Java e i database.
Java e i database.
Che cosa sono i database.
Ogni giorno nel mondo vengono scambiati
immaginabili
volumi di dati e quasi in ogni parte
del mondo le informazioni
vengono recuperate, elaborate,
trasformate, accresciute,
aggiornate e infine re-immagazzinate.
Questa enormità,
che è una novità della nostra epoca,
rappresenta, per la
sua portata, un raggiungimento per il
genere umano.
I databases sono il centro vitale di
questo movimento,
ci permettono non solamente di
archiviare i dati e le
informazioni raccolte nei vari campi
dell'attività economica,
scientifica ecc.. ma garantiscono anche
la sicurezza e
l'integrità dei dati medesimi, così
come la possibilità di
poterli recuperare in ogni momento nel
modo più efficiente
e rapido possibile. A mano a mano che
l'informatica ha
conquistato un ruolo fondamentale nei
vari campi della
attività umana, è emersa la necessità
di avere dei sistemi
capaci di gestire in modo avanzato i
dati e le informazioni.
I DBMS (DataBase
Management System) sono la risposta
più
significativa a questa esigenza. Per DBMS si
intende
un sistema
costituito essenzialmente dal database vero e
proprio e,
soprattutto, dal software per gestire tutte le
operazioni che
ordinariamente si fanno su un database,
dall'archiviazione
all'aggiornamento, fino al backup, al
mirroring e così
via. Risale agli inizi degli anni Ottanta
la
comparsa sul mercato software dei primi DBMS e
si
trattava per lo
più di sistemi che usavano il file system
del sistema
operativo che li ospitava come repository
dei
dati e delle librerie C per
accedere ad essi da parte
dei programmi
client. Pioniere nel campo della ricerca
orientata
ai database è stata la IBM che,
prima ancora
di
altri grandi database vendor come Oracle e
Informix,
si trovò ad
affrontare la necessità di fornire sui propri
sistemi mainframe,
allora già largamente diffusi, del
software capace di
gestire l'archiviazione dei dati.
Come detto,
originariamente, e in parte anche adesso,
era il file che
veniva utilizzato come unità di storage
per i database.
Così la ricerca si orientò allo studio
di un metodo di
organizzazione e strutturazione dello
spazio nei files
per un archiviazione ottimale e un
accesso efficiente
ai dati. Un risultato tuttora popolare
di questa ricerca
fu l'ISAM (Indexed Sequential Access
Method). Il
concetto di tabella divenne popolare insieme
al modello
relazionale agli inizi degli anni Settanta grazie
a Codd (un
ricercatore di IBM), che gettò le basi di un
approccio teorico
ancora largamente utilizzato in questo
settore. Con la
comparsa di nuovi protagonisti nel campo
dei database,
sorse l'esigenza di avere un linguaggio
comune per
l'accesso ai dati, visto che ognuno disponeva
di una propria
libreria (ad esempio Informix nelle
primissime
versioni del suo database forniva una
libreria detta
C-ISAM). Anche in questo la IBM fu
protagonista, e
finì per diffondersi un suo linguaggio
chiamato SQL
(Structured Query Language) oggi
molto popolare: da
allora non ha subito modifiche
ma solo aggiunte.
L'SQL fu derivato a sua volta da
un altro
linguaggio sperimentale chiamato SEQUEL
(da qui la diffusa
pronuncia “siquel”) creato per un
sistema che si
chiamava System R . La standardizzazione
dell'SQL voluta
da ISO e ANSI risale al 1986.
Una successiva
standardizzazione, nel 1992, introduce
nuovi e
interessanti elementi senza cambiare la struttura.
A questa versione
dell'SQL ci si riferisce come SQL-92.
L'ultima versione
di SQL è SQL99 ovvero SQL3 che
introduce il
supporto per gli oggetti.
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