Le difese dell'organismo. Medicina.
Le difese dell'organismo. Medicina.
Difese esterne contro i microbi.
I microbi penetrati all'interno
dell'organismo, debbono vedersela con i leucociti.
Ma anche all'esterno il nostro
organismo rende loro la vita difficile.
Milioni di microbi ogni giorno si
posano sulla superficie anteriore dell'occhio,
oppure penetrano nelle fosse nasali.
Ebbene, nell'umore lacrimale, che le palpebre
stendono continuamente sulla parte
anteriore dell'occhio è contenuta una sostanza,
il lisozima, che ha il compito di
distruggere i microbi. Anche il muco che ricopre
le fosse nasali uccide i microbi che vi
rimangono invischiati. Insomma, l'aria che
è inspirata attraverso il naso, prima
di giungere ai polmoni, viene veramente sterilizzata!
La pelle.
Il nostro corpo è completamente
avvolto in una corazza che, anche se è sottile, flessibile
e cedevole, svolge magnificamente il
suo compito principale: proteggere il corpo dalle
offese esterne, di qualsiasi genere
(urti, lesioni, sfregamenti, bruciature) e formare una
barriera difficilmente superabile
contro i microbi patogeni e le sostanze tossiche.
La pelle quindi è il sistema difensivo
esterno che isola tutto il nostro organismo dall'ambiente
in cui si trova. Essa è più dura e
più solida nei punti che vengono maggiormente esposti
alle offese; le estremità delle dita,
ad esempio, esposte frequentemente ad attriti e urti,
sono protette dalle unghie che sono
formazioni cornee della pelle stessa.
Difese contro il caldo e contro il freddo.
Contro il freddo noi lottiamo (senza
accorgercene) con tre diversi meccanismi.
Anzitutto diminuendo la circolazione
del sangue in superficie, per
azione dei nervi
vasocostrittori
(cioè che restringono i vasi sanguigni). La pelle impallidisce, si
raffredda e così
disperde minor quantità di calore; se però il freddo aumenta,
allora i
vasocostrittori si
paralizzano, il sangue può affluire in quantità ai vasi di
superficie
e la pelle,
specialmente del viso, delle orecchie e delle mani, si arrossa.
Questo è un
meccanismo di difesa contro l'eccessivo raffreddamento di queste
parti.
In
secondo luogo, noi combattiamo il freddo aumentando la
produzione di calore interno,
ossia bruciando più
grassi (e infatti in inverno aumenta l'appetito).
Infine, ci
difendiamo con involontarie contrazioni di muscoli (i brividi)
che, ripetendosi
con frequenza,
generano un poco di calore. Anche contro il caldo eccessivo,
l'organismo
ha tre sistemi di
difesa: la dilatazione dei vasi sanguigni di superficie; in
modo che il sangue
circoli in
abbondanza e faccia arrossare e gonfiare la pelle e ciò provoca una
forte dispersione
di calore. Una
abbondante traspirazione attraverso la pelle, in modo che il
sudore, evaporando,
sottragga calore.
Infine, l'aumento del ricambio di aria nei polmoni, che
produce una perdita
di acqua, raffredda
gli alveoli polmonari e quindi raffredda anche il sangue che passa
attraverso di essi.
Difese contro sostanze pericolose e corpi estranei.
Può capitare a chiunque, e
specialmente ai bambini, di ingerire per errore sostanze
pericolose per l'organismo; ed è una
cosa normale che ci vada << di traverso >>
una particella di cibo: cioè che essa
penetri nella trachea, anziché seguire il normale
percorso per l'esofago. Naturalmente,
anche qui non mancano le necessarie difese.
Contro l'ingestione di sostanze
pericolose, l'organismo si difende in due modi: in
molti casi chiudendo il cardias, cioè
l'apertura che dall'esofago conduce allo stomaco;
quando ciò non avviene, spesso, lo
stomaco, contraendosi bruscamente, espelle le
sostanze indesiderate per mezzo del
vomito. Quando corpi estranei penetrano
nelle vie respiratorie, l'organismo
reagisce con decisione; la laringe, irritata, si
contrae spasmodicamente e provoca
quella tosse, penosa ma utilissima, che espelle
il corpuscolo. Allora noi tossiamo e
lacrimiamo, ma questo ci risparmia i grossissimi
guai che potrebbero provocare corpi
solidi nelle vie respiratorie. Il pulviscolo, invece,
data la sua piccolezza, riesce a
penetrare alla chetichella nei bronchi.
Ma non si creda che l'organismo non
reagisca. La trachea e i grossi bronchi, nella
parte interna, sono tappezzati di
finissime ciglia. Queste ciglia, muovendosi ininterrottamente
dal basso verso l'alto, riescono ad
espellere buona parte delle particelle di polvere.
Difese contro i veleni del sangue.
Se una vespa ci punge, la parte colpita
brucia, s'arrossa e, dopo alcuni minuti, si gonfia.
Ma non lamentiamoci: quello è un buon
segno; ci avverte infatti che l'organismo ha
organizzato la sua difesa. La vespa,
pungendoci, ha iniettato nei tessuti un veleno:
ebbene, in questo caso, i capillari
arteriosi del tessuto secernono acqua (prelevandola
dal sangue) e diluiscono il veleno. I
tessuti, così imbevuti di acqua, si gonfiano, ma il
veleno diviene meno attivo. Il nostro
organismo si difende in questo modo contro
qualsiasi introduzione di veleno nei
tessuti.
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