Il Regime Lorenese


Il Regime Lorenese

Si diceva che la fine del dominio mediceo e l'avvento del regime
lorenese costituì il passaggio ad una fase di storia nuova della
Toscana. Effettivamente,fu così. Il fallimento della disperata
ricerca intesa a trovare una possibile continuazione del governo
tenuto per due secoli dell'ormai tradizionale dinastia e,in
sott'ordine,di riuscire a mantenere un minimo di garanzia
con l'autodecisione del popolo toscano tramite il suo organo
rappresentativo più cospicuo,ossia il Senato granducale,
dimostrano l'effettivo esaurimento di una formula cui non
corrispondeva più una reale forza politica capace di imporsi
e di dettare un suo orientamento. In un mondo,più che
italiano,europeo,già definitosi a livello delle grandi entità
nazionali e statuali,in precario equilibrio sulla base dei
trattati westfaliani e pronto a sfruttare ogni occasione
favorevole onde riassestare quel medesimo equilibrio
di continuo pregiudicato e messo in pericolo (l'epoca
delle guerre di successione lo dimostra),la Toscana
non aveva più modo di far sentire autorevolmente la
sua voce. Perciò,una volta chiusasi l'agitata stagione
delle guerre di successione,e già,in prospettiva,
quando ancora la serie conflittuale europea non
aveva sortito del tutto il suo esito,la Toscana fu
considerata ed usata,nel concetto politico-diplomatico
continentale,quella moneta di scambio. La meccanica
di questo gioco l'abbiamo già rammentata. Nella
pace di Vienna del 1738,a guerra di successione
polacca ormai conclusa,l'attribuzione al principe
polacco Stanislao Leszczynski della Lorena
e il conseguente cedimento della Lorena medesima
cui fu indotta la dinastia locale,portò quasi di
necessità a considerare il compenso da dare
alla medesima casata lorenese rimasta priva
del suo principato. Questo promesso compenso,
vista la vacanza principesca data dall'istituzione
medicea,fu la Toscana. Di fatto,già nel luglio 1737,
tramite l'iniziativa imperiale,i Lorena diventavano
i signori della Toscana,continuando nel titolo
granducale la linea medicea.
L'operazione fu giudicata come un'alta operazione
di sapienza politica,e non si può dire,nonostante
la natura del tutto estrinseca della medesima,
che si concretasse in una vicenda artificiosa e
innaturale (la sanzione solenne di questa novità
trovò poi espressione nell'arco di trionfo eretto a
Firenze nella piazza San Gallo,subito fuori la
cinta muraria). Operazione,ripetiamo,tutto
sommato positiva,poiché alla giustificabile
incertezza dei primi tempi subentrò poi,
internandosi il "regime lorenese" nel quadro
socio-politico regionale ed assimilandosi
sempre più e sempre meglio al costume
toscano,un'epoca attiva,efficacemente
impegnata nel restauro di una regione decaduta
e nel suo rilancio quasi a tutti i livelli,
nella concezione rigida ma coerente di
un bene pubblico e di un interesse comune
da troppo tempo caduto in desuetudine.
La notevole esperienza riformistica che
si legò al nome della dinastia lorenese,
e in particolare a quello del suo esponente
più insigne,il granduca Pietro Leopoldo,è
la prova di tale ripresa che sotto certi
aspetti fece recuperare alla Toscana livelli
di vita pubblica europea,e addirittura posizioni
di punta quasi esemplari. La Toscana
settecentesca e lorenese muoveva per altro,
con il passare del tempo,verso l'epoca
rivoluzionaria dell'89. In tale confronto,se
così si può chiamare,di fine secolo si
rivelarono i limiti del regime lorenese e,
insieme,le prime incrinature di una
regione-Stato pur chiamata ancora a
dire una non indifferente parola.
 

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