reazione, diversa
dalla prima per la presenza degli anticorpi, è detta “allergica”,
parola che, etimologicamente, significa appunto, “ altra reazione”.
Nel caso della vaccinazione si tratta di predisporre l'organismo ad
una allergia benefica (immunità); ma non sempre lo “scontro” fra
una determinata sostanza e i propri anticorpi specifici è così
tranquillo. Vi sono sostanze, e vedremo quali, che impegnano con
essi una violenta battaglia. Durante questa “battaglia” (che in
linguaggio medico si chiama”reazione”) si produce, in modo
improvviso e violento, una “scarica” di sostanze particolari,
dette “istaminiche”. Sono queste sostanze che danno luogo alle
manifestazioni visibili della malattia: eczemi della pelle,
raffreddori, vomiti, difficoltà di respirazione (asma) ecc. Il
genere di queste manifestazioni varia a seconda della sostanza che le
ha provocate.
Le sostanze allergiche.
Sostanze
allergiche medicamentose: l'aspirina,
il chinino, l'acido salicilico, gli antibiotici sono fra queste
sostanze; esse possono provocare agitazione nervosa, vomito, prurito,
eczemi e orticaria, difficoltà nella respirazione e abbassamento
della pressione arteriosa.
Sostanze
allergiche vegetali: possono
essere, oltre al polline di alcune graminacee, i semi e le farine di
cereali, la paglia, certe foglie e i crini vegetali che imbottiscono
i materassi. Fra le malattie allergiche prodotte da queste sostanze
sono il raffreddore da fieno e parecchie forme di asma bronchiale.
Sostanze
allergiche prodotte da epidermidi di animali: circa
il 10% dei casi di asma bronchiale è dovuto all'allergia verso
sostanze che si staccano dalla cute degli animali domestici.
Sostanze
allergiche alimentari: latte,
uova, fragole, funghi, gamberetti.
Sostanze
allergiche varie: gli oli
eterei, la trementina, la polvere.
La cura delle malattie allergiche.
Le
malattie di origine allergica hanno manifestazioni così diverse che
non può esistere una cura uguale per tutte; tuttavia, data la loro
origine comune, si è potuto stabilire un metodo per prevenirle: esso
consiste nell'individuare la sostanza che ha provocato la malattia.
Se si tratta di un medicinale o di un alimento la cosa è abbastanza
facile, perché il male si manifesterà regolarmente subito dopo aver
ingerito quel dato farmaco o quel dato cibo. Altrimenti è
necessario praticare un gran numero di prove per cercare di scoprire
la sostanza “colpevole”. Uno dei metodi seguiti per tale ricerca
consiste nell'applicare, sulla pelle del dorso dell'individuo,
mediante cerotti, sostanze “sospette” di provocare un'allergia;
dopo qualche giorno si osserva lo stato della cute per controllare se
una di esse ha provocato manifestazioni allergiche. Ma dato il gran
numero di sostanze possibili è talvolta difficile riuscire nella
ricerca. Nei casi più gravi si può allora cercare di modificare la
reattività del malato iniettandoli sangue o siero. Esistono
attualmente dei preparati “antistaminici”; essi rendono innocua
l'istamina (la sostanza prodotta dallo “scontro” fra l'allergene
e gli anticorpi) impedendole di irritare l'organismo.
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