Gabriele D'Annunzio. Storia contemporanea.

Aramini Parri Lucia - Blogger.




Gabriele D'Annunzio. Storia contemporanea.

Notte del 10 febbraio 1918. Nell'Adriatico settentrionale 3 piccole imbarcazioni scivolano
silenziose sull'acqua buia,lungo le coste della Penisola Istriana. Sono M.A.S della Marina
Italiana,piccole imbarcazioni armate di siluri. Qual'è lo scopo della loro missione? Chi recano a
bordo? L'Italia stava allora combattendo il suo terzo anno di guerra contro l'Impero Austro
Ungarico; era stata segnalata in quei giorni la presenza di navi da guerra nemiche nella Baia di
Buccari,presso Pola. Ecco una buona occasione per cercare di colpire la flotta nemica che dal
principio della guerra se ne stava annidata nei porti. Ma anche questo rifugio sembrava
inattaccabile,difeso com'era da potenti artiglierie costiere e sbarrato da reti e catene subacquee.
Solo un'azione di sorpresa,compiuta da uomini audaci,poteva raggiungere il successo. E gli
uomini coraggiosi si trovarono presto,e il loro animatore era un poeta: Gabriele D'Annunzio,il
più grande poeta vivente che avesse allora l'Italia. E' passata da poco la mezzanotte. Superata Pola,
le 3 piccole navi penetrano nel profondo vallone di Buccari: sono in casa del nemico. Ecco,si
distinguono le sagome delle navi ancorate. Presto: uno,due,tre siluri partono e dopo alcuni istanti
interminabili colpiscono il segno. Il porto è in allarme! Subito via! Ma prima di allontanarsi il
poeta getta nell'acqua alcune bottiglie legate con un nastro tricolore e contenenti un messaggio.
Esso dice: “In onta alla cautissima flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti
sicuri la gloriuzza di Lissa,sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più
comodo rifugio i marinai d'Italia,che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre,sempre pronti ad
osare l'inosabile”. E questa impresa,rimasta celeberrima nella storia della prima Guerra Mondiale,
fu chiamata “la beffa di Buccari”.

La vita.

Gabriele d'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863. Compì i suoi studi in Toscana; nonostante
alcune birichinate,bisogna proprio dire che il piccolo D'Annunzio fosse uno scolaro eccezionale:
le sue pagelle non sono che un elenco di 8 e di 9! Per la Pasqua del 1878 poteva permettersi di
scrivere al padre sei lettere,in sei lingue diverse: greco,latino,italiano,inglese,francese,spagnolo!
Sono di questi anni anche le sue prime poesie. Aveva 16 anni quando il padre,entusiasta di lui,
gli pubblicò,a proprie spese,il primo volume di poesie:”Primo Vere” (Al cominciar della
primavera),che riscosse un certo successo. A questo altri seguirono. Insomma,quando uscì di
collegio,il suo nome era già noto come quello di un nuovo poeta. Aiutato da questa fama fu
facile,al diciassettenne scrittore,trasferirsi a Roma dove prese a collaborare ad alcuni giornali.
Lavorava con un fervore incredibile; in pochi decenni scrisse e pubblicò un gran numero di opere:
poesie,come “Le Laudi”,romanzi,novelle,drammi,come “La figlia di Jorio”. Verso il 1900
D'Annunzio si stabilì a Firenze,ove andò ad alloggiare in una villa sulla collina di Settignano.
In breve trasformò quella casa in un luogo lussuosissimo e strano: ogni stanza traboccava di
cose belle e preziose: antichità,libri rari,quadri. Giunse inoltre ad avere al suo servizio la
bellezza di 21 persone,a possedere 8 cavalli e 39 cani. Era il fasto di un principe del Rinascimento:
ma a questi,appunto,egli diceva di voler assomigliare! Naturalmente,tanta prodigalità provocò
una rovina finanziaria: nel 1910 il poeta fu quasi costretto a fuggirsene in Francia,lasciando tutto
nelle mani dei creditori. Tornò in Italia quando si preannunciava lo scoppio della guerra mondiale
della quale divenne un fervente sostenitore. Generoso ed entusiasta come sempre,subito partì
volontario. Da combattente organizzò un gran numero di imprese audaci; fu mutilato dell'occhio
destro e si guadagnò 5 medaglie d'argento e la medaglia d'oro. Dopo la guerra il poeta-soldato si
ritirò in una sua nuova casa,a Gardone. Qui egli morì il 1 marzo 1938. La sua casa,nella quale
aveva raccolto anche i più cari cimeli di guerra,volle che fosse donata al popolo italiano: è il
Vittoriale degli Italiani”, che tutti possiamo visitare.
 

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