L'Egitto e il suo processo evolutivo.
L'Egitto e il suo processo evolutivo.
Nei
tremila anni di storia egizia anche i concetti e le
credenze
religiose mutarono con l'evolversi della
situazione
storica. La storia dell'evoluzione del
Divino
può iniziare con l'Antico Regno quando sotto
le
dinastie thinita e menfita la religione egizia presenta
le
strutture ormai consolidate di una teologia,di una
cosmologia,di
riti e di pratiche liturgiche.
I
Testi delle Piramidi sono gli scritti che testimoniano
la
tendenza verso idee e divinità universali che
influenzarono
l'Egitto fino alla V dinastia. Al
sovrano
era riservata la funzione di intermediario
tra
gli dei e gli uomini,che non nutrivano dubbi
su
questo compito specifico del re. Il faraone,
personificazione
terrena di Horo,vegliava sul
benessere
dei suoi sudditi e ne era il solo responsabile:
i
grandi monumenti funerari innalzati in suo onore
proteggevano
anche il popolo,i sudditi fedeli
rimanevano
sotto la protezione del sovrano anche
dopo
la morte. La religione funeraria presenta in
questo
periodo alcune contraddizioni:il defunto,
se
è un privato,può sopravvivere come stella,oppure
viaggiare
in un mondo sotterraneo,dove il sole si
rifugia
dopo il tramonto;se il defunto è un sovrano
sale
al cielo nella barca di Ra. Grande importanza
si
annetteva alla conservazione del corpo del morto,
per
cui era favorita la pratica della mummificazione,
la
cui tecnologia rituale si espande con la fortuna del
culto,perfezionandosi
sempre più grazie al carattere
scientifico
della religione stessa. Ad una concezione
realistica
dell'aldilà,immaginato simile alla vita terrena,
si
connetteva poi la credenza che il defunto fosse
costretto
a lavorare:per evitargli questa fatica,a
partire
dal Medio Regno si ponevano nella tomba
figurine
di uomini (shuebte) destinate a lavorare per
lui.
Questa fondamentale e serena concezione subisce
una
scossa alla fine dell'Antico Regno,con il venir
meno
dell'autorità regale. La rivoluzione che pone
fine
alle dinastie menfite distrugge i privilegi ed
estende
in ambito più vasto i vantaggi,anche
religiosi,delle
classi dominanti. Un senso di
insicurezza
succede alla pacifica coincidenza e
sorge
infine un'esigenza di uguaglianza tra gli
uomini,di
giustizia (maat),di norme morali.
Anche
i morti non sono più distinti:Osiride,fin
dalla
VI dinastia,è promotore di un processo di
democratizzazione
dell'oltretomba. Ad Abido
cominciano
a farsi seppellire i notabili del tempo,
per
fruire anch'essi,emuli del re,nella pace divina.
E'
questa l'epoca in cui non mancano esempi di
sfiducia
nella sopravvivenza,con conseguente invito
a
godere le gioie terrene. Nel Nuovo Regno il
destino
dei morti è sottoposto ad un giudizio
(illustrato
nel capitolo 125 del Libro dei Morti):
il
defunto compare davanti agli dei del tribunale
di
Osiride e deve dimostrare la sua rettitudine
in
vita ed è accanto a una bilancia che reca su
un
piatto il suo cuore e sull'altro la piuma di
struzzo,simbolo
della dea Maat,in attesa del
confronto
dei due pesi,fatto da Anubi o da Horo
(psicostasia).
Solo ai giusti sarà concessa l'eterna
sopravvivenza,i
malvagi moriranno di nuovo e
definitivamente,senza
lasciar più traccia di loro.
Il
Medio Regno si apre verso il 2060 a. C. con
la
seconda metà dell'XI dinastia,dopo un periodo
turbinoso
di quasi duecento anni,e ristabilisce
l'ordine
e la tranquillità nel Paese.
L'origine
tebana dei faraoni porta,in questo periodo,
a
grande importanza il culto del dio locale Ammone,
che
ben presto diventa la divinità nazionale,talvolta
assimilato
a Ra nella forma Amon-Ra.
Nel
frattempo il faraone estende il privilegio reale
a
funzionari e notabili del tempo,inoltre,ad opera
di
un processo di democratizzazione in corso,i
“segreti
del faraone” diventano di dominio pubblico.
