Un genio matematico.
Pitagora. Matematica.
Un genio matematico.
I maestri di Pitagora, non essendo più
in grado di rispondere alle sue
domande, decisero di mandarlo alla
scuola di Talète, il più celebre
sapiente dell'epoca. In poco tempo
egli riuscì a sbalordire anche Talète.
Il grande sapiente greco non solo
riconobbe di non aver più nulla da
insegnare al suo allievo, ma si mise
anzi a studiare le scoperte matematiche
e geometriche di Pitagora. Fu appunto
in quegli anni che il giovane Pitagora
ideò la famosa tavola numerica (detta
da lui << pitagorica >>), che consente
di eseguire tutte le operazioni
fondamentali coi primi nove numeri. E non basta.
Sempre in quel periodo, enunciò
parecchi teoremi di geometria: quello, per esempio,
enuncia: << la somma degli angoli
di qualunque triangolo è uguale a due angoli retti >>;
l'altro, secondo il quale <<
l'area del quadrato costruito sul lato più lungo (ipotenùsa)
di un triangolo rettangolo è uguale
alla somma delle aree dei quadrati costruiti sugli
altri due lati (catèti) >>, e
altri ancora. Ma gli interessi di Pitagora non erano rivolti
soltanto alla matematica e alla
geometria. Infatti, desideroso di conoscere le scienze e
le religioni dei popoli più
progrediti, decise di intraprendere un lungo viaggio.
In giro per il mondo.
Sembra che la prima tappa del suo
viaggio sia stata la Siria. Là visse alcuni anni in
un santuario per meditare sulla
religione di quel popolo. Passò quindi in Arabia, poi
nella Caldea, in Persia e fino in
India. Ultima tappa, l'Egitto: e qui rimase per più
di vent'anni (547-525 a. C.). Durante
questo lungo soggiorno, egli non solo apprese
le cognizioni scientifiche del popolo
egiziano, ma riuscì anche a far parte del collegio
dei sacerdoti per poter conoscere i
misteri della loro religione.
Dal contatto con la cultura orientale
aveva tratto inoltre gran parte delle proprie idee
e dei propri atteggiamenti. Ormai
Pitagora poteva considerarsi l'uomo più sapiente
dell'epoca: egli conosceva a fondo
tutto lo scibile umano. Ma la sua esperienza non
si arrestava qui. Grande genio qual
era, egli si era andato formando delle teorie
personalissime sulla religione e su
tutte le scienze che aveva studiato (matematica,
geometria, astronomia, musica,
geografia, medicina).
Ora, a cinquantacinque anni, aveva un
unico desiderio: rientrare in patria e fondare
una scuola per insegnare le sue teorie.
Ma soprattutto voleva accrescere il sentimento
religioso del popolo greco e insegnare
ai giovani a vivere austeramente.
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