Il regno degli abissi affiora in superficie.






Il regno degli abissi affiora in superficie.

Quali forme di vita si nascondono nell'oceano?

Come può mutare il loro universo? E questo mutamento quale effetto può avere per noi
umani? Per trovare una risposta a queste domande,alcuni fotografi e ricercatori si sono
recati nei lontani fiordi della Patagonia. Tra gli studiosi degli oceani,infatti,questo
eccezionale labirinto di isole è una delle regioni costiere meno note e insieme più
appassionanti della Terra. Qui i biologi marini incontrano biotipi e creature che finora venne
nessuno aveva ritenuto possibilmente esistenti. Nel corso delle immersioni hanno ottenuto
risultati riscontrabili soltanto nelle regioni marine abissali. E in questo modo hanno
dimostrato,ancora una volta in più,quanto il mondo sottomarino ci sia del tutto estraneo;
non solo in alto mare,ma anche nelle immediate vicinanze della costa. La Patagonia
insegna l'umiltà: qui si rischia di perdersi già sulla cartina. Su una superficie di circa
240.000 kmq nel sud del Cile,le Ande corrono dentro il Pacifico,sminuzzate in centinaia
di isole e lingue montuose. Questo territorio,che è il più grande paesaggio di fiordi al
mondo,si è formato quando i ghiacciai,che qui un tempo coprivano interamente le cime
delle montagne,intorno a 15.000 anni fa hanno cominciato a ritirarsi. Le vallate a ovest
furono invase dal mare e ora spuntano dall'acqua solo le cime dei monti,catturando le
nuvole portate sulla costa dai venti alisei. Qui la pioggia cade fino a 348 giorni l'anno,
e molte vette sono coperte da una cappa di neve anche nei mesi estivi. Da qui Ferdinando
Magellano nel 1520 trovò un passaggio dall'Atlantico all'ovest,a sud di questo arcipelago di
isole,che lui chiamò “Terra del Fuoco”,hanno perlustrato queste zone innumerevoli
avventurieri,conquistatori e esploratori. Cercavano città d'oro degli Inca,anime da
convertire al Cristianesimo,cime da misurare,o solitudine. Da allora il mito della Patagonia,
metafora della “frontiera estrema”,non è mai cessato. La vita marina dei fiordi tuttavia
restò ignorata per secoli. Solo nel 1948 una spedizione navale svedese venne con lo scopo
di raccogliere campioni di acqua e sedimenti,a cui fece seguito negli anni '70 un team
canadese a bordo della nave Hudson. Gli scienziati calarono nei fiordi reti e campionatori
di fondo. Ma restarono delusi: nelle loro benne trovarono ben poco degno di nota.
All'epoca,nessun ricercatore immaginava che stessero cercando nei punti sbagliati,e con
strumenti inadatti.
 

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