Dopo
il Secondo Periodo Intermedio,l'inizio del
Nuovo
Regno vede la vittoria degli Egizi sugli
Hyksos
(XVI secolo) nel nome glorioso della
divinità
di Tebe,divenuta una divinità nazionale,
che
non ha difficoltà a fondersi pure con il culto
osiriano.
Frattanto nuove concezioni e nuove
esigenze
religiose penetrano nel Paese attraverso
le
conquiste di terre straniere e i contatti con i
popoli
asiatici,contaminando la purezza della
religione
egizia. Ad Ammone,rappresentato in
forma
umana con un copricapo a modio sormontato
da
due piume diritte,il faraone consacra fastosi
templi
e dedica le prede di guerra,con il risultato
concreto
che i templi si arricchiscono e il clero di
Ammone
assume,a poco a poco,uno straordinario
potere,che,talvolta,scavalca
l'autorità regia,per
imporsi
definitivamente alla fine di questo periodo.
Tutto
questo sfocia,verso la fine della XVIII dinastia,
in
una rivoluzione religiosa voluta da Amenofi IV,
che,sorretto
da un'educazione non ortodossa e dai
sacerdoti
heliopolitani,abolisce il culto di Ammone
per
sostituirlo con il culto monoteistico del disco
solare
di Aton,unico dispensatore di vita a tutto
il
creato. Le altre divinità sono ridotte a manifestazioni
secondarie.
Egli cambia il suo nome in quello di
di
Ekhnaton (colui che è utile ad Aton) e in onore
della
nuova divinità fonda anche una nuova capitale,
Ekhetaton.
Il monoteismo di Ekhnaton è una breve
parentesi
destinata a non sopravvivere all'autore:
il
politeismo continua il suo cammino e il culto di
Ammone
è restaurato in tutto l'Egitto. La divinità
protegge
le campagne militari dei sovrani ramessidi
e
in questa pace di nuovo conquistata fiorisce la
pietà
individuale,anche nei ceti operai e artigiani.
Verso
l'VIII secolo vi è una ripresa della tradizione
dell'Antico
Regno e l'esperienza religiosa si frantuma
in
una serie di piccoli culti a divinità locali,a esseri
semi
divini,geni e personaggi divinizzati. Il popolo
si
libera dalla predominanza del culto di Ammone
e
di altre divinità tradizionali e tornano divinità
popolari
del primo periodo,accanto a culti zoolotrici
quali
quelli del bue Api (già dalla II dinastia),come
immagine
di Ptah,del toro Mnevis immagine di Ra,
del
capro di Mendes immagine di Osiride,dell'ariete
Khnum
plasmatore dei corpi umani adorato a
Elefantina
e del coccodrillo Sobek adorato a
Crocodilopolis.
Osiride invece non conosce morte
e,come
nel mito,sopravvive anche ai mutamenti
della
storia e della religione;sempre più ogni uomo
che
muore è Osiride. Alessandro Magno mostra
simpatia
per il culto egizio e si dichiara figlio di
Ammone.
L'età tolemaica conosce poi con Tolomeo
Sotere
il culto di Serapide,prodotto dal sincretismo
nato
dall'esigenza di fondere culti greci ed egizi,
una
nuova forma di Osiride-Api concilia il mito
di
Dionisio con quello di Osiride e dei rituali
certamente
misterici. Tolomeo II Filadelfo dedica
la
sua sposa e sorella Arsinoe fissando così la
tradizione
tolemaica il culto della coppia reale,
evoluzione
dell'antico culto del faraone re e dio.
In
questo periodo tale religione composita
(greca
ed egizia) si diffonde e viene esportata
nell'intero
bacino del Mediterraneo:con il passaggio
al
potere del senato e del popolo romano Iside
vedrà
edificare a Roma in Campo Marzio e in
altri
luoghi un tempio in suo onore. I Romani
rispettavano
per tradizione la religione dei popoli
vinti,ma
dagli dei dell'antico Egitto furono
profondamente
affascinati (Domiziano fece
restaurare
i templi di Horo e di Hathor).
Il
cristianesimo egizio si dimostrò poco tollerante
verso
gli dei dei vari nomi,sopratutto a partire
dal
IV secolo,anche se fino alla prima metà del
VI
secolo sopravvisse a File il culto di Iside nel
suo
tempio. Solo Giustiniano tolse ogni traccia
dei
culti antichi di una religione plurimillenaria.
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