L'Egitto e le sue piramidi.


L'Egitto e le sue piramidi.

Il passaggio da un'impostazione arcaica a una struttura
razionale muove dal complesso funerario di Gioser e
si completa,dopo una fase di transizione (piramidi di
Meydum e di Dahshur),con la piramide di Cheope,
di proporzioni regolari. Con Gioser la tomba reale
viene per la prima volta differenziata da quella dei
funzionari. Alla primitiva mastaba l'architetto Imhotep
adattò una nuova sovrastruttura composta da più
mastabe sovrapposte. Nacque così una piramide a
gradoni. Intorno furono costruiti vari edifici che
riproducevano,in pietra,quelli più antichi di canne,
legno e mattoni crudi ove avvenivano le cerimonie
del culto. Sotto la piramide fu sviluppata una rete
di ambienti e corridoi con la cripta e l'intero complesso
fu circondato da un muro di cinta. Il tutto,per la
prima volta,con l'intervento di massicce forze
di lavoro e di manodopera specializzata.
Il monumento tipico dell'età menfita è la piramide,
la quale mostra concezioni peculiari anche se
tipologicamente deriva dalla piramide a gradoni.
Si ha infatti qui (Grandi Piramidi di Giza) e
nei templi annessi un'architettura volta a creare
forme geometriche pure,prive d'interesse per
gli spazi interni che si riducono a piccoli vani
interni e sotterranei. L'architetto Hemiunu
riuscì a dare alla piramide di Cheope un profilo
perfettamente geometrico. Anche la tecnica di
costruzione era mutata:alcuni sostengono che
dalla costruzione a strati si era passati all'erezione
di una torre centrale dall'altezza calcolata per la
piramide e di lì si era provveduto a fasciarla
di blocchi digradanti,a loro volta integrati da
blocchi di pietra a sezione triangolare.
A partire dalla IV dinastia il luogo di culto,
che era costituito da un tempio adiacente alla
piramide (tempio alto),da un cortile porticato,
da una sala ipostila e da una rampa coperta
che scendeva ad un altro tempio prossimo a
un canale (tempio a valle) e che prima era
a nord,fu costruito a est della piramide (ne è
un esempio,il tempio a valle di Chefren).
Tale sistemazione mutò radicalmente con
le due successive dinastie,durante le quali
l'andamento dei vari componenti diventò
assiale e il tempio a valle fu ridotto a un
imbarcadero elegantemente porticato.
E' questo il periodo in cui in architettura si
andò abbandonando l'astrattezza geometrica
in favore di un più sciolto articolarsi delle
strutture e degli elementi che le compongono.
Adottata ancora dai faraoni del Medio Regno,
ma con strutturazione diversa e con assai minore
impiego di mezzi,durante la XVII dinastia tebana
la piramide si ridusse a una modesta costruzione
sovrapposta alla tomba del faraone.
Con il Nuovo Regno i sovrani rinunciarono
alla piramide preferendovi l'ipogeo .
Ma i templi? Dei templi divini,per la maggior
parte distrutti per far luogo a edifici più recenti,
i più antichi rimasti risalgono al Medio Regno
e si trovano uno a Medinat Madi nel Faiyum
e l'altro a Karnak (ricostruito da blocchi
reimpiegati in un pilone del tempio). Entrambi
presentano una pianta molto semplice:santuario
a tre celle preceduto da un atrio con colonne
quello di Medinat Madi,padiglione periptero
quello per la barca sacra di Karnak. Col tempo
queste strutture vengono ampliate,si costruiscono
i cortili,sale ipostile,i massicci piloni,si collocano
statue dei sovrani,obelischi e sfingi. Dei grandi
templi di Ptah a Menfi e di Ra a Heliopolis nulla
rimane;restano solo quelli di Luxor e Karnak,
grandi templi dinastici consacrati ad Amon-Ra
iniziati dai primi sovrani della XVIII dinastia e
successivamente ampliati. In essi lo spazio e
l'architettura non sono più forme geometriche
impenetrabili,ma insiemi articolati in cui si può
entrare,muoversi,in cui luci e ombre vivificano
interno ed esterno,ormai concepiti come un tutto
unico. In età ramesside si sviluppa la pianta del
tempio che diventerà canonica:pilone,cortile
porticato,sala ipostila,vestibolo,santuario.
