Il ghiacciaio. Geologia ambientale.
Il ghiacciaio. Geologia ambientale.
Nel 1952,sul monte
Adamello,avvenne un fatto singolare che,reso noto dalla radio e
dai giornali,stupì e
commosse l'opinione pubblica italiana:ai piedi del ghiacciaio
Fargorida,fra i blocchi
di ghiaccio in disgelo erano affiorate alcune salme. Gli
alpinisti accorsi sul
posto avevano constatato,dalle divise che le salme indossavano,
che si trattava di 5
alpini caduti in un crepaccio del ghiacciaio durante i
combattimenti che nel
lontano 1916,nel corso della prima guerra mondiale,si erano
svolti in quella zona.
Nonostante fossero trascorsi 36 anni dalla morte di quegli
alpini,le 5 salme,per
la rigida temperatura dell'ambiente in cui erano rimaste
racchiuse,apparivano
intatte,e ben conservate erano anche le loro divide grigio-
verdi. Giunsero sul
posto le autorità militari e alcuni reparti di alpini resero onore
alle spoglie di quei
loro commilitoni,caduti molti anni prima. Come mai quel
ritrovamento era
avvenuto dopo tanti anni? Perché le salme si trovavano proprio
all'estremo limite
inferiore del ghiacciaio? A questo e a molti altri interessanti
interrogativi potremo
rispondere conoscendo la natura e la “vita” dei ghiacciai.
Come si forma un ghiacciaio.
Il ghiacciaio si forma nel
“bacino collettore”;si
chiama in questo modo la zona alta
di una
montagna dove si raccoglie ogni anno una enorme massa di neve,più di
quanta
se ne scioglie durante la stagione estiva. Per questa ragione un
bacino
collettore
si trova sempre al di sopra del limite delle nevi perenni.
Generalmente
esso
ha proprio la forma di un bacino,cioè è circondato da alte e ripide
pareti rocciose;la neve che si deposita su queste e che poi,sotto
forma di valanghe e slavine,
precipita
nel bacino,contribuisce anch'essa ad aumentare la ricchezza del
“deposito”
che
alimenta il ghiacciaio. Qualche volta il bacino ha invece la forma di
una grande
cupola;questo
è il caso del Monte Bianco. E' nel bacino che la neve,mano a mano
che
viene
sottoposta alla pressione degli strati più recenti,si trasforma
prima in ghiaccio
granuloso,poi
in ghiaccio compatto,di colore verdastro. Il bacino
collettore,dunque,
non è
che il grande “magazzino di raccolta” che continuamente
“rifornisce” il
ghiacciaio
di nuovo materiale. Un bacino,infatti,presenta sempre uno o più
sblocchi
aperti
verso il basso;da questi defluirà la bianca massa ghiacciata.
“Colerà” per
primo,dallo
sbocco,il ghiaccio degli strati più profondi,spinto dall'enorme peso
degli
strati superiori;e via via,uno sull'altro,lentamente ma
ininterrottamente,tutti
gli
strati di neve depositatisi di anno in anno nel bacino e
trasformatisi in ghiaccio
scenderanno
verso il basso:così si forma il ghiacciaio.
Il ghiaccio è plastico.
Poco
prima abbiamo usato,riferendoci al ghiaccio,espressioni come
“colare”,
“defluire”.
Questi termini ci sembreranno un po' strani perché siamo abituati ad
immaginare
il ghiaccio come una,sostanza solida,incapace di simili cambiamenti
di
forma.
In realtà,invece,avviene proprio così e le esperienze di
laboratorio hanno
confermato
il fatto:il ghiaccio,posto su un piano inclinato,”cola” verso il
basso,
esattamente
come una massa di cera plastica,pur senza perdere la propria
solidità.
Pare
si tratti di uno scorrimento molecolare dovuto
al rapidissimo susseguirsi di
continui
geli e disgeli.
I ghiacciai si muovono.
Il
ghiacciaio è dunque un gran fiume solido,che scende verso il basso.
Man a mano
che
scende incontra una temperatura più mite e si scioglie formando
torrentelli e
cascatelle.
Ad un certo punto,bruscamente,il ghiacciaio termina,dando origine ad
un
impetuoso torrente. Il movimento dei ghiacciai ci spiega
l'avvenimento che è
stato
raccontato all'inizio. Esso,d'altra parte,non è l'unico del
genere:continuamente
i
ghiacciai depositano alla loro estremità,oltre ai corpi di vittime
di sciagure
alpinistiche,oggetti
come picozze,zaini,corde,smarriti da alpinisti,e un'enorme
quantità
di massi e detriti rocciosi. Tutto questo materiale era rimasto sul
ghiacciaio
o
caduto in un suo crepaccio,in un punto qualsiasi del suo corso,anche
molto vicino
all'origine;ma,lentamente,la
massa gelata è scesa verso il basso trasportando a valle
il
materiale incluso. Giunto al punto del disgelo,il ghiaccio
restituisce alla luce
quanto
teneva racchiuso. Possiamo così constatare che il ghiacciaio
“cammina”
costantemente
verso il basso e che la maggiore velocità di discesa si ha nella
zona
centrale.
Ai margini il movimento è più lento a causa dell'attrito delle
pareti rocciose.
La
velocità di discesa non è la stessa per tutti i ghiacciai. Quelli
alpini hanno,in
media,la
velocità di 35 m l'anno,cioè circa 10 cm al giorno;ma il ghiacciaio
svizzero
dell'Alètsch
che con i suoi 26 km è il più lungo ghiacciaio delle Alpi,scende
alla
velocità
di circa mezzo metro al giorno. Il ghiacciaio Baltoro,nel
Karakorum,in
Asia,si
muove alla velocità di 600-700 m annui e alcuni ghiacciai della
Groelandia
scendono
di 4-5 km l'anno,cioè più di 10 m al giorno. Il ghiacciaio del
Rodano,
nelle
Alpi Svizzere,è un tipico esempio di ghiacciaio alpino. Quindi,in
sostanza,
l'ampio
bacino di raccolta,appare sempre candido perché si ricopre
continuamente
di
neve recente,soffice e pulita. Sulla lingua
glaciale,invece,la neve si
scioglie
per
l'aumentare della temperatura che,scendendo verso valle,si fa sempre
più mite.
Affiorano
allora gli antichi strati di ghiaccio,talora carichi di detriti
rocciosi raccolti
strada
facendo.
Come si formano i crepacci.
La
superficie dei ghiacciai non è liscia e uniforme;quasi sempre essa è
interrotta da
profonde
spaccature,longitudinali o trasversali,dette “crepacci”.
La parte del
ghiacciaio
che si trova a passare su un ripido dislivello del fondo roccioso si
“screpola”
tutta;e le enormi “screpolature” costituiscono appunto i
crepacci.
Ma
poiché il ghiacciaio si sposta continuamente in avanti,quando questa
parte sarà
passata
oltre,i crepacci si richiuderanno. Comincerà a spaccarsi la parte
seguente,
che in
quel momento sarà giunta sopra al dislivello.
I seracchi.
Quando,in
un ghiacciaio,si incrociano crepacci longitudinali e altri
trasversali,la
massa
del ghiaccio si frantuma in blocchi acuminati chiamati “seracchi”.
In alcuni
di
questi seracchi,per esempio quelli del ghiacciaio della Marmolada,si
possono
distinguere
i vari strati di cui esso è costituito:ognuno è formato dalla neve
caduta
annualmente
nel bacino di raccolta,negli anni precedenti.
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