L'arte egizia.
L'arte egizia.
Le
manifestazioni artistiche dell'antico Egitto a noi
pervenute
riguardano un periodo di circa tremila anni
e
colpisce come non venga mai meno,nonostante le
variazioni
prodotte nelle singole epoche,una fondamentale
unitarietà
stilistica,basata certamente sullo spiccato senso
della
tradizione,peculiare a questo popolo.
Straordinarie
sono le quantità e la varietà del materiale
conservato,per
lo più ben datato,grazie alle iscrizioni
che
accompagnano ogni categoria di monumenti,
ma,in
massima parte,anonimo,forse perché gli artisti
erano
considerati alla stregua degli artigiani e degli
operai.
Rilevante è il fatto che ci si trova sempre
difronte
ad originali,anche se spesso si tratta di opere
artigianali
che ripetono modelli ampiamente collaudati.
Il
fatto poi che le botteghe artistiche fossero quasi
sempre
connesse con l'ambiente della corte e del
tempio
aiuta a spiegare sia l'accennata continuità
della
tradizione,sia le straordinarie capacità di
adeguamento
che anche le manifestazioni artistiche
rivelano
rispetto ai monumenti della politica dei
faraoni.
Già i manufatti di epoca predinastica,
provenienti
dalle tombe,raggiungono livelli di
notevole
raffinatezza nell'industria ceramica e
litica:basta
pensare alle tazze e ai vasi in ceramica
a
bocca nera della cultura badariana,che ci ha
lasciato
anche notevoli statuette femminili d'uso
tombale
in avorio e terracotta,o ai manufatti a
decorazioni
geometriche e zoomorfe di quelle di
Naqada
I e Naqada II.
Dall'inizio
dell'epoca storica l'evoluzione dell'arte
dell'Egitto
antico può essere considerata prendendo
in
esame,separatamente,le tre forme delle sue maggiori
manifestazioni:l'architettura,la
statuaria e il rilievo,e
la
pittura. Per queste due ultime forme vanno tenute
presenti
la preminenza della legge della frontalità
e
la mancanza della prospettiva. Inoltre spicca la
tendenza
a rappresentare l'aspetto più facilmente
individuabile
di ogni cosa,oggetto o persona,ossia
com'è,non
come appare,specie nella rappresentazione
piana
delle figure umane. Qui le singole parti sono
scomposte
e rappresentate nel loro aspetto più
evidente:la
testa è di profilo,ma l'occhio è di faccia,
il
torso è di faccia,il bacino di tre quarti,le braccia
e
le gambe di profilo. Ma,adesso,andremo a studiare
un
altro aspetto,quello architettonico,ossia le
“mastabe”
e le “tombe rupestri”.
All'inizio
dell'età storica nasce l'architettura
monumentale,che
si applica sopratutto nelle sepolture
dei
re e dei grandi funzionari,la cosiddetta “mastaba”.
Questa,il
cui nome è arabo e designa una panca in
muratura,fu
costruita in mattoni fino alla IV dinastia,
poi
in pietra fino alla VI. Questo tipo di tomba era
formato
da una parte sotterranea (cripta) con il
sarcofago,in
cui venivano depositati la salma e il
suo
corredo,e da una sopra terra costituita da una
grande
cassa muraria rettangolare con pareti rastremate
e
copertura piana (mastaba). Presso di essa era
l'area
destinata al culto con una “tavola di offerta”
dove
venivano deposte le cibarie quotidiane per il
defunto.
Essa venne costruita con diverse varianti
e
con diversi orientamenti in relazione a vari credi:
dapprima
il luogo di culto era posto a nord,poi a est
ma
rivolto verso ovest,poi a est. Il luogo di culto fu
poi
successivamente trasformato in cappella,esterna
dapprima,poi
ricavata nella mastaba stessa. Le
camere
in alcuni casi si moltiplicarono e spesso erano
ornate
di rilievi e pitture riproducenti scene della vita
terrena.
Il punto focale del culto divenne,durante la
V
dinastia,l'edicola a “falsa porta”,ossia una lapide
(inserita
in una parete della mastaba),davanti alla
quale
era collocata una tavola su cui erano disposti
i
cibi per lo spirito del defunto. Le maggiori tombe a
mastaba
sono quelle rinvenute a Saqqara e attorno alle
Grandi
Piramidi di Giza. Le tombe rupestri furono
destinate
a privati a partire dalla VI dinastia fino alla
fine
dell'età tolemaica. La cappella interna del culto era
ricavata
nella roccia e da essa,attraverso un pozzo o
tramite
una rampa,si accedeva alla cripta sottostante
formata
da un unico ambiente. Sul fondo della
cappella
era la tavola delle offerte con una lapide
retrostante.
Con il Nuovo Regno,Thutmose I promuove
un
nuovo modello di tomba reale:essa consta di una
parte
ipogeica ricavata nella montagna tebana e di
un
tempio per il culto funerario nella pianura della
necropoli
ovest,destinato a perpetuare la memoria
del
faraone e perciò edificato in pietra. Di questi
templi
uno dei capolavori è quello della regina
Hatshepsut,dovuto
all'architetto Senmut,a Deir
el-Bahari,risalente
alla XVIII dinastia. Gli ipogei
reali
si insinuano nella roccia con una sfilata di
corridoi,pozzi
e camere fino alla stanza del
sarcofago,dove
è inumato il sovrano e dove è
depositata
tutta la suppellettile funeraria.
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