Il Gabinetto Vieusseux


Il Gabinetto Vieusseux

La venuta a Firenze,e la fissazione in essa della sua sede,
di quel lucido ingegno che fu il ginevrino Giovan Pietro Vieusseux,
rappresentò il primo momento attivo di tale risveglio,tanto più che
il tipo di apertura culturale promosso dal Vieusseux,ben lungi
dall'essere un fatto indiviadualista,tendeva a comunicare con
le energie potenziali dell'ambiente ed ad avviare un primo
nucleo di uomini pronti ad impostare una nuova problematica
nell'etica associata. Quel nucleo in via di formazione tra il
1819 e il 1825 poteva contare su personaggi di alta qualità,
da Bettino Ricasoli a Gino Capponi a Cosimo Ridolfi,da
Raffaello Lambruschini a Pietro Thouar ad Enrico Mayer
e allo stesso tempo Tommaseo,tutta gente di diversa
formazione culturale,ma tutta convergente sulla somma
dei problemi pubblici:l'istruzione,la formazione scientifica
e professionale,la scienza pura e quella applicata,
l'interesse alla pubblica amministrazione,alla finanza,
all'agricoltura,al commercio;e ancora la promozione di
istituti di cultura,di istituti di credito,attenzione e cura
assidua ai vari ceti della società del tempo,specie
dell'ambiente rurale,non senza un vigile e assiduo
sguardo alle condizioni politiche generali della
penisola. Il programma del gruppo infatti,era
inscritto nell'emblema del loro medesimo programma:
educazione,istruzione,cultura. E il "Gabinetto
scientifico-letterario",fondato dal Vieusseux nel
maggio del 1819,intendava essere lo strumento
operativo raccoglitore delle varie energie e possibilità
di contributo e promotore delle pratiche rispondenti
a siffatto programma. L'adesione immediata del
Capponi,reduce da lunghi e fruttuosi viaggi all'estero
nel precedente quinquennio,dette luogo alla realizzazione
della già vagheggiata rivista che avrebbe dovuto
accogliere e diffondere la fitta discussione sulle
materie accennate. Fu essa l'"Antologia",iniziata
nel 1821,e anche per dodici anni svolse un ruolo
di primissimo piano,non solo in sede Toscana,ma
anche nazionale,per l'agitazione delle nuove idee.
E a conferma di quanto poco sopra si accennava,
trovarono ampia e assidua ospitalità nel periodo
le trattazioni dei temi più svariati:dell'agricoltura,
onorata degli scritti del Ridolfi,del Tartini Salvatici,
del Balbiani,del Montani e dello stesso Capponi,
curatori e commentatori delle nuove tecniche
agricole,alle scienze storiche,che ebbero nel Capei
il volgarizzatore della grande scienza storica
germanica del Niebhur e del Savigny,nel Forti
e nel Montani i promotori delle ricerche d'archivio,
delle cronache e delle storie municipali,nel Cibrario
il dissertatore di vari problemi storiografici,e in
genere nella cura comune dei collaboratori la
massima attenzione alla storiografia transalpina
riportabile ai nomi prestigiosi di Guizot,di
Thierry,di Michelet;dalle scienze storiche
all'educazione,seguita in modo particolare
dal Lambruschini,dal Mayer e dal Forti,sensibili
quanto mai ai problemi della scuola e
dell'insegnamento tanto a livello infantile
quanto a livello accademico,attraverso proposte
elaborate tendenti a problematizzare con
mentalità tutta nuova l'educazione dei fanciulli
connessa con un programma metodico di
nuove strutture scolastiche e di nuove
biblioteche e il riformato impegno delle
Università sul piano delle scienze morali
e di quelle politico-economiche. Non solo,
ma oltre il discorso culturale,l'"Antologia"
sviluppava i germi di altre iniziative chiamate
espressamente alla pubblica utilità:il
perfezionamento della stampa mediante il
procedimento litografico (merito precipuo del
Ridolfi),l'istituzione di istituti intesi all'insegnamento
delle discipline tecniche (anche questa iniziativa
è del Ridolfi),la fondazione di istituti bancari
basati sul concetto primario del risparmio,
quale fu appunto,a partire dal maggio del
1829,la "Cassa di Risparmio di Firenze"
(la quarta in Italia dopo quelle di Venezia,
di Milano e di Torino). Mirabile compito dunque,
questo dell'eclettica ma unitaria "Antologia"
fiorentina. E anche quando,nel marzo del
1833,essa venne soppressa per il suo eccessivo
spirito liberale per le sue pressioni esercitate
dalle potenze della Santa Alleanza sul governo
toscano,il suo compito non andò ad esaurirsi,
continuandosi nelle nuove pubblicazioni
moralmente attingenti del suo esempio:
il "Giornarle Agrario Toscano",la "Guida
dell'Educatore",l'"Archivio Storico". Un
elogio incondizionato corre dunque all'indirizzo
dell'uomo eminente,promotore di tanta e
così qualificata somma di iniziative,quel
Giovan Pietro Vieusseux animatore di una
cultura,la cultura toscana proto-ottocentesca,
o,senz'altro,ottocentesca,che non ebbe,
se non forse nella Milano del "Conciliatore",
figure concorrenti in tutta l'Italia del tempo.
Cultura,ripetiamo,a tutti i livelli e in tutte le
direzioni,fra cui,come già dicevamo,eminenti
quelle rappresentate dalle due forme
relativamente parallele della cultura della
terra,la problematica agraria,e della cultura
più propriamente umana,quella aperta sui
problemi dell'educazione.
 

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