La gioventù toscana del Carducci.
La gioventù toscana del Carducci.
Figlio di Michele
un medico di sentimenti liberali,
che anche per la
sua ostilità a regime lorenese si
vide confinato in
condotte di campagna,Giosuè
Carducci trascorse
l'infanzia in alcuni centri minori
della campagna
toscana,seguendo il padre nei
frequenti
traslochi impostigli dal suo lavoro.
A Valdicastello
oggi intitolata a Carducci
nei pressi di
Pietra Santa,si trova tutt'ora la
sua casa nativa,in
cui sono custoditi alcuni
ricordi del poeta
e un suo busto nel giardino.
Ma di quella prima
abitazione il poeta,che
ne venne via ad
appena tre anni,non serbò
ricordi. Molte e
vive memorie conservò
invece di
Bolgheri,nei pressi di Cecina,
piccolo
agglomerato di case su un colle
ricoperto di ulivi
secolari,che fu a lungo
castello dei conti
Della Gherardesca. Il
piccolo Giosuè vi
soggiornò dai tre ai
quindici anni:gli
anni della fanciullezza
e dell'adolescenza
in cui lo splendido
paesaggio
maremmano si impresse
indelebilmente
nella sua memoria,in
poesie come
“Davanti San Guido” e
“Traversando la
Maremma toscana”.
Dopo il soggiorno
a Bolgheri,il medico
Michele subì un
ulteriore trasferimento,
nella vicina
Castagneto,oggi Castagneto
Carducci,in cui
Giosuè già infervorato
di passione
patriottica come i genitori,
visse i mesi
tumultuosi del Quarantotto
e della “prima
guerra d'indipendenza”.
Da lì il futuro
poeta avrebbe spiccato il
gran balzo per
Firenze,dove dal 1849
al 1852 studiò
presso i Padri Scolopi,
alternando la
traduzione delle odi di
Orazio con la
lettura dei versi del Prati.
Il giro della
Toscana del Carducci
proseguì,nel
1853,a Pisa,dove studiò
lettere alla
Normale,e toccò infine San
Miniato,detto
ancora al Tedesco,dove
insegnò nel
locale ginnasio pubblicando
le sue prime
poesie dedicate al Leopardi
e al Giordani.
Malvisto dal governo
granducale per le
simpatie liberali e
certo giovanili
giacobinismo,il Carducci
perse l'anno
successivo l'incarico,ma
non rimase a lungo
disoccupato.
Dopo la caduta del
governo granducale
e l'annessione
della Toscana al Regno
d'Italia,il non
ancora ventiseienne Giosuè
era nominato da
Terenzio Maniani professore
di Letteratura
italiana all'Università di Bologna.
Divenuto emiliano
per lavoro,il Carducci avrebbe
conservato sempre
nel cuore il ricordo della nativa
Toscana e in
particolare della dolce terra di Maremma,
“onde portai
conferme l'abito fiero e lo sdegnoso canto
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