Il dì e la notte. Astronomia.
Il dì e la notte. Astronomia.
CERTO i più antichi uomini che
abitarono la Terra si formarono la prima cognizione con
il trascorrere del tempo osservando
il succedersi del dì e della notte:prima la luce del sole,
poi il buio della notte...poi di
nuovo il sole e poi ancora le tenebre...;sempre così,regolarmente e
immutabilmente,senza eccezione
alcuna. In questo capitolo parleremo del modo in cui si
compie questo evento semplice e
grandioso che regola la vita di tutti gli esseri viventi sulla
Terra,siano essi uomini,animali o
piante.
La forma e la posizione.
Innanzi tutto prima di vedere come si
succedono il dì e la notte,è necessario riepilogare brevemente
alcune fondamentali nozioni sulla forma
e sulla posizione del nostro pianeta. La Terra ha la forma
leggermente compressa in due punti
diametralmente opposti:i “poli”. Da qui è possibile immaginare
una retta che congiunga i due
poli,questa retta è chiamata “asse terrestre”. L'asse terrestre
non è
perpendicolare rispetto al piano
dell'orbita della Terra intorno al Sole,ma è inclinato di 23° e
30'.
Se la terra stesse ferma.
La Terra è esposta alla luce dei raggi
solari e,per la sua forma sferica,ne è illuminata esattamente
per metà. Nella metà esposta alla
luce dei raggi solari abbiamo il dì (che è il giorno);nell'altra
metà,
dove i raggi del Sole non giungono,e
perciò rimane in ombra,abbiamo le tenebre (che sono la notte).
Se la cosa stesse solo così,è
evidente che noi,sulla Terra,dovremo avere paesi con un eterno dì e
altri,dalla parte opposta,con un eterna
notte. Ciò però non accade:tutti sappiamo che in ogni punto
della Terra dì e notte,luce e
tenebre,si succedono continuamente,si alternano. Perché,e in che
modo
tutto ciò avviene?
La durata del dì e della notte.
Noi sappiamo che la Terra compie un
secondo movimento:quello di rivoluzione attorno al Sole.
Essa,nel corso di questo
movimento,mantiene asse approssimativamente parallelo a se
stesso,cioè
non muta mai la direzione della sua
inclinazione. Questa caratteristica del movimento della Terra ha
molte conseguenze importanti delle
quali parleremo più ampiamente. Per ora osserviamo soltanto
come la costante inclinazione dell'asse
terrestre durante il movimento di rivoluzione faccia sì che
il dì e la notte abbiano durata
diversa nei vari paesi e nelle diverse stagioni. Quando la Terra si
trova in posizione rispetto all'orbita
solare il 21 giugno (che è il solstizio d'estate) osserviamo il
movimento compiuto da un paese
dell'emisfero settentrionale (per esempio l'Italia),mentre la Terra
ruota su se stessa:il tragitto compiuto
nella luce solare è più lungo di quello compiuto nell'ombra;
vuol dire che da noi il dì è più
lungo della notte. Nell'emisfero meridionale invece (ad esempio
Buenos Aires) la notte è più lunga
del dì. Quando invece la Terra rispetta una certa orbita intorno
al sole (nel 23 settembre) in questo
giorno,che è chiamato “equinozio d'autunno”,la linea che separa
la zona illuminata in ombra,passa
esattamente per i 2 poli. Tanto per i paesi dell'emisfero
settentrionale,che per quello
meridionale,il dì e la notte hanno la stessa durata:sono cioè
lunghi
12 ore. Quando invece la Terra rispetta
un'altra determinata orbita al Sole,entrando nell'equinozio
di primavera,è il 21 marzo. La linea
che separa la zona illuminata da quella in ombra passa
esattamente per i 2 poli;il dì e la
notte hanno la stessa durata in tutte le regioni della Terra (12
ore).
Quando invece la Terra entra in
un'altra ancora orbita rispetto al Sole,è il 21 dicembre. Il
tragitto
compiuto nella luce è molto più breve
di quello compiuto nell'ombra. Ciò significa che nel nostro
emisfero,il dì è molto più breve
della notte. Nell'emisfero meridionale invece,le notti sono brevi
e i dì lunghi.
Il giorno solare e il giorno sidereo.
Il giorno viene suddiviso in 24
ore;ogni ora comprende 60 minuti primi,ogni minuto primo 60
minuti secondi. Un giorno dunque
comprende 24 ore,cioè 1440 primi e 86.400 secondi. Questo è
il “giorno solare”,calcolando
osservando il tempo impiegato dalla Terra a compiere un'intera
rotazione,tenendo come punto di
riferimento sempre il Sole. Esiste però anche un “giorno sidereo”,
di durata leggermente inferiore (86.164
secondi). Esso è stato calcolato osservando il tempo
impiegato dalla Terra a compiere
un'intera rotazione,tenendo come punto di riferimento le stelle.
Ma la terra gira.
Il succedersi del dì e della notte
avviene perché la Terra ruota continuamente attorno al proprio
asse;perché gira su se stessa,da Ovest
a Est. Ogni paese della Terra viene così portato,dall'enorme
trottola sulla quale si trova,dalla
luce all'ombra,e poi di nuovo dall'ombra alla luce,in un'alternanza
continua. Questo movimento è chiamato
di “rotazione”;il tempo impiegato da ogni punto della
Terra a compiere un'intera rotazione si
dice “giorno”:ecco perché il giorno comprende il dì e
la notte. La linea circolare che separa
l'emisfero illuminato da quello in ombra è chiamata
“circolo di illuminazione”.
L'alba e il tramonto.
Dato che ogni regione della Terra,ad un
certo punto della sua rotazione,”volta le spalle” alla luce
ed entra nell'ombra (o
viceversa),perché noi non osserviamo questo passaggio in modo
repentino,
non passiamo,cioè,dalla luce
all'oscurità e dall'oscurità alla luce in un solo attimo? Se
godiamo il
beneficio di un passaggio graduale,il
merito deve essere attribuito all'atmosfera che circonda la
Terra. Già prima di apparirci
sull'orizzonte il Sole invia i suoi raggi sopra di noi,nella parte
alta
dell'atmosfera che li diffonde;in
questo modo ci rischiara ancora prima che lo possiamo vedere.
È l'alba. Lo stesso fenomeno avviene
al tramonto. Il Sole è già scomparso all'orizzonte,e ancora
il cielo è chiaro:questo è possibile
perché gli ultimi raggi del Sole,attraversandolo,vengono
dispersi.
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