La Centrale Idroelettrica.
La Centrale Idroelettrica.
E'
capitato a tutti,nel corso di qualche gita in montagna,di imbattersi
in laghi artificiali
provocati
dallo sbarramento di una valle con una diga,fiancheggiati da una
lunga
tubazione
in discesa lungo un ripido pendio;si tratta di impianti produttori
energia
elettrica,che
sfruttano l'energia di caduta dell'acqua,impianti che prendono
genericamente
il
nome di “centrali idroelettriche”.
Cattura e raccolta delle acque.
La
centrale idroelettrica è così chiamata perché utilizza l'energia
di caduta dell'acqua per
produrre
energia elettrica;il prefisso “idro”
viene dal greco “ydor”,che
vuol dire,acqua.
Di
solito l'idea di centrale idroelettrica si associa immediatamente
all'ambiente montano.
Ciò
corrisponde alla realtà nei paesi che sono privi di grandi fiumi a
portata d'acqua
relativamente
costante,ma le centrali idroelettriche,dove la situazione ambientale
lo
consente,si
costruiscono anche sbarrando il corso di un fiume. In Italia abbiamo
scarsi
esempi
di queste centrali “ad acqua fluente”,che
danno invece produzioni elevatissime
di
energia sui grandi fiumi,quali il Mississipi e il Volga. Gli impianti
idroelettrici delle
regioni
montuose,comunissimi nelle Alpi,si costruiscono dopo un accurato
studio geologico
e
idrologico tendente ad accertare l'esistenza delle condizioni
giustificanti la spesa
dell'impianto,che
è molto elevata. Occorre infatti che l'acqua sia presente in
quantità
elevata,e
che la natura del terreno ne consenta l'accumulo senza pregiudizio
per la
sicurezza
delle popolazioni. Se tutto va bene,si decide di fare la diga che
condanna una
valle
alla sommersione. Le acque di torrenti e torrentelli,alimentati dallo
scioglimento
dei
nevai e dalle precipitazioni atmosferiche,riempiono lentamente il
bacino artificiale
che
si è formato.
Utilizzazione del salto d'acqua.
Dal
“lago artificiale”,l'acqua
viene condotta alla centrale mediante tubature di grosso
diametro,che
seguono il percorso più breve allo scopo di sfruttare il massimo il
“salto” o
dislivello
disponibile. Se è necessario,vengono scavate nella roccia lunghe
gallerie per
offrire
un conveniente passaggio all'acqua,integrando così i tratti di
conduttura in tubo
d'acciaio
che viene rinforzato,nelle parti più basse (dove maggiore è la
pressione d'impianto
fermo),da
robusti cerchioni,anch'essi in acciaio. Il complesso del percorso tra
il bacino
artificiale
e la centrale prende il nome di condotta forzata. Per
consentire il libero sfogo
alla
sovrappressione che si forma alla chiusura dell'afflusso (il
cosiddetto “colpo d'ariete”),
la
condotta forzata è messa in comunicazione con un lungo sfiato
verticale,che prende il
nome
di pozzo piezometrico (dal
greco “piezo”=
premere). All'uscita dalla condotta forzata,
l'acqua
ha acquistato la massima energia cinetica cioè,scendendo
nella tubazione,ha
trasformato
la perdita di quota in velocità:è con questa velocità che verrà
mandata contro
le
pale della turbina per farla girare.
Turbina e alternatore.
La
turbina è il perfezionamento delle antiche ruote idrauliche che
ancora oggi fanno girare
i
mulini. La turbina è stata minuziosamente studiata affinché
l'energia dell'acqua si
trasferisca
ad essa con il minimo possibile di perdite. Nell'impianto con le pale
della
turbina,la
velocità dell'acqua si trasmette ad essa facendola girare più o
meno velocemente.
Appositi
dispositivi provvedono a regolare la portata dell'afflusso,ossia la
quantità d'acqua
che
viene mandata contro la turbina,modificando la velocità di
rotazione. La turbina è
collegata
direttamente con una macchina generatrice di corrente
elettrica alternata,
denominata
alternatore,capace di
produrre energia elettrica utilizzando energia cinetica,
ossia
l'energia conseguente alla velocità di rotazione della turbina. Come
si vede,la
produzione
di energia idroelettrica si svolge attraverso un susseguirsi di
trasformazioni
energetiche,incominciando
dall'energia che l'acqua del lago artificiale possiede,rispetto
alla
centrale,in virtù della posizione sopraelevata che occupa. Questa
energia di posizione
è
detta energia potenziale. Cadendo,l'acqua
scende a posizioni sempre più basse perdendo
energia
potenziale,ma acquistando una corrispondente carica di velocità
(energia cinetica),
che
trasferisce alla turbina,e da qui all'alternatore. La corrente
elettrica prodotta
dall'alternatore
deve essere a tensione relativamente bassa (circa 10.000 volt),ma in
queste
condizioni il suo trasporto ai luoghi di utilizzazione sarebbe assai
oneroso,perché
una
gran parte dell'energia verrebbe dissipata lungo i fili
dell'elettrodotto. Si deve perciò
ricorrere
al trasformatore,che
innalza la tensione a valori molto elevati (fino a 380.000
volt
e anche molto di più) prima di immettere l'energia nella linea di
trasporto. Giunta ai
luoghi
d'impiego,la corrente è nuovamente abbassata di tensione per poterla
utilizzare nelle
comuni
abitazioni.
Centrali termoelettriche ed elettronucleari.
Le
disponibilità di energia idraulica non sono tali da sopperire,di
regola,all'intero
fabbisogno
energetico di una nazione. Si produce allora energia elettrica anche
sfruttando
l'energia
termica conseguente alla combustione di metano,nafta,carbone o altro.
I relativi
impianti
prendono il nome di centrali
termoelettriche (dal
greco “thèrmos”=
calore).
Anche in questo caso gli
alternatori sono collegati a turbine,le quali però vengono fatte
ruotare da getti di vapore
acqueo ottenuto grazie al riscaldamento dell'acqua in apposite
caldaie.
Negli ultimi tempi hanno preso grande sviluppo le centrali
elettronucleari,ossia
delle centrali termoelettriche
nelle quali il riscaldamento dell'acqua è provocato dal calore
che si sviluppa dalle reazioni
nucleari controllate.
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