Le molteplici attività di Cosimo Ridolfi


Le molteplici attività di Cosimo Ridolfi

L'Ottocento è stato il secolo dei grandi filantropi:degli uomini che,
potendo disporre di un cospicuo patrimonio familiare e di un
consolidato prestigio sociale,parteciparono diisnteressatamente
al governo della cosa pubblica,promossero istituzioni
scolastiche e assistenziali senza fine di lucro,si dedicarono
agli studi scientifici e tecnologici di promuovere il progresso
civile più che da ambizioni speculative. Il marchese Cosimo
Ridolfi,nato nel 1794 da una delle più antiche famiglie
fiorentine,fu uno di questi. Rimasto orfano del padre a sei
anni,manifestò un interesse precoce per le scienze
biologiche e fisiche,scrivendo un manuale di botanica
appena quindicenne e realizzando in casa un laboratorio
di chimica. Non ancora ventenne,nel 1813 divenne membro
dell'Accademia dei Georgofili,dove lesse un'interessante,e
per i tempi,rivoluzionaria relazione sulle teorie della
scuola lancasteriana. Promosse una società delle
scuole di reciproco insegnamento,fin quando nel 1834
fondò a Meleto il suo istituto tecnico agrario,finalizzato
alla creazione di quadri efficienti per l'agricoltura.
Nel frattempo il prestigio derivatogli dai suoi studi
e dai suoi viaggi all'estero,nel corso dei quali conobbe
tra l'altro Carlo Alberto,gli valse la cattedra di Agraria
all'Università di Pisa,la nomina a direttore della Zecca
toscana e della Pia Casa di lavoro,mentre fondava,
in collaborazione con il Lambruschini e con il Vieusseux,
il "Giornale Agrario Toscano". Ma altrettanto importante
fu la sua decisione di fondare a Firenze,alla fine di
promuovere il credito,sottraendo molte imprese alle
spire dell'usura,una Cassa di Risparmio destinata
a vita prospera e duratura,sul cui modello si sarebbero
sviluppati molti analoghi istituti di credito toscani.
In politica,il marchese Cosimo fu meno fortunato.
I suoi rapporti con i Lorena conobbero fasi alterne.
Dapprima beneficiò della loro fiducia,tanto che gli
venne affidata l'educazione degli arciduchi.
In seguito però le sue simpatie per Gino Capponi,
suscitarono la perplessità del Metternich.
Nel 1847,in occasione della svolta riformistica,
fu chiamato al Ministero dell'Interno e l'anno dopo
alla presidenza del Consiglio dei ministri,ma fu
molto presto sopraffatto dagli avvenimenti e
dall'ascesa al potere del Guerrazzi e,dimessosi
da tutte le cariche,si ritirò nella sua tenuta di
Meleto e poi alla Spezia.
Visse ai margini della vita politica anche durante
la seconda restaurazione,non condividendo la
scelta della dinastia di tornare in Toscana
scortata dalle baionette austriache. Titolare
del dicastero dell'istruzione e "ad interim"
degli Affari Esteri del Gabinetto provvisorio
insediatosi dopo la cacciata dei Lorena,
il 27 aprile 1859,accettò la nomina a
senatore del regno,lui che era stato ministro
dei Lorena.
 

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