L'esterno è un nudo muraglione,animato in
facciata dal pilone costituito da due torri
rastremate ai due lati della porta;l'interno tende
a mostrare sempre maggiore sacralità degli
ambienti man mano che si procede verso il
sacrario,diminuendo gli spazi e accentuando
le ombre. Ne sono esempio i due celebri templi
di Abu Simbel,nei quali il pilone è ricavato
nella parete rocciosa,mentre gli ambienti sono
scavati nella montagna. Alla tipologia del tempio
ramesside si rifecero le successive costruzioni
sacre dei Tolomei . Poco differivano nella
struttura e nella decorazione da quelli divini
i templi cosiddetti funerari,quali templi di
Hatshepsut,di Ramesse II e di Ramesse III
a Tebe ovest.
Nel periodo tolemaico si diffuse un nuovo tipo
di edificio,il “mammisi”,ossia un piccolo tempio
situato in prossimità del tempio principale e
destinato al culto della maternità di Iside
(esempi a Dandera,a Edfu e a File).
Un cenno a parte è dovuto ai templi solari,
di cui il meglio conservato è quello di
Abu Gorab,risalente alla V dinastia.
Era costituito da un grande cortile quadrato,
al centro del quale erano posti un altare e
un colossale obelisco in muratura,simbolo
della divinità solare. Ma che cosa dire invece,
della statuaria e il rilievo? Queste due forme
d'arte che s'imposero nell'Egitto antico,favorite
dall'abbondanza di materiali litici,facilmente
reperibili (granito,porfido,basalto,calcare,
arenaria) e dall'abilità degli esecutori,che
ricorsero anche al legno e al rame,e,più tardi,
al bronzo. Questo era modellato con fusioni
a cera persa o in lastre sbalzate fissate con
chiodi a un manichino di legno. La tipologia
fissata per la statuaria comprende diversi tipi:
statua assisa,in cui il sovrano o il signore è
rappresentato con il busto eretto,braccia sui
fianchi,mani sulle cosce,e gambe unite che
formano un tutt'uno con il sedile;statua stante,
in cui il personaggio è rappresentato con il
busto poggiato sulla gamba destra e con la
sinistra un po' avanti,braccio destro lungo il
fianco e sinistro proteso con in mano un lungo
bastone;statua dell'offerente,in cui il personaggio
è inginocchiato a braccia protese con in mano
l'oggetto dell'offerta;statua di scriba,in cui
questi è seduto a terra a gambe incrociate
e tiene sul gonnellino teso fra le ginocchia un
papiro svolto che legge o su cui scrive;statua
a cubo,in cui il personaggio rappresentato,in
tunica,è accoccolato a terra con le gambe
ripiegate contro il torso e le braccia sulle ginocchia.
Vi sono poi le statue crisaliformi di dei arcaici,
nelle quali il solo volto è rifinito. Per quanto
riguarda il rilievo,gli antichi Egizi,che ne furono
i maestri,adottarono quattro tipi diversi:rilievo
per insolcatura (proprio delle incisioni rupestri),
bassorilievi entro incavo (usato nelle pareti
esterne dei templi),bassorilievo emergente
(tipico delle mastabe dell'Antico Regno) e
l'altissimo rilievo (che è la riproduzione di
una figura a tutto tondo contro parete).
L'artista tracciava sulla parete,opportunamente
preparata,un reticolo quadrettato,sul quale
schizzava in rosso le figure completandone
il disegno in nero;seguiva l'intervento degli
scalpellini e poi eventualmente quello dei
pittori. Nell'Antico Regno lo stesso rigore
e la medesima concentrazione stilistica
osservata nell'architettura presiedono anche
la scultura a tutto tondo e il rilievo.
