La letteratura cristiana



La letteratura cristiana
Sotto le grandi navate della chiesa risuonano le note solenni dell’organo. Mentre i raggi del primo sole piovono dal grande rosone istoriato,creando isole di luce sul pavimento di marmo,i monaci si avviano con passo lento verso il coro. Prendono posto,e stanno un attimo in silenzio prima di iniziare il loro canto; poi,il suono possente dell’organo si fa più sottile,più velato e le voci dei monaci intonano,gravemente ma gioiosamente,il canto del mattino. Questo canto ha 1600 anni: lo intonò per la prima volta,in un giorno del 386 d.C, il santo vescovo Ambrogio,per rincuorare i fedeli asserragliati con lui nella Basilica di Santa Tecla,a Milano,mentre fuori una torma di eretici urlava minacciosa. Il vescovo di Milano scrisse molti altri inni oltre a questo: perché non era solo un sant’uomo,ma anche poeta. In quei tempi essere cristiani non voleva dire soltanto professare una fede: era un modo di vivere,di sentire,di pensare. La Buona Novella entrava in tutti i campi in cui si applicava l’attività dell’uomo,dalla politica alla morale,dalle occupazioni quotidiane all’arte. E’ proprio per questo che la letteratura dell’epoca si chiama letteratura cristiana,perché esprime tutto il profondo mutamento che la fede aveva portato non solo nelle convinzioni morali e religiose,ma anche nel pensiero e nell’arte. Per letteratura cristiana si intende quella che comprende le opere di poeti,narratori,filosofi,storici difensori della fede (apologisti) scritte tra il I e il VI secolo d.C. Le sue caratteristiche fondamentali sono la comune ispirazione delle vere opere e la lingua usata dagli scrittori: il latino. Non si deve commettere l’errore,del resto abbastanza comune,di considerarla una letteratura “minore” : il livello della sua produzione è infatti in molti casi altissimo,e le personalità di alcuni autori sono fra le più grandi di tutta la letteratura mondiale.

Il trionfo della Chiesa

Poi le persecuzioni finirono. L’editto di Costantino,emanato a Milano nel 313 d.C,concesse ai cristiani piena libertà di culto; e nel 380,sotto Teodosio,il Cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’impero. Non bisogna credere,però,che queste conquiste siano state facili: oltre ai residui del paganesimo che ancora esistevano,c’erano gravi discordie interne da superare. Le eresie,cioè le interpretazioni errate dei Vangeli e dei comandamenti della fede,erano molto diffuse e minavano seriamente l’unità e il prestigio della Chiesa. Bisognava perciò avversare questi errori con tutti i mezzi più efficaci e più idonei ad essere compresi dai fedeli. Gli inni composti da Ambrogio,il santo vescovo di Milano,erano canti religiosi che in una semplice ed elevata forma poetica riaffermavano le verità fondamentali della fede e chiedevano a Dio la forza e la grazie necessarie a combattere le eresie e a interpretare giustamente i comandamenti divini. E’ in questo periodo che la letteratura cristiana inizia la sua terza fase,quella del pieno rigoglio: essa durerà ininterrottamente fino a quando la letteratura cristiana cesserà di essere un movimento culturale unitario e nasceranno le letterature nazionali dei paesi cristiani,ognuna nella propria lingua con argomenti nettamente profani.

Iubenda

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