Abramo Lincoln. Storia
Abramo Lincoln. Storia
La sua vita.
Abramo Lincoln,sedicesimo presidente
degli Stati Uniti d'America,nacque il 12 febbraio
1809 in una misera baracca di legno,a
South Fork,al margine di un grande bosco,nello
Stato del Kentucky. I genitori di
Abramo erano contadini. Nel 1816 morì la mamma,e
il padre sposò una certa Sarah
Johnsthon che amò Abramo come un proprio figlio.
Abramo frequentò solo per un anno la
scuola,ma nella sua giovinezza lesse molto.
Quando andava a zappare o ad arare la
magra terra del suo poderetto,si metteva un libro
sotto la camicia,si riempiva le tasche
di pane e grano turco; a mezzogiorno si sedeva
sotto un albero e lì mangiava e
leggeva. A ventuno anni lasciò la famiglia e si stabilì
nello Stato dell'Illinois dove tentò
parecchi mestieri. Durante un viaggio a Nuova Orlens
vide per la prima volta nella sua vita
una vendita all'asta di schiavi,cosa che gli fece
una impressione indimenticabile.
Intanto aveva cominciato lo studio della giurisprudenza,
professione che lo attirava fortemente
perché gli permetteva di studiare e conoscere
l'animo umano. Ben presto acquistò
grande rinomanza come avvocato. Il suo successo era
dovuto più che ad una profonda
conoscenza delle leggi,alla onestà del suo carattere.
Entrò ancor giovane nella
politica,divenendo uno degli uomini più importanti del partito
liberale. Insistentemente,per anni,egli
si batté per l'abolizione della schiavitù. In quel periodo,
specie negli Stati del Sud,i negri,che
un tempo erano stati comperati o rapiti da <<negrieri>>
sulle coste africane e venduti in
America. Venivano trattati come schiavi e usati nei lavori
delle immense piantagioni di cotone.
Lincoln sosteneva che uno stato democratico non poteva
permettere una simile barbaria. Ma i
grandi colonizzatori del Sud erano naturalmente contrari
alla libertà dei negri; una simile
legge avrebbe danneggiato enormemente i loro affari.
Il Nord, più industriale, abitato da
pochissimi negri (circa 50 000 in confronto ai 4 milioni del Sud),
non si opponeva alla liberazione degli
schiavi. Si vennero così a creare gravi contrasti fra Nord e Sud.
Proprio in questo periodo Abramo Lincoln vien eletto presidente degli
Stati Uniti (1860).
Egli si insedia alla Casa Bianca nel
1861, giungendo a Washington con la mogli Mary Todd da lui
sposata nel 1842 e i suoi due figli.
Ben presto scoppiano le ostilità; gli Stati del Sud iniziano il moto
separatista con un presidente da loro
eletto: Jefferson Davis. Per quattro anni gli eserciti avversari
si combattono con discendevole fortuna.
Per Lincoln furono anni di sofferenza, di lavoro febbrile,
e di angoscia. In questi anni tanto
difficili, egli dimostrò la sua tempra di uomo politico.
Da prima tutti i suoi sforzi furono
diretti a salvare l'Unione dal pericolo di una separazione.
Nei suoi discorsi non accennò più al
problema dello schiavismo. Egli infatti capiva che il popolo
era pronto a combattere per la difesa
dell'Unione, ma non per l'abolizione della schiavitù. Intanto
le condizioni della guerra, sfavorevole
ai nordisti nei primi due anni, divennero vantaggiose per il Nord per
opera del generale Grant. Gli Stati del Sud guardavano all'Europa
per chiedere aiuti e
proprio per questo Lincoln era convinto
che quello fosse il momento giusto per dare alla guerra un
carattere antischiavista. Nessun
governo europeo avrebbe osato appoggiare apertamente la creazione di
uno Stato fondato sulla schiavitù. Il primo gennaio 1863 Lincoln
emana il suo famoso
proclama di emancipazione che
dichiarava liberi i quattro milioni e mezzo di negri che allora
abitavano negli Stati Uniti. L'11 aprile del 1865 la città di
Washington festeggia la caduta di Richmond, capitale dei separatisti,
nelle mani delle truppe del Nord, era la vittoria. Una folla
esultante affluì alla Casa Bianca per festeggiare Lincoln. Ma la
felicità del presidente non sarebbe
durata a lungo: tre giorni dopo il 14
aprile, un colpo di rivoltella troncava la sua vita.
Commenti
Posta un commento
Ciao a tutti voi, sono a chiedervi se avete preferenze per Post di vostro interesse
in modo da dare a tutti voi che mi seguite un aiuto maggiore, grazie per la vostra disponibilità.