Goffredo di Buglione. Storia.

Aramini Parri Lucia - Blogger.




Goffredo di Buglione. Storia.

Un giorno, alla porta d'ingresso del tempio del Santo Sepolcro di Gerusalemme, si presentò tra gli altri pellegrini cristiani un giovane di alta statura e di nobile aspetto. Al momento di oltrepassare la soglia egli si accorse di non avere la moneta d'oro che i pellegrini dovevano pagare per essere ammessi a visitare il tempio. Chiese allora al soldato turco che era di guardia di lasciarlo entrare egualmente, promettendo di ritornare dopo la visita per pagare regolarmente il suo tributo. Il soldato volle umiliare il giovane pellegrino. Gli diede un tremendo schiaffo che quasi lo buttò a terra e rise allegramente della sua bravata. Quello schiaffo doveva costare caro ai Turchi. Il giovane pellegrino era Goffredo di Buglione, che forse proprio in quel momento giurò di fare feroce vendetta dell'affronto subito. Pochi anni dopo infatti, il valoroso cavaliere, alla testa di un grande esercito di “Crociati”, entrava a Gerusalemme liberandola dai Turchi. Il tempio veniva finalmente aperto ai pellegrini, che potevano entrarvi senza versare l'odioso tributo.

La vita e le imprese di Goffredo di Buglione.

Goffredo di Buglione nacque nel 1060 a Boulogne in Francia, da nobile famiglia feudale, fedele all'Impero. Nel 1080 si pose al servizio dell'Imperatore Enrico IV, al seguito del quale partecipò alla “lotta per le investiture”, combattuta dall'Impero contro il Papato. Goffredo di Buglione, seguì l'Imperatore nelle sue spedizioni militari in Italia, partecipando all'assedio e all'occupazione di Roma. Molto probabilmente, quando fu nella città eterna, fu preso dal rimorso di avere lottato contro il Papato e per fare penitenza di questo suo peccato si recò, come allora si usava, in pellegrinaggio in Terrasanta. Qui egli si rese conto personalmente dei soprusi dei Turchi Selgiùcidi che dominavano allora quelle terre. Nel 1095 il papa Urbano II convocò un Concilio a Clermont Ferrand (Francia) per invitare i Cristiani a preparare una crociata contro i Turchi. Goffredo di Buglione partecipò a questo Concilio e decise di recarsi in Palestina con un forte esercito. Vendute tutte le sue terre, il condottiero francese poté, col denaro così raccolto, assoldare un esercito di
80 000 fanti e di 10 000 cavalieri. Dopo avere attraversato la Germania, l'Ungheria e la Penisola Balcanica, l'esercito dei Crociati giunse a Costantinopoli nel dicembre 1096. Ottenuta una promessa d'aiuto dall'imperatore d'Oriente, l'esercito crociato cominciò la sua marcia nelle terre del Medio Oriente sottomesse dai Turchi. Nonostante i grandi disagi sofferti per il clima e la scarsità di viveri e di acqua, e nonostante la tenace resistenza dei Turchi, l'esercito crociato riuscì a conquistare importanti città come Nicea (26 giugno 1097) ed Antiochia (2 giugno 1098) finché, il 15 luglio del 1099, anche la città santa di Gerusalemme venne conquistata. Dopo la liberazione del Santo Sepolcro e la proclamazione dei Regni cristiani d'Oriente, Goffredo di Buglione respinse l'attacco di un esercito inviato dai Turchi per riconquistare la capitale della Palestina. I Crociati e i Musulmani si scontrarono nella pianura di Ascalona il 10 agosto 1099. La grande battaglia terminò con la completa sconfitta degli infedeli. Undici mesi dopo questa brillante vittoria, il 18 luglio del 1100, il grande condottiero, stremato dalle fatiche e dai disagi sofferti durante la Crociata moriva a Gerusalemme, a soli quaranta anni di età.
Goffredo di Buglione non fu soltanto un uomo forte e valoroso; fu anche un comandante abile e intelligente, che seppe mantenere l'unione e la disciplina nell'esercito dei Crociati, troppo spesso diviso tra contrasti, da invidie e da rancori tra i vari capi. Fu per la sua saggezza, oltre che per il suo valore, che i Crociati, ebbero conquistato Gerusalemme, offrirono a lui la corona di sovrano della Terrasanta. Ma Goffredo di Buglione tra le sue virtù aveva anche quella della modestia e, pure accettando l'incarico, non volle prendere il titolo di re, accontentandosi di farsi chiamare solamente “difensore del Santo Sepolcro”.

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