Le statue dei personaggi (re o funzionari)
della IV dinastia non indulgono a ricerche
descrittive o espressive;l'individualità del
personaggio rappresentato (anche un sovrano)
non è quasi mai (c'è qualche eccezione)
affidata a dati fisiognomici,ma ad altri
elementi quali il nome scritto,le caratteristiche
tipologiche del volto,dell'atteggiamento e
dell'abbigliamento. A partire dalla V dinastia
cresce l'aspirazione all'individualità che
produce alcuni mirabili capolavori quali
lo scriba del Louvre,e si manifesta,anche
nella statuaria,l'interesse narrativo con
statuette di personaggi deformi,servitori
intenti alle loro mansioni,ecc. Dopo il
Primo Periodo Intermedio,che,con la
diminuita autorità regale e lo spezzettamento
di tipo feudale del territorio,promuove
l'attività delle botteghe provinciali,staccate
dalla scuola regale,con il Medio Regno,
nell'intento di riconquistare regalità,
la statuaria segue la linea della riconquista
della tradizione ricalcando,almeno da
principio,moduli menfiti;successivamente
il linguaggio formale si fa più caldo e
spontaneo e nelle statue i re appaiono,
in contrasto con le idealizzate immagini
dei re-divinità menfita,in atteggiamento di
rassegnazione,consci delle proprie
responsabilità. Nel Nuovo Regno scultura
e rilievo ricercano l'eleganza formale,
ossia grazia e compostezza,ricerca che
viene bruscamente interrotta da Ekhnaton
(XIV secolo a. C.),il quale impone
provocatoriamente il ritorno a un verismo
accentuato,pervaso di misticismi.
Degli artisti amarniani,specie nella prima fase,
provengono immagini (statue e rilievi) quasi
caricaturali a causa dell'impegno nel sottolineare
in senso espressionistico le spiacevolezze del
modello. In una seconda fase i tratti si ammorbidiscono,
mentre la produzione improntata al naturalismo
adotta un linguaggio formale incentrato su ricerche
luministiche. Il periodo di reazione succeduto al
regno di Ekhnaton segna un ritorno a forme d'arte
più tradizionali,in cui però l'esperienza amarniana
ha lasciato tracce indelebili,e con una forte
tendenza al colossale,come dimostrano le statue
di Ramesse II ad Abu Simbel. Nel rilievo le
grandi scene sono normalmente riportate a
registri,solo qualcuna del periodo ramesside
appare con una distribuzione diversa,peraltro
senza seguito. Verso la metà della XX dinastia
si verifica una produzione su larga scala di
statuette di bronzo;con la XXV dinastia vi è
un ritorno alla vera tradizione egizia e la
produzione si rifà ai lavori dell'età più antica
con un senso un po' esteriore della forza
che si esprime con teste tonde e corpi pesanti.
Tale tendenza è portata avanti dalla dinastia
saitica (XXVI) che si rifà,scolasticamente,
a modelli del passato con un gusto accentuato
per la perfezione tecnica,liberando però l'immagine
dei personaggi scolpiti dalla bellezza ideale per
rappresentarli nelle fattezze reali più o meno belle,
più o meno aggraziate. Questo atteggiamento
continua per tutta la Bassa Epoca:con i Tolomei
coesistono due culture,l'ellenistica e l'egizia,che
non riescono a fondersi. Pure esteriore è il contatto
tra la cultura egizia e la dominazione romana anche
se particolari classi monumentali (ritratti in pietra
dura,maschere di gesso) mostrano tentativi di fusione
delle due tradizioni. Un breve discorso a parte merita
l'obelisco,il tipico monumento solare egiziano
costituito in genere da un pilastro monolitico a
sezione quadrata,rastremato verso l'alto e terminante
a punta di piramide,spesso rivestita in oro per
riflettere i raggi del sole. Poggiante su un basamento,
si trovava dapprima nei templi solari (V dinastia),poi,
in coppia,dinnanzi ai piloni dei templi. La maggior
parte degli obelischi esistenti,risale alla XVIII e XIX
dinastia. Per lo più di granito rosa di Assuan,pesavano
di solito alcune centinaia di tonnellate.
L'obelisco più alto è quello incompiuto tuttora
giacente nelle cave presso Assuan (41,75 m),il
secondo è l'obelisco del Laterano (32,18 m) a Roma,
dove in età imperiale ne furono trasportati diversi.
In età moderna altri furono insediati a Parigi,Londra,
New York e in altre città d'Europa e d'America.

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