Il “laboratorio” umano. Medicina.






Il “laboratorio” umano. Medicina.

Prima di iniziare questa singolare descrizione, fatta non con gli occhi di uno studioso di anatomia ma con quelli di un meccanico o di un tecnico industriale, ecco qualche accorgimento.
Primo. È stato necessario schematizzare al massimo le funzioni del nostro corpo. Esso è una macchina così complicata che nessun disegno potrebbe rappresentarle tutte. Supponiamo perciò che lo scopo di tutta l'attività dell'”industria umana” sia solo quello di produrre energia per muovere i muscoli. Per fare ciò, ha bisogno di combustibile e di comburente. Il primo lo ricava da “materiali greggi” (i cibi), il secondo è l'ossigeno e lo ricava dall'aria.
Secondo. Faremo uso di espressioni piuttosto insolite, ma adatte al confronto fra il corpo umano e una macchina. Così chiameremo “laboratori” le ghiandole. “condutture” le vene e le arterie e così via.

Cominciamo a esplorare questo fantastico laboratorio.

Primo).Siamo nella direzione di tutto il complesso industriale. Osserviamo il lavoro svolto nei diversi uffici 8che rappresentano i centri della corteccia cerebrale). In questo, per esempio, si vagliano tutte le informazioni ricevute e si prendono le decisioni (centro del ragionamento).

Secondo). In questo ufficio si provvede perché le decisioni prese vengano eseguite (centro della volontà).

Terzo). Qui si ricevono le segnalazioni dei vari settori(centro delle sensazioni).

Quarto). Qui si impartiscono gli ordini alle varie macchine motrici, cioè ai muscoli (centro dei movimenti).

Quinto). In questa discoteca si confrontano i suoni captati dall'orecchio con quelli catalogati nello schedario per riconoscerli e comprendere il loro significato (centro della memoria uditiva).

Sesto). In questo archivio fotografico si esaminano le immagini ricevute dall'occhio per riconoscerle (centro della memoria visiva).

Settimo). In questo posto di controllo, munito di manometri e di cilindri graduati, si misurano e si regolano l'intensità della respirazione e la pressione venosa e arteriosa. Vi affluiscono anche (otto) tutti i cavi dell'impianto interno di comunicazione, sia quelli che portano notizie alla direzione, sia quelli che trasmettono ordini ai vari settori (bulbo midollare).

Nove). Questo è il più importante fascio di cavi della rete di comunicazione, tutte le “linee” si diramano da questo (midollo spinale).

Dieci). Qui è collocata una perfetta cinepresa a colori con regolazione automatica del diaframma e della messa a fuoco. Poiché funzionano contemporaneamente due di queste macchine, si ha una perfetta immagine tridimensionale (occhio).

Undici). Questo è un microfono per la ricezione delle onde sonore di frequenza tra i 16 e i 25 000 Hz. Poiché sono in funzione due microfoni contemporaneamente, si ha una perfetta audizione stereofonica (orecchio). Negli stessi laboratori si trovano anche due sensibilissime bussole giroscopiche, che informano sulla posizione nello spazio (organi dell'orecchio interno).

Dodici). Questo filtro trattiene ed esamina le particelle contenute nell'aria inspirata dell'impianto di ventilazione. La presenza di sostanze odorose viene segnalata alla direzione (area olfattoria delle mucose nasali).

Tredici). In queste provette (papille gustative) vengono raccolti ed esaminati campioni delle sostanze introdotte in bocca; si provvede poi subito a trasmettere un'informazione sui diversi sapori ai centri direzionali.

Quattordici). Questo minuscolo osservatorio contiene gli strumenti necessari per rilevare le caratteristiche (durezza, temperatura, natura della superficie ecc), dei corpi con cui viene a contatto (papille tattili). Organi di questo tipo si trovano sui satelliti artificiali destinati a raggiungere la superficie lunare.

Quindici). Questa specie di affettatrice (denti incisivi) opera il primo sminuzzamento dei materiali solidi che... alimentano l'industria e che si chiamano “cibi” o “alimenti”.

Sedici). Con queste potenti mole dentate (denti molari) si maciullano i cibi introdotti e già parzialmente sminuzzati.

Diciassette). Da questi serbatoi viene spruzzato un liquido che facilita lo spappolamento dei cibi e comincia a scioglierne gli ingredienti (ghiandole e condotti salivari).

Diciotto). Su questo nastro ruotante (lingua) i cibi, ormai ridotti in forma pastosa, vengono portati verso l'imboccatura di un tubo.

Diciannove). Gli alimenti precipitano in questo largo tubo verticale (esofago).

Venti). In questo capace serbatoio (stomaco) i cibi, che sono ancora una “materia greggia”, subiscono una lunga e profonda lavorazione (digestione) che permetterà di estrarne le sostanze utili.
Per cominciare vengono rimescolati a lungo.

Ventuno). Da questi piccoli serbatoi vengono spruzzate sui cibi alcune sostanze che ne facilitano la “lavorazione” (ghiandole gastriche).

Ventidue). Ecco una valvola che si apre solo quando è giunto il momento di scaricare la massa degli alimenti (piloro).

Ventitré). Gli alimenti, ormai ridotti a una massa fluida (chimo), scorrono attraverso questa lunga e tortuosa tubazione, dove viene ultimata la loro “lavorazione” (intestino).

Ventiquattro). Questo complesso laboratorio produce ben tre diversi liquidi che, spruzzati sul cibo mentre scorre nell'intestino, sciolgono e trasformano le sostanze in esso contenute (ghiandola del pancreas).

Venticinque). Ecco un altro piccolo serbatoio (cistifellea) da cui gocciola un altra sostanza, la bile, prodotta dal fegato ed estremamente utile alla digestione.

Ventisei). Un altro piccolo laboratorio: anche qui si producono sostanze che facilitano la digestione (ghiandole intestinali).

Ventisette). Questi filtri (villi intestinali) che sporgono numerosi dalla superficie interna della tubazione raccolgono la maggior parte delle sostanze utili che sono estratte dagli alimenti.

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