Le membrane sierose. Medicina.




Le membrane sierose. Medicina.

Prima di occuparci di ciascuna membrana ci soffermeremo sulle caratteristiche comuni a tutte le membrane sierose. Cominceremo col dire che ciascuna membrana è composta di due fogli, uno esterno e uno interno. In termine medico, essi vengono chiamati “foglietti”. È evidente che tale nome deriva dal fatto che ciascuno di essi ha uno spessore minimo. Il “foglietto” esterno è quella parte della membrana sierosa che tappezza le pareti delle cavità (toracica o addominale) in cui si trovano gli organi. Il “foglietto” interno è invece quella parte della membrana che riveste gli organi. È interessante notare che i due “foglietti” non sono indipendenti uno dall'altro: anzi, uno è la continuazione dell'altro. Infatti le membrane sierose, dopo aver rivestito la parete della cavità, ripiegano su se stesse per ricoprire la superficie dell'organo contenuto nella cavità stessa.
Le superfici delle membrane sierose che tappezzano le pareti della cavità sono di tessuto epiteliale.
I due “foglietti” sono separati tra loro da un interstizio, ossia da uno spazio minimo. Ebbene, in tutte le membrane sierose questo interstizio contiene una certa quantità di siero. La funzione di questo siero è quella di lubrificare, cioè agevolare lo scorrimento di un “foglietto” sull'altro durante i movimenti dell'organo che essi proteggono. Infatti, se venisse a mancare tale siero, i due “foglietti” farebbero attrito tra di loro e ostacolerebbero in tal modo tutti i movimenti dell'organo.

Il Pericardio.

Questa parola è formata dai due vocaboli greci “perì”, attorno, e “cardià” cuore. Dunque, come indica la parola stessa, il pericardio è la membrana che avvolge tutto attorno il cuore. Il pericardio avvolge il cuore sino al punto in cui hanno origine i grossi vasi sanguigni (aorta, arteria polmonare ecc). Il foglietto interno di questa membrana, quello cioè che aderisce alla superficie del cuore, è chiamato epicardio (dal greco “epì”, vicino, e “cardià”, cuore). Il siero che è contenuto nell'interstizio compreso tra il pericardio e l'epicardio facilita così i movimenti del cuore.

Le Pleure.

Sono le membrane sierose che avvolgono i polmoni. Ciascun polmone ha la sua pleura, indipendente da quella dell'altro. Come tutte le membrane sierose, la pleura è composta di due foglietti: uno esterno che tappezza la parete della cavità toracica e l'altro interno che aderisce alla superficie dei polmoni. Nell'interstizio che separa i due foglietti della pleura vi è una piccolissima quantità di liquido sieroso (il liquido pleurico). Le pleure compiono una importante funzione protettiva. Esse evitano ai polmoni di sfregare contro le pareti della cassa toracica quando si dilatano per l'inspirazione.

Il Peritoneo.

È la membrana sierosa che col suo “foglietto” esterno tappezza le pareti della cavità addominale e col suo “foglietto” interno avvolge gli organi contenuti nella cavità stessa (stomaco, intestino, fegato). Per passare dalle pareti della cavità addominale alla superficie dell'intestino tenue, il peritoneo forma una ripiegatura piuttosto ampia che viene chiamata mesentere (dalla parola greca “mèsos”, nel mezzo, ed “ènteron”, intestino). Oltre a quella protettiva, il mesentere ha anche la funzione di sostegno: infatti esso contiene tutto il tubo intestinale.

La Pericardite.

Così è chiamata l'infiammazione che colpisce il pericardio. Generalmente tale infiammazione è prodotta da alcune malattie infettive (polmonite, tubercolosi, reumatismo articolare acuto ecc).
Si ha la “pericardite secca” quando sulla superficie del pericardio e dell'epicardio si deposita un fine reticolo di fibrina (sostanza prodotta dal fegato e contenuta nel plasma). Tale straterello di fibrina ostacola lo scorrimento dell'epicardio sul pericardio. A volte l'infiammazione del pericardio può causare un aumento della quantità di siero contenuta nell'interstizio compreso tra l'epicardio e il pericardio. Si ha allora la “pericardite liquida”. L'eccessivo deposito di siero comprime il cuore e ne limita la funzionalità. Nei casi gravi è necessario praticare la paracèntesi (dal greco “parà”, vicino, e “chentèo”, pungo). Essa consiste in questo: con appositi aghi si provvede ad estrarre il siero che si è accumulato tra il pericardio e l'epicardio.

La Pleurite.

È l'infiammazione delle pleure: essa è quasi sempre di origine infettiva, cioè causata da microbi.
La pleurite può essere fibrinosa (secca) oppure essudativa (con formazione di liquido).
La tipica manifestazione della pleurite secca è lo “sfregamento pleurico”. Come dice la parola, esso è dovuto allo sfregamento del foglietto della pleura che aderisce al polmone contro quello che tappezza la cavità toracica. Lo sfregamento avviene perché sulla membrana si è depositato uno strato solido di fibrina, che ostacola lo scorrimento di un foglietto sull'altro. Se non viene curata in tempo, la pleurite secca si trasforma spesso in pleurite essudativa. Nei casi gravi, ossia quando si è prodotta una grande quantità di liquido pleurico, si ricorre alla toracèntesi. Si estrae il liquido pleurico con un apposito ago, fatto passare tra costola e costola.

La Peritonite.

Così è chiamata l'infiammazione del peritoneo. Essa è generalmente causata da microbi provenienti da organi contenuti nella cavità addominale. La peritonite può essere “diffusa” (quando colpisce tutta la membrana del peritoneo9, oppure “circoscritta” (quando colpisce una parte della membrana). La peritonite diffusa scoppia di solito all'improvviso. Essa si manifesta con dolori fortissimi al ventre e violenti conati di vomito. L'intervento chirurgico è l'unico sicuro mezzo di cura. A volte, però, intervenendo in tempo con gli antibiotici, l'infezione può essere combattuta ed è così possibile evitare l'intervento chirurgico. Invece la peritonite “circoscritta” è, di solito, una conseguenza dell'appendicite o della colecistite (infiammazione della colecisti, ossia della vescichetta biliare).

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